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Amato dai catanesi è il "nettare bianco" dal sapore divino: il mandorlo, tra storia e mito

Dal gusto unico e irresistibile, è una vera bontà a cui difficilmente si riesce a rinunciare. Tuttavia, non tutti sono a conoscenza delle sue origini

Livio Grasso
Archeologo
  • 23 aprile 2022

Latte di mandorla siciliano

Servito freddo e, soprattutto, in una di quelle giornate estive irradiate da un sole cocente il latte di mandorla è una delle bevande più gettonate e apprezzate da parte dei catanesi. Dal gusto unico e irresistibile, è una vera bontà a cui difficilmente si riesce a rinunciare. Tuttavia, non tutti sono a conoscenza delle sue origini; innanzitutto, tanto per fare un rapido excursus storico, l’albero di mandorlo affonda le proprie radici nell’area dell’Asia sud-occidentale venendo coltivato sin dall’età del bronzo. L’“amaro sapore” dei suoi frutti, per di più, era particolarmente decantato in alcuni libri sacri di antichissime civiltà.

Altre ricerche, inoltre, hanno confermato che le mandorle divennero oggetto di commercio sotto i Fenici; furono loro, a quanto pare, i primi a renderle note in Sicilia e in gran parte del Mediterraneo. Ben presto, infatti, ebbero larga diffusione anche tra i Greci che, oltre ad elogiarne il sapore, ne avevano individuato le straordinarie potenzialità nutritive. Ulteriori approfondimenti hanno dato prova del loro uso anche per la preparazione di salse; in passato, infatti, non erano pochi i casi in cui venivano approntate delle salse a base di mandorle. Fu, però, dal periodo medievale che le tavole sfoggiarono per la prima volta il fatidico latte di mandorla.
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Lo attestano chiaramente i ricettari di quell’epoca, attribuendone l’invenzione ai monaci cristiani. Interessanti sono pure alcune leggende che si sono sviluppate nel corso del tempo; tra le più appassionanti, indubbiamente, rientra l’episodio mitico che ha per tematica proprio la nascita del mandorlo. Si tratta della storia che vede come protagonisti Fillide, principessa di Tracia, e Acamante, figlio di Teseo; prestando fede alle fonti mitologiche, quest’ultimo sarebbe sbarcato in Tracia durante il viaggio verso Troia. Però, l’aneddoto rivela pure che l’eroe dovette ripartire di nuovo per combattere la guerra contro i troiani.

Fillide,invece, rimase nella sua terra ad aspettare che facesse ritorno sano e salvo da lei; ma la sorte non fu affatto benevola. Dal giorno della sua partenza erano già passati dieci lunghissimi anni e la giovane donna, in pena per il suo amato, si lasciò morire di disperazione. La sua tragica fine impietosì persino la dea Atena che, facendo uso dei propri poteri, trasformò la povera vittima in un mandorlo.

Poco dopo, Acamante rientrò in Tracia e il sol desiderio che serbava nell’animo era proprio quello di annunciare il suo arrivo a Fillide. Quando venne a conoscenza della triste verità, si abbandonò ad un doloroso pianto.

Col cuore in frantumi, si recò al cospetto dell’albero e abbracciò teneramente il tronco. Ecco che improvvisamente accadde qualcosa di incredibile: dai rami non spuntarono foglie, ma solo fiori dolci e delicati. Un incantevole prodigio che, secondo la leggenda, si ripete ogni anno con l’ingresso della primavera.

Ed è proprio nell’arco compreso tra la stagione primaverile e quella estiva che il consumo del latte di mandorla risulta elevatissimo. Inoltre questo drink dal sublime gusto, viene spesso preparato in casa con le proprie mani; e poi, in particolar modo a Catania, quasi tutti ne sono completamente ghiotti.

Esistono vari modi per realizzarlo: c’è chi predilige il metodo più sbrigativo che consiste nel diluire il panetto con l’acqua, così come c’è chi preferisce frullare le mandorle siciliane spellate con dell’acqua. Ovviamente, in quest’ultimo caso il tempo impiegato per approntarlo è di gran lunga maggiore. Ad ogni modo, ne risulterà ugualmente un “nettare bianco" dal sapore divino.
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