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A piedi o in gommone dentro le Gole di Tiberio: il canyon naturale a due passi da Palermo

Da mettere in programma tra le attività da fare all’aria aperta, in sicurezza, c’è una visita alle Gole di Tiberio che si trova nel fiume Pollina a 100 metri sul livello del mare

Balarm
La redazione
  • 15 maggio 2021

Le Gole di Tiberio

Da mettere in programma tra le attività da fare all’aria aperta, in totale sicurezza, c’è di sicuro una visita alle Gole di Tiberio, sito detto in dialetto 'u Mirìcu, un piccolo canyon naturale che si trova tra i territori dei comuni di San Mauro Castelverde, Castelbuono e Pollina, ricadenti tutti nel Parco delle Madonie in Sicilia.

Come scriveva Marcel Proust, "Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi" ed è attraverso anche gli occhi di Giovanni Nicolosi, guida naturalistica, esperto di turismo naturalistico, esperienziale e sostenibile, che da anni osserva attentamente il sito, dove si potranno scoprire tantissime informazioni che attingono al patrimonio naturalistico, ma anche storico e antropologico.

Da anni Nicolosi opera per la promozione di questo luogo unico (ha pubblicato recentemente anche una guida a tema) che, tra l’altro, è sito Geopark riconosciuto dall’Unesco, e si trova nel fiume Pollina a 100 metri sul livello del mare.
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«L’obiettivo delle nostre attività - ci ha detto Giovanni Nicolosi - mira alla valorizzazione di questi luoghi, nel pieno rispetto della natura e delle specie viventi che lo abitano. Nel tempo è diventato uno dei siti più frequentati e ricercati proprio per l’eccezionalità legata alla sua storia e alla sue specificità».

Le gole di Tiberio (geosito classificato come G4 nella relativa guida geologica) sono di rilevante interesse geomorfologico e paesaggistico.

Le rocce calcaree si sono formate nel Triassico Superiore più di 200 milioni di anni fa, mentre il sollevamento delle rocce e la conseguente formazione della gola è avvenuta a partire dal Miocene, circa 23 milioni di anni fa.

Il geosito è costituito da una gola fluvio-carsica incisa dal fiume Pollina in corrispondenza di rocce calcaree; inoltre lungo le pareti sono visibili morfologie legate all’azione fluviale e al carsismo.

Le gole prendono il nome dalla borgata di Tiberio, un casale del comune di San Mauro Castelverde dalle nobili origini, oggi quasi disabitato, mentre nel passato abitato da un centinaio di persone. Le gole nel loro complesso sono lunghe circa 450 metri e possono essere divise in tre zone.

La prima parte, di circa 100 metri, si staglia in modo imponente allo sguardo del visitatore appena arrivato nel letto del fiume; è ricca di grotte e percorribile a piedi;.

La parte centrale, quella più affascinante e suggestiva, lunga circa 250 metri e alta anche più di 50 metri, è attraversabile soltanto con i gommoni poiché la profondità dell’acqua supera gli 8 metri anche in estate, a metà percorso è presente un grosso masso che nel passato veniva utilizzato come passaggio segreto.

L’ultima parte, lunga circa 100 metri, si presenta come un lago incantato, una sorta di paradiso terrestre primordiale.

Tante le leggende legate a questo posto.

Verso la fine degli anni novanta del Novecento, alle gole fu realizzata la famosa scalinata di 400 gradini, che divenne la prima strada di accesso pubblica al sito.

In quel periodo un animale misterioso, successivamente definito come u mostru delle gole, spaventò per diversi giorni una mandria di mucche che in quel momento si rifocillava nelle sue fresche acque. Il proprietario degli animali, accortosi che nella zona c’era qualcosa di misterioso e, nello stesso tempo, spaventoso, chiese aiuto alle autorità competenti.

Nei giorni seguenti il comune di San Mauro Castelverde organizzò alcune battute di caccia in cerca del mostro delle gole, alle quali parteciparono molte persone.

Il maresciallo dei carabinieri dell’epoca dovette redigere un verbale e raccontò successivamente che in una di queste battute il capo dell’ufficio tecnico sparò tre colpi in aria nella zona iniziale delle gole, tutti pensarono che avesse colpito il mostro, ma a malincuore si accorsero che si trattava soltanto di un povero piccione.

Dopo quella battuta la ricerca del mostro fu sospesa, ma tutt’ora quando si inizia il percorso delle gole ci si sente continuamente osservati da una presenza misteriosa.

Infatti, all’inizio delle gole in una roccia a destra è possibile ammirare u mostru dall’aspetto orrendo.

Si presenta con una grande bocca aperta dalla quale fuoriescono due denti, un naso relativamente piccolo e schiacciato, e gli occhi deformati, il sinistro schiacciato e il destro aperto; la fronte è molto alta e sproporzionata.

Nel suo complesso, il suo aspetto incute timore e nello stesso tempo sembra richiedere ai visitatori massimo rispetto per i luoghi circostanti.

Le gole di Tiberio custodiscono un ambiente naturale ancora integro con una serie di bio indicatori che testimoniano, oltre il giudizio dell’uomo, questa natura selvaggia.

Tra questi ci sono, infatti, diverse specie animali che in questo geo sito vivono e si riproducono.

In primis l’anguilla, pesce a rischio estinzione diffuso nei corsi d’acqua dolce, che si riproduce nell’oceano. Quelle che vivono nelle gole sono centinaia, soprattutto nelle zone più profonde, dove l’acqua ha una temperatura più bassa ed è più ossigenata.

Le anguille appena maturano sessualmente smettono di mangiare e si muovono nuotando nei corsi d’acqua, fino a raggiungere l'oceano, dove poi depongono le uova in acque profonde e muoiono.

Non è insolito vedere, dopo anni, il ritorno alle gole delle “cieche”, i piccoli di anguilla, dalla colorazione gialla sul ventre.

E poi ancora il granchio di acqua dolce (Potamon fluviatile), un crostaceo a rischio estinzione per l’inquinamento dei fiumi.

E’ un importantissimo bioindicatore della buona qualità dell’acqua alle gole di Tiberio, dove sono molto comuni. Allo stato attuale, il granchio di fiume vive solo in pochi ambienti favorevoli, a quote inferiori a 500 metri.

Nel mondo vive solo nel bacino del Mediterraneo: in Italia, dall’Emilia Romagna alle isole, in Croazia, in alcune isole della Grecia e a Malta.

Tra gli uccelli, invece, ci sono una coppia di aquile reali che vivono a tre chilometri dalle gole, lungo il fiume, nelle montagne rocciose del comune di Pollina.

Altri rapaci volteggiano spesso sopra le gole in cerca di prede, come le poiane e i gheppi nel loro volo a “Spirto Santo”; e poi allocchi, taccole (che emigrano in altri luoghi per rientrare dopo la metà di settembre), piccioni, rondoni e gruccioni, tra gli uccelli più colorati al mondo.

Prendere parte ad una escursione nelle gole di Tiberio offre l’opportunità di vedere specie del genere, con intorno un paradiso terrestre.

È possibile fare due tipi di escursioni, organizzate dall’associazione Madonie Outdoor, quella classica che va bene per tutti (grandi e piccini), in gommone, che prevede l’attraversamento della Gola lunga 400 metri e una passeggiata lungo il fiume Pollina che, in base al periodo, si svolge a valle fino alla gola piccola o a monte fino ai laghetti, in entrambi i casi è possibile fare il bagno.

All’interno della Gola è possibile osservare: i fossili, u miricu, i nidi degli uccelli, il masso dei briganti, i giochi di luce e una vegetazione incontaminata e selvaggia immersa nel silenzio.

E poi, per gruppi più ampi (minimo 20 persone con prenotazione online o al numero 371 4647607), è possibile prolungare la visita di altre due ore e effettuare un river trekking lungo il fiume.

Le escursione saranno sospese nei giorni in cui le condizioni meteo e fluviali non consentiranno la traversata in gommone in sicurezza; inoltre sono organizzate nel rispetto delle normative nazionali e regionali per il contrasto al COVID-19.

Per quanti vorranno unire l’esperienza delle gole di Tiberio a quella della Zipline Sicilia, nel vicino comune di San Mauro Castelverde, è previsto uno sconto.

Per raggiungere le gole di Tiberio bisogna imboccare l’uscita A 20 Castelbuono (Pa) o Tusa (Me), seguire direzione per Finale di Pollina in entrambi i casi.

Superato il paese (per chi arriva da Castelbuono) o prima del paese (per chi arriva da Tusa) immettersi sulla SP 52 per San Mauro Castelverde (Pa), a 8 km (bivio Borrello) prendere a destra e proseguire sulla SP 60 per 1,5 km fino al bivio Tiberio, qui sempre a destra percorrere la stradina (prima asfaltata e poi sterrata) per circa 700 m fino all’area attrezzata La Rocca dove inizia il sentiero.
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