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Anche Liz Taylor aveva le sue opere: Jean Calogero, una vita tra Aci Castello e Parigi

Un artista di rilievo internazionale che pochi conoscono. Con la sua arte fece conoscere al mondo anche i paesaggi della Sicilia e in particolare del territorio catanese

  • 3 gennaio 2022

In una villetta al civico 50 di via Francesco Crispi ad Aci Castello, strada parallela e prossima al bellissimo lungomare e al Castello che è corpo unico con la roccia lavica, si trova la casa-museo del pittore catanese Jean Calogero.

Artista di rilievo internazionale, Calogero si divise tra la sua terra d’origine e Parigi e con la sua arte fece conoscere al mondo anche i paesaggi della Sicilia e in particolare del territorio catanese.

L’esperienza della visita in questo luogo magico mi ha ricordato l’emozione che si ha entrando nell’atelier di Cézanne a Aix-en-Provence, nel sud della Francia.

La possibilità di poter vedere lo spazio intimo di lavoro del Maestro, il suo camice imbrattato di pittura, gli oggetti personali, ritrovare colori e i pennelli così come erano stati lasciati e infine l’ultima tavola alla quale stava lavorando, ancora li sul cavalletto, pronta a ricevere le ultime pennellate.

Il tutto fermato in un frame infinito, un istante che dura nel tempo e che ci racconta la vera essenza dell’artista. Una intensa visita guidata da Luigi Nicolosi, il bravissimo e coinvolgente direttore artistico dell'Archivio Jean Calogero, che riesce bene nell’intento di fare entrare dentro il mood dell’artista, scomparso nel 2001, accogliendo all’interno dello spazio privato e creativo, in cui ideava e operava l'artista surrealista nel quale ha vissuto per 40 anni insieme alla musa-moglie Nuccia e ai figli Patrizia e Massimiliano, facendo spola tra Aci Castello e Parigi.
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Luigi illustra sapientemente ed in modo empatico questo spazio intimo che conosce molto bene, anche perché è il genero di Calogero. Luigi Nicolosi è, infatti, il marito di Patrizia Calogero, quest’ultima è l’amata figlia dell’artista che fra l’altro compare in una bellissima foto esposta all’interno della casa-museo che la ritrae piccolissima insieme al padre, mentre le fa da “modella” in un tenero gioco complice tra padre e figlia.

Grazie al lavoro instancabile di Patrizia e Luigi, che con passione e amore portano avanti la divulgazione delle opere e dell’arte di Jean Calogero, oggi è possibile ammirare e conoscere la cifra stilistica di questo incredibile artista.

A proposito del quadro incompiuto, ancora posizionato sul cavalletto davanti lo sgabello dell’artista, che si incontra subito entrando nell’atelier, Patrizia racconta: «Questo è un quadro incompiuto. L’unico. Ricordo bene la data della sua nascita perché coincide con la fine della produzione artistica di mio padre.

Era il 10 Novembre 2001. Papà stava lavorando. Preparava la tela a ricevere l’ennesima emozione. Ma improvvisamente il suo grande cuore lo ha tradito e, dopo cinque giorni, il 15 novembre, si è spezzato. In quel momento tutto si è fermato. Ogni cosa è rimasta immobile, in attesa: i colori, vivi e brillanti nella tavolozza, la musica classica ad alto volume, l’aria intrisa di colore e acqua ragia. Tutto è rimasto sospeso, in attesa di quel tocco di pennello che, come una bacchetta magica, avrebbe completato il quadro […]».

Il talento di Jean Calogero, pseudonimo di Giovanni Calogero nato a Catania nel 1922, si distinse nel pieno fervore culturale della città di Parigi, tra quello dei grandissimi artisti del Novecento, riuscendo ad essere premiato nel 1957 con la Grande Medaglia D'Argento, massimo riconoscimento della città agli artisti ancora in vita. Nel 1959 viene inserito nel catalogo internazionale dell'arte BENEZIT, tra i più autorevoli della pittura mondiale.

Leonardo Sciascia consacrò Calogero tra i Surrealisti e scrisse di lui nel 1970: “Direi, ecco, che Calogero è un surrealista quale poteva nascere in Sicilia: uno che non opera l’epanchement du reve dans la vie rèelle, ma totalmente sfugge alla vita reale”.

Calogero ha svolto la sua attività artistica fra Catania e Parigi, città in cui arriva nel 1947. La capitale francese aveva visto l’affermazione della corrente surrealista negli anni ’20 del Novecento con Breton, Mirò, Magritte e Dalì, e ora andava incontro all’affermarsi della pittura informale, corrente artistica incentrata sull’abbandono della forma a vantaggio del colore: la macchia di colore, i grovigli di colore, divengono il vero soggetto dell’opera.

I dipinti di Calogero, sebbene presentino degli elementi figurativi – alcuni dei quali ritornano in tutta la sua produzione artistica – mostrano come il colore sia per lui il veicolo fondamentale dell’espressione artistica. Tanto che il pittore affermerà: «Quello che a me interessa nella pittura è il colore. Il soggetto è un pretesto».

Il pittore quindi si muove in questo periodo fra queste due coordinate, che mostrano la loro influenza sulle sue opere, ma senza che queste siano riconducibili ad una corrente precisa. Infatti va sottolineato come l’arte di Calogero, seppur pervaso dalle correnti in voga a Parigi nel periodo in cui vi soggiornò, ha dato vita ad uno stile del tutto personale: un’arte onirica ma anche fondamentalmente tangibile e riconoscibile nei riferimenti.

L’artista catanese amava molto i colori brillanti, atti a sottolineare le sensazioni nate dai luoghi e dai soggetti ritratti. Il suo modo di trattare il colore è quasi scultoreo, la sua è una pittura materica, quasi a rilievo, tridimensionale.

A conferma di ciò Calogero scriveva: “Quando dipingo, mi metto davanti alla tela ed è come se mi chiudessi in una bolla di cristallo. Comincia un viaggio attraverso l’immaginazione e non so dove mi porterà …”.

Catania rimarrà uno dei punti focali della sua vita di uomo e artista. Il legame con la “città dell’elefante” è evidente in una serie di opere che hanno per soggetto Piazza Duomo e la festa di Sant’Agata, colte nei loro particolari e riproposte nella varietà di colori che coincide con la variegata umanità che popola quotidianamente questi luoghi così suggestivi.

«Le mie opere hanno percorso in lungo e in largo i continenti e io con esse. Ma solo in Sicilia, terra ricca d’umori e di colori, riesco a prendere a piene mani luci e sogni», questa frase di Calogero condensa tutto l’amore dell’artista per la propria terra. Parigi e la Sicilia, sono per lui grande fonte di ispirazione, tanto da dividersi tra questi due luoghi fisicamente e spiritualmente.

Vagava con la fantasia e li unificava. Dipingeva Parigi con le pale di ficodindia o il Duomo di Catania con un cielo grigio e Aci Castello con un cielo scuro e fumoso, dalle tipiche atmosfere parigine.

La casa-museo fa parte di un percorso turistico-culturale in quattro tappe ad Aci Castello, che mira alla connessione dei centri più importanti legati alla vita e alle opere di Jean Calogero.

L’itinerario è così concepito.

La prima tappa è la Biblioteca “G. Verga”” nella quale è allestita la “Sezione Jean Calogero” formata da testi dedicati alla sua attività artistica e da volumi appartenenti alla biblioteca personale del pittore.

La seconda tappa è al Castello Normanno (Piazza Castello) e nella “Cappella bizantina” intitolata al Maestro, nella quale si possono ammirare tre grandi tele donate dalla famiglia al Comune del borgo marinaro. Il tour del Castello permette di scoprire molti scorci paesaggistici rappresentati nelle tele del pittore.

La terza tappa è la Chiesa di San Giuseppe (Piazza Castello), che ospita quattro dipinti di grande spessore artistico e cromatico rappresentanti L’Annunciazione, San Francesco d’Assisi, San Giorgio e la Fuga in Egitto che il Maestro realizzò appositamente per questo edificio sacro durante i lavori di restauro.

Infine, ultima tappa, è l’Atelier di Jean Calogero dove, all’interno della casa-studio dell’artista, si possono apprezzare le opere appartenenti alle varie fasi della sua prestigiosa carriera artistica oltre, come sottolineato, a consentire una vera e propria immersione nella vita, nel pensiero e nell’immaginario creativo di Calogero.

Si progetta la realizzazione di un museo permanente che permetta la fruizione completa delle opere del pittore per comprenderne appieno l’iter e il messaggio veicolato nei suoi dipinti così energici.

I suoi dipinti figurano in importanti collezioni pubbliche e private, come il Museo d’Arte Moderna di Parigi, il Museo d’Arte di Tokyo, il Museo D’Arte Moderna di New York, il Museo d’Arte Moderna di San Paolo del Brasile, il Museo d’Arte Moderna di Palermo, il Museo Diocesano di Catania e il MF Museum & Fashion di Marella Ferrera di Catania.

Curiosità: Tra le personalità che posseggono le sue opere vi sono Gregory Peck, Judy Garland, Bing Crosby (Hollywood), Nathan J.Blumberg (Hollywood), Nat King Cole (New York), Gary Cooper (Hollywood), Robert Mitchum (Hollywood), Liz Taylor e Richard Burton (Londra).

Consiglio: visitando la casa-museo, soffermatevi sui meravigliosi disegni, schizzi e bozzetti realizzati a penna dal Maestro. Sono dei veri capolavori in miniatura.
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