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Amati da tutti al primo morso, pure da Sciascia: i taralli che fanno (solo) in Sicilia

A una ventina di chilometri dalla Capitale della Cultura del 2025, Racalmuto è terra promessa. Di scrittori, letterati e pasticceri: vi raccontiamo di una ricetta prelibata

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 13 settembre 2025

Taralli al limone

“Dammi tre parole: tarallo, limone e Racalmuto. Dammi un dolce che non fa parlare”.

Nel senso incompiuto (Valeria Rossi perdoni la nostra l’intrusione) di una canzone che fece parlare di sé, la mente (e non solo) volge lo sguardo nell'agrigentino.

A una ventina di chilometri dalla Capitale della Cultura del 2025, Racalmuto è terra promessa. Di scrittori, letterati e pasticceri.

Nella città di Leonardo Sciascia l’appetito vien mangiando. Tra una lettura e un’altra non puoi fare a meno di un dolce tipico.

Quale? Il tarallo al limone. Nell’attesa di una chiacchierata con l’attore e protagonista Salvatore Mattina, perché non anticipare i tempi e gustare il dolce tipico?

Allora facciamolo senza remore alcuna. E tutto ebbe inizio con un “pensiero dolciario”: «Il dolce tipico di Racalmuto dal sapore unico.

Quello che vanta le origini più antiche e di maggiore notorietà è il tarallo al limone: fatto con prodotti semplici e genuini della nostra terra, il quale nel tempo ha conservato le sue caratteristiche diventando il prodotto d’eccellenza».

Migliore introduzione non poteva esserci! Nelle parole di Salvatore avvertiamo garbo e gentilezza, veri e propri marchi di fabbrica.

Sono gli ingredienti astratti che da anni - tanti - fanno parte della famiglia.

E se al primo morso lasciamo che sia il silenzio a prevalere, al secondo viene spontaneo sapere dove e quando tutto ebbe inizio. Grazie allo zio “Cacioppu”, circa 40 anni fa.

Se il tarallo ha una certa età (millenaria), lo zio aveva la ricetta segreta per migliorare la qualità. Tramandata al nipote e poi a Salvatore (figlio del nipote). Della ricetta, pur cercandola, non abbiamo traccia.

Dov’è? Si trova nel ricettario della famiglia. Ben tenuta, non preoccupiamoci. Proviamo a sbirciare con l’occhio intrepido, chissà non spunti la sorpresa.

Ecco gli ingredienti chiave (lavorati a mano): farina, latte, strutto, ammoniaca di sodio, limone e zucchero. Tutto genuino, prodotto in casa (Racalmuto).

Nel periodo “di li morti”, oltre al limone viene preparato il tarallo al cioccolato, pistacchio e fragola.

Le varietà ingolosiscono, siamo in preda al “panico del gusto”. Come possiamo uscirne? Bella domanda. Anzi, a dirla tutta, proviamo ad assaporare il prossimo tarallo.

Nel frattempo Salvatore ci illustra la nuova specialità: il gelato al tarallo. Una novità nel settore. Un motivo d’orgoglio. Per lui, la famiglia e noi… curiosi assaggiatori. Il tarallo è un prodotto unico e speciale, inimitabile.

In tanti hanno avuto l’onere e l’onore di lasciarsi ammaliare dalla dolcezza e tanti lo saranno in futuro.

Senza dimenticare lui, uno dei massimi esponenti della letteratura italiana: Leonardo Sciascia. Come se fosse la prima volta, si lasciava andare alla solita battuta: «Oggi finiamo a vino e tarallucci». Uomini d’altri tempi! Cala il sipario (delle parole) a Racalmuto.

Mentre architettura e storia sono materie per palati fini, l’eccellenza pregiata si chiama tarallo al limone.
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