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Castelbuono, città creativa per l'Unesco: "Eccellenze gastronomiche da generazioni"

L'intervista al sindaco ci porta a scoprire le buone pratiche, tra innovazione e tradizione, che hanno portato a candidarsi a "Città creativa Unesco 2023"

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 1 marzo 2023

Piazza Castello a Castelbuono

È ormai assodato che la Sicilia si sta lasciando alle spalle i vecchi stereotipi che la incastonavano unicamente come terra di vacanze balneari e turismo da spiaggia.

La candidatura di Castelbuono "Città Creativa UNESCO 2023" è un'ulteriore sottolineatura e affermazione di una rivoluzione che, a differenza degli anni passati, non arriva più dalle grandi città o dalle località storicamente note ai grandi flussi turistici.

È nei piccoli centri dell'entroterra dove le radici culturali hanno resistito, le tradizioni si sono conservate, la relazione tra uomo e ambiente è rimasta intatta che si trovano e si scoprono i valori autentici dell'identità locale, che si trasformano in volano per l'attrazione turistica simbolo di benessere, vita sana, economia, buon gusto e non soltanto sotto il profilo gastronomico.

Castelbuono sulle Madonie da decenni ha avviato questa trasformazione che lo aveva fatto balzare all'attenzione dei locali, degli italiani e poi degli stranieri.
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Ne abbiamo parlato direttamente con il sindaco Mario Cicero nell'intervista che ci ha rilasciato a proposito della candidatura UNESCO - ufficializzata mercoledì 22 febbraio - per entrare nel circuito delle Città Creative UNESCO nel settore della gastronomia, presso la sala "Caduti di Nassirya" di palazzo Madama nella prestigiosa cornice del Senato della Repubblica Italiana e con il sostegno e l’appoggio del mondo politico.

Da cosa nasce e quali sono state le molle che hanno fatto scattare questa della candidatura? «Chiaramente non stiamo parlando di qualcosa che si è sviluppato recentemente ma che è maturata nel tempo e in tempi non sospetti, quando si parlava poco o nulla dei temi che oggi, invece, rappresentano uno stile di vita, un modello di ricettività e accoglienza.

Da quando Castelbuono ha avuto l'intuizione di puntare sui reali valori del territorio, sulle sue tradizioni e sulla identità, non soltanto per il turista ma, soprattutto, per migliorare e recuperare la fruibilità dei cittadini e rendere per questi innanzitutto il paese vivibile, il processo di trasformazione non si è più fermato».

Una trasformazione che non ha rivoluzionato nulla, ma ha rivalutato qualcosa che già era nella sua storia. Se pensiamo, un esempio su tutti, alla raccolta porta a porta con gli asinelli che è un servizio alla cittadinanza diventato anche attrazione turistica e oggetto di studio, possiamo davvero dichiarare che il vero futuro è nel sapere guardare al passato, o meglio, ai valori che questo ci ha trasmesso e che dobbiamo conservare.

«È stato quindi un riappropiarsi fiduciosamente della propria storia attraverso una oculata gestione delle risorse intrinseche del territorio e la loro valorizzazione, anche su scala economica e produttiva puntando sull'artigianato, laddove per questo si intendono piccole aziende artigiane di tutti i comparti.

Qui abbiamo aziende nella gastronomia che rappresentano famiglie, e quindi generazioni, che oggi sono in grado di presentarsi al mercato del segmento alimentare come vere eccellenze ed esempio di innovazione coniugando la tradizione, o ancora laboratori del comparto tessile e della manifattura di pregio come sartoria e ricamo portate avanti da giovani imprenditrici, realtà piccole ma avviate che possiamo davvero definire una realtà economica in fermento e con tutte le prospettive di crescita».

Aggiunge ancora «senza dimenticare la nostra cornice naturale che fa della biodiversità un elemento straordinario per la varietà botanica che presenta, oggetto di studio oltre che attrazione turistica.

La ruralità che significa qualità, quella dei nostri imprenditori agricoli che fornisce la risposta giusta al concetto di mangiare sano e bene e che fa eco ad una ristorazione a km0 e che mette in risalto il nostro panorama gastronomico straordinario».

Il sindaco Cicero tiene a precisare un concetto che avvalora questo iter di candidatura: «Centrare questo obiettivo non sarà soltanto un opportunità per Castelbuono ma per tutte le Madonie, un effetto a cascata che si trascinerà tutto il territorio, a patto che si faccia una rivalutazione dei servizi e della fruibilità che deve essere pronta all'accoglienza, ottimizzare dove è necessario integrare o intervenire, sulle criticità e risolverle presentando una vera offerta turistica ai viaggiatori, un esempio di stile di vita, un territorio inclusivo e aperto a tutti».

Un progetto ambizioso che intende percorrere la strada della valorizzazione delle peculiarità locali, mettendo in azione tutte le professionalità necessarie per sviluppare azioni di sostenibilità e trasversalità.

Sarà una ennesima occasione di crescita e sviluppo delle realtà locali ma anche sociali e imprenditoriali, nel solco del percorso che la città ha iniziato diversi anni investendo nei campi della cultura, dell’ambiente, l’artigianato e del turismo, percorso che è culminato con la decisione di candidarsi al circuito delle Città Creative UNESCO.
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