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Aaron lotta tra la vita e la morte: il cane bruciato vivo a Palermo affidato a LAV

​​​​​​​Ricoverato grazie all’intervento di un passante, il povero animale è in condizioni critiche: ha riportato ustioni su oltre l'80% del corpo e gravi danni agli organi interni

Balarm
La redazione
  • 11 gennaio 2024

Lotta tra la vita e la morte Aron, il pitbull che a Palermo, in via delle Croci, è stato legato con una catena ad un palo e dato alle fiamme dal suo stesso proprietario.

Ricoverato grazie all’intervento di un passante, ha riportato ustioni su oltre l’80% del corpo e gravi danni agli organi interni.

Nei giorni scorsi LAV, Lega Anti Vivisezione - l'associazione ambientalista italiana concentrata sulla salvaguardia della vita e dei diritti degli animali, si è messa al lavoro er tutelare l'animale ed evitare il suo trasferimento presso la clinica convenzionata con il Comune, troppo rischiosa secondo i veterinari curanti viste le condizioni critiche e la prognosi riservata.

Così l'associazione ambientalista ha fatto richiesta all'autorità giudiziaria di sottoporlo a sequestro preventivo e di poterlo prendere in custodia giudiziaria per farsi quindi carico di tutte le spese veterinarie e del suo mantenimento.

«Abbiamo ottenuto l'affido di Aaron - hanno comunicato sulla pagina Facebook -. LAV Onlus da questo momento è l'unica a poter decidere per lui.
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Grazie al lavoro incessante del nostro Ufficio legale, non lo lasciamo solo e continueremo a portare avanti la nostra battaglia per lui e per tutti coloro che in questo momento sono in pericolo.

A scanso di equivoci, data la disinformazione diffusa, sappiate che le spese veterinarie sono a carico nostro - sottolineano -. A queste, aggiungeremo quelle legali».

Come sta Aaron?

«È fortissimo. Non ci aspettavamo che superasse la notte. Sta lottando per vivere e i medici lo stanno aiutando come possono», concludono.

Intanto sempre Lav ha depositato una denuncia per maltrattamento chiedendo al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, di dare un segnale forte volto a tutelare tutti gli animali del territorio, emanando un’ordinanza che vieti a chi ha compiuto un gesto di tale gravità ed efferatezza di poter detenere altri animali, nonché di prevedere un accertamento sulle condizioni psichiche a tutela anche dell’incolumità pubblica.
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