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Cento anni di storia per un brand siciliano: idee e valori che sanno di buona frutta

Strategie di export, prodotti solo siciliani e di qualità da dedicare alle famiglie sono la chiave della riuscita del brand Tomarchio: i veri gioielli di Sicilia sono gli agrumi

Balarm
La redazione
  • 27 giugno 2018

Pensate a Catania anzi no, pensate ad Acireale: siamo negli anni Venti e sotto il sole siciliano un giovane ragazzo, Filippo, inizia a produrre artigianalmente bottiglie di gassosa e a distribuirle porta a porta. Quel ragazzo era Filippo Tomarchio e questa immagine da cartolina in bianco e nero è l'inizio della storia, una bella storia, dell'azienda più nota in Sicilia se parliamo di bibite.

Naturalmente l'azienda da allora si è (intelligentemente) rivoluzionata ma i valori in cui i dirigenti credono e i prodotti sono rimasti identici: tra qualità e lungimiranza, per esempio, nel 2016, a pochissimi mesi dal lancio della nuova linea di bibtie biologiche con succhi IGP e DOP la Tomarchio ha vinto il premio "Bioawards" per l'Aranciata Rossa BIO (con il succo di "Arancia Rossa di Sicilia IGP") per la sezione “Bibite”.

Perché se gli agrumi sono siciliani e biologici e l'acqua è quella che scende dalle pendici dell'Etna, allora i succhi di frutta non possono che vincere, soprattutto in tavola.
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Infatti il modo migliore per conoscere la storia di una delle più sane (in tutti i sensi) industrie siciliane è assaggiando: si può sentire il sapore della naturalità e della tracciabilità dei frutti.

«La nostra azienda ha voluto scommettere su un progetto ambizioso e impegnativo che dopo un lungo lavoro oggi ottiene un importante riconoscimento, grazie alla sinergia messa in campo con i principali attori della filiera agrumicola – sottolinea la responsabile marketing Tomarchio Maria Claudia Sutera – la linea Tomarchio “Sicilia in bottiglia Bio” vanta oggi un’unicità assoluta in termini di proposizione sul mercato, sia italiano che estero: la strategia di sistema, condivisa con i consorzi di tutela, rafforza il senso di appartenenza al territorio, potenziando la cooperazione, valorizzando il patrimonio agrumicolo siciliano ed esportandolo in tutto il mondo. Dal 1920 le nostre bibite sono sinonimo di genuinità, e con la nascita della nuova linea “Bio” abbiamo voluto dimostrare ancora una volta la grande attenzione nei confronti dei consumatori».

Ma cosa c'è dietro? Oltre a studi di mercato, strategie di collaborazione e progetti sociali che sostengono piccole realtà locali, l'azienda valorizza il patrimonio agrumicolo siciliano diffondendone il meglio.

Mandarini, mandarini verdi, limoni e arance ma anche frutti rossi: sono i veri gioielli di Sicilia diffusi da un'azienda che è leader di mercato in sicilia nel segmento delle bevande gassate base agrumi.

La linea di punta per l'estate è infatti "Sicilia in Frutta" e si tratta di bevande gassate fatte con materie prime tracciabili e con tutela Igp: una linea nata per diffondere e dare valore alle eccellenze del territorio siciliano.

E i valori trasmessi dal brand Tomarchio sono riconosciuti e condivisi dalle famiglie siciliane che vogliono sapere cosa mettono in tavola.

L'azienda raggiunge oltre un milione e 400mila famiglie siciliane oltre a quelle che possiamo definire le "nuove famiglie" non siciliane che in Italia e nel mondo si sono lasciate conquistare dalla bontà delle sue bibite.

I limoni sono raccolti a mano dalle coltivazioni di Siracusa, il mandarino verde che viene invece da Ciaculli, l'ulimo lembo di Conca d'Oro a Palermo, e tra i frutti rossi ci sono i sicilianissimi fico d'India, melagrana e more di gelso.

«Il segreto della riuscita di un progetto aziendale come questo sta nel riuscire a offrire alle persone un prodotto di qualità al giusto prezzo - spiegano dall'azienda - l’attenzione che dedichiamo ai nostri clienti e la passione che mettiamo in quello che facciamo ci hanno permesso non solo di rafforzare la posizione del nostro brand sul mercato locale, ma di varcare i confini nazionali, riuscendo a raggiungere mercati d’oltreoceano».

La prova che la crisi economica può essere superata anche attraverso strategie di export che nascono lì dove si coltivano nuove competenze e “reti sociali” di collaborazione, mosse da un comune obiettivo che in questo caso è la rivalutazione della nostra terra.
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