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Che la violenza a scuola non passi (più) inosservata: la lettera dei docenti di Palermo

La riflessione su quanto accaduto nella scuola Lombardo Radice non può più essere rimandata e la voce dei docenti si fa sentire con una lettera aperta a tutti

Balarm
La redazione
  • 21 maggio 2025

Istituto comprensivo Lombardo Radice a Palermo

L'episodio gravissimo che si è verificato nell'istituto comprensivo Lombardo Radice di Palermo deve accendere i riflettori sulle problematiche che ogni giorno la scuola affronta quotidianamente.

La riflessione su quanto accaduto non può più essere rimandata e la voce degli insegnanti si fa sentire con una lettera aperta a tutti.

Non si può andare a lavoro rischiando la vita

Comincia così: «Cari tutti, siamo insegnanti della scuola Ics Lombardo Radice e sentiamo il dovere di rivolgerci a voi con questa lettera aperta, perché non possiamo più tollerare le ingerenze e le aggressioni che quotidianamente subiamo nel nostro lavoro.

Recentemente, abbiamo vissuto un episodio gravissimo che ha scosso profondamente tutto il corpo docente.

Due collaboratori scolastici, hanno riportato una prognosi di sei giorni di riposo per aver impedito che un’insegnante precipitasse rovinosamente dalle scale, spintonata violentemente da un genitore, che chiedeva di raggiungere in aula la maestra del figlio, colpevole, a suo dire, di aver rimproverato il bambino.

Questi atti di violenza sono inaccettabili e rappresentano un grave attacco alla nostra dignità e alla sicurezza di tutti noi.

Come categoria, chiediamo con fermezza rispetto e tutele adeguate. La scuola deve essere un luogo di crescita, confronto e rispetto reciproco, non di violenza o intimidazione.

È fondamentale che vengano adottate tutte le misure necessarie per garantire la nostra sicurezza, affinché episodi simili non si ripetano e che vengano puniti severamente coloro che si rendono protagonisti di comportamenti così gravi.

Esigiamo che tutta la comunità civile riconosca il nostro ruolo e la nostra professionalità, e che le istituzioni si impegnino a rispettare insegnanti, studenti e personale scolastico con azioni concrete e immediate.

La tutela della nostra incolumità non può più essere rimandata, perché il rispetto per chi lavora con dedizione e passione deve essere una priorità.

Confidiamo nel vostro senso di responsabilità e nel vostro impegno affinché la scuola possa tornare ad essere un ambiente sicuro, sereno e rispettoso per tutti.

Ringraziandovi per l’attenzione e la sensibilità che vorrete dimostrare, restiamo a disposizione per eventuali incontri e approfondimenti. Con fermezza e speranza, gli insegnanti».

Giovedì 15 maggio nel plesso di scuola primaria Lombardo Radice di corso Calatafimi a Palermo si è verificato un episodio di violenza tra un genitore, insegnanti e personale Ata che ha generato paura non soltanto nel corpo docenti, ma anche nei bambini che hanno assistito a tutto questo da un momento all'altro.

Due collaboratori scolastici hanno riportato una prognosi di sei giorni per aver impedito che un’insegnante precipitasse dalle scale perché spintonata da un genitore che pretendeva di raggiungere in aula la maestra “colpevole” di aver rimproverato il figlio.

Un bimbo stava giocando quando ha spinto un suo compagno con disabilità facendolo cadere. L’insegnante lo ha rimproverato chiedendo all’alunno di avere maggiore rispetto dei suoi compagni, ma questo ha scatenato la "reazione" dei genitori che si sono precipitati a scuola pretendendo di entrare.

A causa dell'aggressione è stata stabilita la prognosi di tre giorni per l'insegnante che insieme ai collaboratori scolastici ha fermato l'ingresso in aula del genitore.

A pronunciarsi a riguardo è il responsabile del dipartimento nazionale Istruzione della Democrazia Cristiana Dario Cangialosi: «Non è più tempo dell'indignazione e della solidarietà postuma.

L'episodio accaduto qualche giorno fa in una scuola di Palermo, in cui il personale scolastico è stato aggredito fisicamente da un genitore di un bambino, è l'ennesima dimostrazione che sono saltati i cardini della convivenza civile.

Questi episodi - continua Cangialosi -, simili a quelli che si compiono ormai giornalmente ai danni degli operatori sanitari in tutti gli ospedali, non possono essere più tollerati.

La violenza contro chi si prende cura, è la spia rossa di una comunità che è in piena crisi valoriale e culturale.

È senz'altro positivo l'intervento del Governo nazionale del marzo dello scorso anno che, con la legge 25, modificava il codice penale e inaspriva le pene di chi compie atti di violenza contro il personale scolastico, ma evidentemente come dimostrano i dati dell'osservatorio nazionale presso il Ministero dell'Istruzione e del Merito, in costante aumento, questo non basta.

Intervenire prima a difesa delle scuole e a tutela degli insegnanti e del personale non docente è urgente - conclude Dario Cangialosi -.

Le scuole sono luoghi strategici e vanno presidiati anche con il personale della polizia municipale, come già avviene durante i seggi elettorali».
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