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Centro storico (bizzarro) a Palermo: nuove aree pedonali "ma senza controlli è il caos"

Succede nelle piazze: Bellini, San Domenico, Bologni. Conquiste fragili. Le auto spariscono ma basta poco per far tornare tutto come prima. Che dice il Comune

Claudia Rizzo
Giornalista e TV producer
  • 17 maggio 2025

Non serve aspettare la notte, quando il buio nasconde e tutto si confonde. A piazza Bellini le auto e gli scooter passano e parcheggiano anche in pieno giorno, proprio nell’area che dovrebbe essere pedonale, nel cuore della Palermo dei turisti, delle cartoline, dei selfie sotto la Martorana.

E dire che piazza Bellini era diventata uno dei simboli della Palermo che (almeno sulla carta) voleva cambiare: quella che aveva iniziato a immaginare il centro storico come uno spazio a misura di persona, con strade chiuse al traffico, sedute all’aperto, biciclette e pedoni che potevano finalmente riprendersi l'asfalto.

Era il 2014 quando la zona fu chiusa al traffico veicolare, dopo anni di battaglie, polemiche e ripensamenti.

Una conquista fragile, come tutto in città, ma che aveva dato un segnale forte. Per tanto tempo le auto erano sparite e la piazza si era trasformata in un luogo vivibile, con tavolini all’aperto e una dimensione urbana finalmente respirabile.

Poi, negli ultimi anni, il degrado ha iniziato a insinuarsi di nuovo tra le pietre antiche e il basolato: le fioriere istallate per limitare l’area pedonale sono state spostate per allestire un cantiere e giacciono in un angolo; adesso, complice l’assenza di controlli, la piazza è tornata territorio di conquista per mezzi a due o a quattro ruote.

«Ci rendiamo conto che ci sono mezzi che devono entrare e uscire per i cantieri - raccontano dal "Comitato per una mobilità sostenibile anche a Palermo" - ma così, lasciando la piazza aperta, si invita chiunque a entrare in una zona che dovrebbe essere pedonale. I dissuasori nel frattempo sono stati vandalizzati, coperti di sporcizia, circondati dal degrado.

Attorno si è creato il caos: una discarica a cielo aperto, il muro di Palazzo delle Aquile pieno di scritte, sotto la chiesa c’è un senzatetto che da dieci giorni ha creato lì il suo giaciglio. Abbiamo mandato una decina di segnalazioni, ma non abbiamo ricevuto risposta. Se già davanti il palazzo del Comune regna l’abbandono, figuriamoci nel resto della città».

Il comitato è nato l’anno scorso, grazie ai social, all’indomani dell’ordinanza che ha vietato le biciclette al Cassaro e in via Maqueda. «Una misura che doveva colpire gli scooter elettrici ma che, come sempre accade qui, ha finito per colpire chi utilizza la bici in modo sano e civile» - aggiungono -. Mentre chi usa i mezzi elettrici in modo scorretto continua a fare quello che vuole e a sfrecciare indisturbato, noi ciclisti infatti rischiamo la multa. Il paradosso perfetto di Palermo».

Un paradosso visibile in varie aree del centro storico. Perché, da quanto denunciato dal Comitato, piazza Bellini e l’area dei Quattro Canti non sono un caso isolato.

La stessa storia si ripete a piazza Bologni, piazza Sant’Anna o a piazza San Domenico, dove le isole pedonali sono diventate più un’illusione che una realtà.

Per non parlare di «via Maqueda che ogni giorno è attraversata da mezzi di ogni tipo, con carico e scarico di merci a qualsiasi ora, nonostante ci siano orari ben precisi. Nessuno li fa rispettare, nessuno controlla. Il risultato è che la via, teoricamente pedonale, è in realtà un continuo viavai di furgoni e auto che si infilano ovunque», senza regole e senza vergogna.

«Palermo - continuano - sta diventando un grande parco giochi a cielo aperto, adatto a un turismo interessato a consumare, fotografare e poi sparire. Nessuno si chiede cosa resta dopo, nessuno si preoccupa delle persone che qui vivono ogni giorno e che hanno bisogno di servizi basilari».

Tutto sembra ridotto a superficie, a cartolina da spremere. Lo sostiene anche Massimo Castiglia, consigliere della Prima circoscrizione e tra i promotori di SOS Ballarò: «La verità è che stiamo svuotando di senso le aree pedonali, rendendole pure pericolose. Via Maqueda è l’esempio più lampante: da pedonalizzazione è diventata una "tavolinizzazione".

I dehors hanno occupato ogni centimetro di marciapiede, costringendo i pedoni a camminare in mezzo alla strada, che ormai è diventata un imbuto. Se passa un'ambulanza, o anche solo un camion per la spazzatura, diventa un problema. È una questione di sicurezza prima ancora che di vivibilità».

Una risposta arriva dall’assessore all’Urbanistica e alla Mobilità sostenibile Maurizio Carta, che non si sottrae al dialogo, ammettendo alcune criticità e assicurando un intervento immediato: «Negli ultimi mesi la presenza della polizia municipale è stata richiesta in diversi luoghi del centro storico per le tante manifestazioni che si sono svolte, ma l’abbiamo già sollecitata per un maggiore e più costante controllo in modo da evitare che gli abusi si trasformino in consuetudine.

Ovviamente - precisa - a piazza Bellini la necessità di spostare i dissuasori per consentire l’accesso ai mezzi di cantiere non può essere evitata, ma verificheremo se sia possibile trovare una ricollocazione più efficace che garantisca sia il passaggio necessario sia il decoro della piazza».

Nel frattempo, spiega ancora Carta, «stanno arrivando nuovi dissuasori che sostituiranno i New Jersey autostradali, con caratteristiche antiterrorismo ma realizzati con materiali più nobili, che diventeranno veri elementi di arredo urbano e contribuiranno a migliorare la qualità e la sicurezza di tutte le aree pedonali».

Ma l’assessore annuncia anche un piano più ampio: «Stiamo definendo il progetto di sistemazione e controllo di piazza San Domenico e piazza Due Palme, nell’ambito della riqualificazione di via Roma. Piazza San Domenico sarà non solo più bella, ma anche più protetta dalle invasioni di mezzi a motore. Inoltre - conclude - stiamo estendendo le pedonalizzazioni in città: via Sant’Agostino, parte di via Candelai, via San Francesco Saverio, ma anche alcune strade fuori dal centro storico, come al Cep e allo Zen.

Contestualmente, stiamo studiando anche soluzioni per ampliare o migliorare i parcheggi, così da alleggerire il traffico e la pressione delle auto in sosta».

Mentre l’obiettivo dichiarato è quello di rendere giustizia alla bellezza di Palermo e di ridare dignità ai suoi spazi, il centro storico continua però a raccontare la solita storia: quella di una città che prova a cambiare pelle, ma sotto sotto resta sempre la stessa. Dove basta togliere un dissuasore per far crollare in un attimo anni di conquiste.

Dove il passato è sempre in agguato, pronto a riprendersi spazi conquistati a fatica. Così oggi le nostre piazze sono di nuovo sotto scacco. E chi ci passa a piedi deve farlo guardandosi le spalle, schivando auto e scooter e respirando scarichi al posto di aria.

È il solito copione, quello di una città che appena abbassa la guardia si lascia travolgere dalla parte peggiore dei cittadini e delle cittadine che la abitano. Con il ronzio del traffico abusivo a fare da colonna sonora di un film già visto.
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