Altre ruspe a Carini, la spiaggia è "un colpo d'occhio": quando si potrà fare il bagno
La battaglia del sindaco contro il divieto di balneazione: "Secondo le analisi dell'Asp l'acqua non è inquinata". Atteso il verdetto del Tar dopo il ricorso del Comune

La spiaggia ritrovata a Carini dopo le ultime demolizioni
Eppure le ultime analisi condotte dall'Asp dicono che il mare non è inquinato e che "i parametri microbiologici" sono nella norma. Dove sta quindi il problema?
«Il nodo della questione ruota attorno alla distanza del depuratore. Ma so per certo che in altre zone, nonostante una distanza molto più ravvicinata, il divieto di balneazione non c'è. Per questo abbiamo fatto ricorso».
Il sindaco si è rivolto al Tar. «Da aprile siamo concentrati su questa questione, spero che entro la fine del mese arrivi l'ok da parte dei giudici e si possa consentire la balneazione nel tratto di mare dal torrente Milioti fino al confine con Cinisi. In caso contrario sarebbe un'ingiustizia».
Anche perché in realtà i divieti non vengono rispettati. «Nel weekend arrivano almeno 2mila bagnanti - spiega Monteleone - e in tantissimi fanno il bagno nonostante sia vietato. I controlli? Cosa possono fare i vigili davanti ad una folla tale? Come possono far rispettare l'ordinanza?».
Impossibile. Così come è un compito arduo per l'amministrazione comunale mantenere la spiaggia pulita dopo l'invasione dei bagnanti.
«Per noi è un danno enorme. Con il divieto di balneazione non abbiamo potuto affidare la spiaggia ai privati, di conseguenza non è presidiata. Gestione e pulizia per il Comune sono un sforzo enorme».
Ecco perché il divieto di balneazione è per Carini un danno doppio. «Siamo fiduciosi che il Tar accolga il nostro ricorso. In alternativa chiederemo la possibilità di chiudere un tratto del lungomare, così da evitare che la spiaggia venga presa d'assalto», continua Monteleone.
Il nodo della balneazione non impedisce però alle ruspe di continuare la loro azione di bonifica sul lungomare Cristoforo Colombo.
Nei giorni scorsi è stata demolita un’altra villetta abusiva al civico 517, all’interno della quale era stato trovato amianto. La costruzione si trovava accanto ad un tratto di spiaggia di seimila metri, già bonificato dal Comune.
«Appena sarà completata la rimozione delle macerie di quest’ultima villa abusiva andata giù, presumibilmente in settimana, sarà un colpo d’occhio guardare la spiaggia», commenta Monteleone.
L'ultimo intervento ha consentito la liberazione dal cemento di 30mila metri quadrati. Nell’area erano due gli immobili abusivi, ma il Comune ha dovuto fare i conti con i tanti pozzi neri, le fondazioni e le altre costruzioni sotterranee.
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