Arrivano tre dissalatori mobili in Sicilia: inizia il piano anti-siccità (da 250 milioni)
Sono stati realizzati grazie alla collaborazione tra la Regione Siciliana, Siciliacque, Acciona Agua e le Strutture commissariali per l’emergenza idrica

Sono state realizzate grazie alla collaborazione tra la Regione Siciliana, Siciliacque, Acciona Agua e le Strutture commissariali per l’emergenza idrica.
L’arrivo di questi dissalatori è stato considerato un intervento "strategico" da parte del governo regionale, in grado in teoria di garantire la sicurezza idrica delle province a maggior rischio siccità della Sicilia, sebbene l’intera operazione abbia subito anche qualche critiche, da parte di ambientalisti e altre istituzioni.
«Questa consegna in tempi record è il frutto di una precisa scelta politica e amministrativa», ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
«Gli impianti non sono l’unica soluzione, ma parte di un piano più ampio che conta oltre 200 interventi infrastrutturali. Il nostro obiettivo è costruire una Sicilia più resiliente e sicura dal punto di vista idrico».
I dissalatori, ciascuno capace di produrre 96 litri al secondo di acqua potabile, tramite l’osmosi inversa, rientrano all’interno di un piano strategico del valore complessivo superiore ai 250 milioni di euro.
Comprenderà non solo i dissalatori, ma anche opere di allaccio a terra e in mare e la realizzazione di nuovi pozzi e sorgenti, oltre che impianti di sollevamento, reti e acquedotti.
A gestire l’operazione è Siciliacque - la società mista partecipata da Italgas (75%) e dalla Regione (25%), che ha avviato un piano di investimenti pluriennale da 250 milioni di euro – mentre i dissalatori sono stati prodotti da Acciona Agua, società spagnola leader mondiale nel settore della dissalazione, la cui filiale italiana è diretta da Pietro Tota.
In un contesto climatico sempre più estremo, con piogge irregolari, anni molto aridi, un aumento degli incendi e i bacini idrici in costante sofferenza, la gestione dell’acqua è sicuramente una delle chiavi che consentiranno la sopravvivenza stessa di diversi comuni dell’entroterra siciliano, situati in territori già piegati da anni di sofferenze e spese.
Come accennato sopra, però, la realizzazione dei dissalatori non è una soluzione che ha convinto tutti.
Diversi ambientalisti criticano la loro realizzazione, nel contesto molto complesso della nostra isola. Diverse associazioni, esempio, evidenziando per diversi aspetti critici legati alla tecnologia utilizzata da Accione Agua.
In questo contesto, le associazioni ritengono che l'installazione di dissalatori non affronti la causa principale del problema della siccità e possa portare a un aumento elevato dei costi per i cittadini dell’acqua pubblica, senza risolvere efficacemente la crisi idrica.
Sarebbe opportuno, secondo loro, preferire la realizzazione radicale di una nuova rete idrica regionale, considerando che l’attuale rete perde ingenti quantità di acqua, sperperandone enormi quantità.
I dissalatori, inoltre, per funzionare efficacemente devono essere alimentati da molta energia. Nella maggioranza dei casi, buona parte di questa energia viene recuperata sfruttando i combustibili fossili, anche se i nuovi impianti cercano di limitare la propria impronta ecologica prevedendo la realizzazione di nuovi centri fotovoltaici.
La loro presenza nel territorio costiero può infine provocare alcuni disturbi ambientali agli ecosistemi marini, per via della produzione di reflui post-trattamento dell’acqua di mare (trattasi soprattutto di concentrazioni molte elevate di sale).
Per rispondere a queste critiche, Siciliacque, ha avviato un piano di potenziamento dell’intera rete idrica regionale, che prevede la realizzazione di 1.942 chilometri di tubature.
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