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Campi da padel, tennis e un cinema: a Montevago riapre la "Città dei Ragazzi"

La "Città dei Ragazzi" era stata in funzione per una quindicina di anni dalla sua costruzione, ma poi fu abbandonata e vandalizzata. Vi raccontiamo la sua storia

Jana Cardinale
Giornalista
  • 4 dicembre 2025

È nuovamente realtà, a Montevago, il Centro Culturale Ricreativo dei Giovani, oggi intitolato all'ingegnere Alessio Scirè. La cosiddetta "Città dei Ragazzi", che dopo anni di lavoro e di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale, torna a essere uno spazio moderno e accogliente, restituito all'intera cittadinanza quale cuore pulsante per la cultura e l'aggregazione sociale.

E proprio sulla falsariga di quest’esempio virtuoso, il Comune di Montevago sta pensando di gestirne allo stesso modo uno all’interno del Centro Culturale, per promuovere l'innovazione, la formazione e lo sviluppo lavorativo dei giovani nel territorio, attraverso collaborazioni e progetti. La "Città dei Ragazzi" era stata in funzione per una quindicina di anni dalla sua costruzione, ma poi fu abbandonata e vandalizzata.

Soddisfatta il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo, che ha ringraziato tutti i presenti e i ragazzi della scuola in particolare, oltre agli assessori della sua Giunta, e alla presidente del Consiglio Comunale, Antonella Migliore, per supportarla e sostenerla nel lavoro portato avanti per la crescita del territorio. «Questo momento rappresenta una rinascita del territorio del Belice – ha detto -. Il progetto pensava proprio a una rinascita di Montevago, ma è dedicato a tutti i giovani del Belice.

Per tanti anni la Città dei Ragazzi è stata questa. Adesso la riapriamo alla fruizione ricordando un nostro concittadino che ha sempre portato nel cuore Montevago, spendendosi quando non c’era ancora la Protezione Civile per tutelare la popolazione. È importante restituire al quartiere una zona rivalutata, e ai giovani un campetto di padel, di tennis, una sala cinema e un luogo dove potersi ritrovare. La nostra idea è anche farne una sede di coworking, per coinvolgere tanti giovani che lavorano fuori e che magari possono tornare nei loro territori».

Era un progetto dell’ingegnere Scirè, donato al Comune di Montevago e rimasto per troppo tempo nel cassetto. Scirè, figura conosciuta e amata in quella città, nell’anno del terremoto era comandante dei Vigili del Fuoco a Bergamo, ma il suo legame con la terra natia era fortissimo e qualche giorno dopo il sisma del 15 gennaio 1968 si trovava già sul posto a coordinare gli interventi, sempre in mezzo alla sua gente.L'intitolazione del distaccamento degli stessi Vigili del Fuoco di Santa Margherita di Belice alla sua memoria, il 3 marzo 2022, è un riconoscimento tangibile del suo contributo al territorio, e sottolinea l'impronta positiva che ha lasciato non solo come professionista, ma anche come persona.

Per il Centro, risale al 1977 un decisivo finanziamento di 215 milioni dalla Regione Siciliana che, assieme al ricavato dei "Quaderni di Montevago", di circa 16 milioni e di un contributo della Presidenza dell’Assemblea Siciliana di circa 61 milioni, permise di appaltare l’opera. Direttore dei lavori fu nominato allora Sebastiano Monaco, giovane architetto laureatosi a Firenze con il massimo dei voti e già insegnante alla facoltà di architettura dell’Università di Palermo. Il suo studio si rivelò successivamente uno dei migliori di architettura nel panorama nazionale, per aver progettato, tra gli altri, il nuovo Palazzo di Giustizia di Palermo e il recupero del Collegio dei Gesuiti e del Castello di Salemi oltre che il nuovo Ospedale di Castelvetrano. L’opera fu completata in poco tempo e già agli inizi degli anni Ottanta fu inaugurata con una partecipata mostra del pittore sambucese Gianbecchina. Da allora e per parecchi anni successivi fu sede di esposizioni, convegni ed eventi.

La ‘Città dei Ragazzi’ divenne poi centro di aggregazione per una intera generazione di giovani con cineforum e dibattiti culturali. Fino all’inizio degli anni Novanta continuò a essere centro di aggregazione sociale con iniziative organizzate dalla Pro Loco e dall’Amministrazione Comunale, e accanto alla struttura fu costruito un campo da tennis molto frequentato, anche dopo la chiusura del Centro.

Indimenticabile per il territorio la figura di ‘Mastru Liddu’ il custode tuttofare, capace di aggregare i ragazzi e di fare rispettare le regole, che per una decina di anni fu il punto di riferimento di coloro che partecipavano alle varie iniziative culturali e ricreative. Un uomo sempre disponibile, che non guardava mai all’orario di lavoro. Andato in pensione, non fu più sostituito, e la Città dei Ragazzi fu progressivamente abbandonata e poi vandalizzata. Oggi 91enne, ha voluto presenziare all’inaugurazione del Centro, offrendosi anche come volontario per questo nuovo corso dell’importante edificio dedicato ai giovani.

Significativi, durante la cerimonia, due interventi a cura di due ragazzi rappresentanti della Cooperativa Quadrifoglio, che nell'ambito del progetto "Note tra le righe", hanno inaugurato due laboratori creativi dedicati ai giovani dai 14 ai 25 anni: "Suono, scrivo, canto" e "Generazione Z: futuro in costruzione". I ragazzi hanno scritto e musicato un brano ispirato alla storia di Paolo, un quattordicenne che si è tolto la vita prima dell'inizio dell'anno scolastico. La canzone è un messaggio potente: abbattere le barriere, guardare oltre le apparenze e prestare attenzione all'anima delle persone che ci circondano. Un invito rivolto a tutti e in particolare a chi subisce bullismo, a non chiudersi e a chiedere aiuto senza vergogna, e a chi sta intorno, a essere più attenti e sensibili.
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