Ruspe a Carini, via 46 abusivi e riaffiora un km di spiaggia: la lotta sul mare balneabile
Dopo la sentenza della Consulta può andare avanti il piano anti-abusivismo. La battaglia del sindaco: "Ecco perché è inapplicabile il divieto di fare il bagno"

La spiaggia di Carini dopo l'intervento delle ruspe
Il divieto di costruire entro i 150 metri dalla battigia in Sicilia è legittimo. E per uno dei paladini della lotta all'abusivismo edilizio non può che essere una buona notizia.
«Gli uffici - commenta - potranno adesso lavorare con più serenità. Con questa decisione si taglia definitivamente la testa al toro. È vero che si tratta di una legge solo siciliana, ma per una volta il legislatore ha fatto una cosa buona».
Dopo le 46 demolizioni di case abusive, il piano per la legalità su cui Monteleone ha scommesso può andare avanti senza troppi ostacoli. Ad eccezione di quelli legati al personale.
«Gli operai per demolire le strutture scarseggiano - spiega - dunque è difficile procedere spediti. Ma le ruspe non si fermano e andranno avanti ancora per tanti anni».
Come spiega il sindaco, su 9 chilometri di costa nel territorio di Carini, al momento solo un chilometro e mezzo è stato restituito alla vista di chi percorre il litorale.
«Dagli anni Settanta qui si è costruito ovunque - aggiunge Monteleone -, ci vorrà ancora molto tempo e tanto lavoro prima di completare l'opera».
Carini è il fiore all'occhiello della Sicilia nella battaglia contro l'abusivismo edilizio. Basti vedere i numeri degli ultimi due anni. A parlare chiaro non sono solo le 46 demolizioni.
Anche i fondi pubblici utilizzati per gli interventi, la dicono lunga. Risorse destinate alle demolizioni sia dalla Regione che dal Mit.
«Su un milione di euro 800 mila sono finiti nelle casse del Comune di Carini - spiega il sindaco -. Ma a questo finanziamento abbiamo aggiunto noi altre somme».
I numeri raccontano però anche un'altra verità: nel resto della Sicilia la lotta all'abusivismo edilizio è ancora all'alba, visto che l'80% dei fondi sono stati impiegati da un solo Comune.
Nell'attesa che l'esempio di Carini venga seguito anche da altre amministrazioni, Giovì Monteleone sta conducendo anche un'altra battaglia: avere un mare balneabile.
«Al momento abbiamo un problema - spiega -, l'assessorato ha imposto il divieto di balneazione, nonostante le analisi dell'Asp dicano che l'acqua è pulitissima. Abbiamo chiesto una modifica del decreto, anche perché rischia di essere un provvedimento inutile».
Il motivo? «L'anno scorso le forze dell'ordine non riuscivano a intervenire per vietare la balneazione. Come si fa a impedirlo contemporaneamente a duemila persone?». E poi c'è anche il tema della pulizia e della lotta a chi sporca la spiaggia.
«Il mare balneabile ci consentirebbe di affidare tratti di costa ai privati - aggiunge -. In caso contrario per l'amministrazione la gestione sarebbe uno sforzo enorme. Come è successo la scorsa estate».
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