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Bufere d'estate in Fratelli d'Italia: perché Manlio Messina ha lasciato il partito

Il parlamentare ed ex assessore al Turismo in Sicilia ha aderito al Gruppo Misto alla Camera. "Ho sentito dire di tutto e di più. Chi mi ha fatto male mi ha reso più forte"

Luca La Mantia
Giornalista
  • 1 agosto 2025

Manlio Messina e Giorgia Meloni

Dalla comunicazione istituzionale a quella più informale sui social. In due momenti, a distanza di poche ore, il deputato Manlio Messina ha annunciato la sua decisione di lasciare Fratelli d'Italia e di rassegnare le dimissioni dal gruppo parlamentare.

Un addio che non ha una sola causa, come ha spiegato su Facebook e Instagram, ma «una scelta ponderata. Una scelta dettata da ciò che di più profondo sento dentro di me. Solo chi mi conosce davvero può immaginare quanto sia stata difficile».

Nel suo primo annuncio il deputato 51enne, catanese, ex assessore regionale al Turismo nella giunta Musumeci e tra i big meloniani di Sicilia, ha precisato di non voler aderire ad altri partiti, «nè ora nè in futuro. Nei prossimi giorni valuterò con senso di responsabilità se proseguire il mio mandato parlamentare, continuando a sostenere il presidente Giorgia Meloni e il suo governo, oppure se concludere anticipatamente questa esperienza, lasciando anche il ruolo da deputato».

C'è un legame tra la scelta di Messina e l'inchiesta che coinvolge altri esponenti di Fratelli d'Italia come il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno e l'assessore al Turismo Elvira Amata? Non arrivano conferme, anche se la decisione del deputato è arrivata a poche ore dall’audizione degli altri meloniani davanti al collegio dei probiviri di Fratelli d'Italia.

Messina non è indagato nell'inchiesta in Sicilia, ma il suo nome compare più volte nei dialoghi registrati dagli investigatori. In passato, inoltre, è stato al centro di polemiche sul caso della partecipazione della Regione siciliana al Festival di Cannes, da cui ha preso avvio l'indagine condotta dalla Procura di Palermo.

Lo scorso marzo, invece, l'ex assessore al Turismo si era dimesso da vice capogruppo alla Camera dei deputati nel pieno delle inchieste sui contributi dell’Ars finiti ad associazioni riconducibili al deputato regionale Carlo Auteri, vicino allo stesso Messina.

Nel suo post sui social, però, il deputato, passato al gruppo Misto precisa: «In queste ore ho sentito dire di tutto e di più sulle ragioni che mi hanno portato a questa decisione. E capisco che, essendo un personaggio pubblico, sia inevitabile. Ma vi deluderò: non c’è un motivo unico, non c’è un colpevole o un episodio preciso».

E aggiunge: «È una scelta intima, che custodisco nel cuore, insieme ai ricordi più belli di questa straordinaria comunità umana e politica che ho avuto l’onore di rappresentare per tanti anni e in tante istituzioni».

E rivolgendosi ai suoi follower ha scritto: «A voi, che mi avete sempre sostenuto e voluto bene, so che dovrei dare una spiegazione. Ma so anche che saprete perdonarmi se non lo farò. Fidatevi di me, ancora una volta. A chi invece mi ha voluto male, a chi mi ha denigrato e logorato, dico grazie».

E spiega perché. «Perché il male che mi avete fatto mi ha insegnato a distinguere l’amicizia dall’opportunismo, l’amore dall’odio, l’invidia dalla gioia per il successo altrui. Mi avete reso più forte, più uomo, e mi avete fatto capire che la cattiveria è un sentimento che non mi appartiene. Ho tanti difetti, certo. Ma non la cattiveria».
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