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Ballarò cambia volto: come sarà il mercato coperto che dà luce alla chiesa del Carmine

Il mercato di Ballarò avrà presto un nuovo volto, frutto di una progettazione partecipata che ha coinvolto mercatari, residenti, associazioni, istituzioni e università

  • 16 settembre 2020

Il rendering della piazza del "mercato grande" coperto in piazza del Carmine a Ballarò

Ballarò avrà presto un nuovo volto, frutto di un bell’esempio di progettazione partecipata che ha coinvolto “mercatari”, residenti, associazioni, istituzioni e università.

I lavori sono partiti da qualche mese e già si inizia a intravedere qualcosa del primo dei due cantieri che ha il compito di riqualificare una prima area del mercato storico più antico di Palermo.

Ma la grande attesa riguarda il secondo cantiere, per il quale il 10 settembre è stato firmato un contratto da 4 milioni di euro, che prevede la realizzazione del vero e proprio mercato coperto che darà una luce nuova alla piazza del Carmine, lasciando finalmente libera la facciata della sua chiesa dalle bancarelle attualmente ammassate e facendola così riemergere in tutto il suo splendore.

Una copertura di poligoni colorati e irregolari darà forma a uno spazio esagonale grande circa 650 metri quadri che ospiterà dei box che verranno assegnati ai negozianti che attualmente popolano la piazza.
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Viene definita architettura leggera: una struttura tubolare molto sottile, capace di restituire una sensazione di leggerezza, sarà realizzata in ferro e tende policrome in pvc, con scelte di design innovative che strizzano l’occhio al passato ma lo fanno rivivere in chiave contemporanea, rispettano il valore storico e custodiscono la monumentalità del luogo che già nel secolo scorso era stato caratterizzato dalla presenza di una struttura coperta e funzionale molto apprezzata.

L'area mercatale coperta comprenderà i box per la vendita di carne, pesce e frutta che saranno tutti in ferro e lamiera grigliata colorata; due di essi saranno destinati a una caffetteria e a un infopoint.

Questo secondo cantiere prevede anche la ripavimentazione della piazza con il recupero del basolato storico.

I lavori, attualmente in corso, della copertura più piccola, che chi si trova di fronte alla chiesa vede alla propria sinistra, potrebbero concludersi già entro un paio di mesi, mentre a fine settembre cominceranno quelli della copertura principale che sostituirà quella storica, costruita attorno agli anni ’20 e smantellata negli anni ’70, che veniva chiamata “u capannuni” e che i negozianti rimpiangono.

L’opera è finanziata con fondi PO FESR Sicilia 2014-2020 e il progetto è stato affidato dal Comune di Palermo allo Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari) che si è avvalso della collaborazione del Dipartimento di Ingegneria e del Darch (Dipartimento di Architettura) dell'Università degli Studi di Palermo che ha lavorato a un progetto di ricerca-azione sul mercato.

Inserita nel progetto di riqualificazione del quartiere c’è anche la realizzazione di venti alloggi popolari, per cinque dei quali, in via Chiappara, sono già iniziati i lavori.

L’interlocuzione dello Iacp con l’associazione Sos Ballarò ha dato vita a un processo di rigenerazione urbana condiviso. Già con le prime assemblee pubbliche avviate nel 2015, l’esigenza dei “mercatari” era chiara: rivitalizzare il mercato. E la soluzione di tornare al mercato coperto era da sempre nell’aria.

«I venditori sono entusiasti e in fermento - commenta Giacomo Terranova, presidente dell’Associazione mercato storico Ballarò che porta avanti le istanze del mercato e svolge con l’associazione un importante lavoro di mediazione tra l’amministrazione pubblica e i venditori. - La speranza è che porti ossigeno, che riporti i palermitani a fare la spesa al mercato di Ballarò e che diventi un’ulteriore attrazione per i turisti».

«Finalmente c’è una visione sul futuro di Ballarò - dice Massimo Castiglia, presidente della prima circoscrizione. - Questo progetto, insieme al mercato dell’usato, può essere un volano per il rilancio del quartiere. Ballarò e l’Albergheria ce la possono fare perché hanno al loro interno la forza per rilanciarsi autonomamente. La costruzione del mercato coperto è una spinta, non è l’unica ma è una spinta importante».
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