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Ci si sposano i vip, è una Pompei medievale: la sua parte antica (forse) non la conosci

A pochi chilometri dall’attuale città, sul monte Alveria i resti di Noto antica, una piccola "Pompei medievale", facilmente raggiungibile e soprattutto visitabile

Federica Puglisi
Giornalista
  • 20 luglio 2025

Noto Antica (foto di Hermes Sicily)

"Chi partendo, ha lasciato il cuore in quella terra con tutto se stesso desidera tornare, terra mia!".

Una frase attribuita ad un poeta siculo-arabo vissuto a Noto in antichità racchiude, indubbiamente, il pensiero di molti visitatori di questa città, capitale del barocco, meta turistica scelta da italiani e stranieri.

Nelle scorse settimane è stata scenario del matrimonio della figlia di Sting, che ha detto il suo si proprio in uno dei luoghi più suggestivi di Noto. Ma la splendida cittadina ha un’origine molto più antica.

In pochi probabilmente sanno che prima del devastante terremoto che nel 1693 distrusse il Val di Noto, spazzando via intere città e monumenti, Noto si trovava in un altro luogo.

A pochi chilometri dall’attuale città, sul monte Alveria si trovano i resti di Noto antica, una piccola "Pompei medievale", facilmente raggiungibile e soprattutto visitabile, dato che l’ingresso è libero.

Il sito pare sia stato abitato sin dalla preistoria, e negli anni ha subito le comuni vicissitudini di molte città della Sicilia, come le dominazioni straniere, ma cercando allo stesso tempo di imporre il proprio dominio nei territori circostanti.

Difatti oggi Noto è una delle città che estende il proprio territorio per chilometri, nel lembo di questa zona della Sicilia orientale. I primi insediamenti su questa zona risalgono all’età del bronzo antico.

Secondo una leggenda Neaton, nome di Noto antica, venne trasferita dall’altura della Mendola al vicino monte Alveria, dal condottiero siculo Ducezio, per difenderla, nel corso del V secolo, dall’attacco dei greci.

Come altre città del tempo, fu colonia siracusana durante il regno di Gerone II e poi città alleata dai Romani, che concessero ai netini un proprio senato.

Subì la dominazione bizantina che portò alla costruzione di molti monumenti e poi quella araba e normanna, infine le dispute tra Aragonesi e Angioni.

Poi sotto gli Aragonesi continuò a sviluppare il suo nucleo cittadino che si arricchì con la costruzione di altre fortificazioni. L’11 gennaio del 1693, però, fu distrutta dal terremoto che colpì tutto il Val di Noto.

Dopo la ricostruzione venne avviata nella zona più bassa della vallata. E così iniziò il recupero e la rinascita della città, che grazie ai tanti ingegneri, matematici e architetti che furono chiamati venne ricostruita più bella di prima.

Andando alla scoperta di Noto antica, quella che esisteva prima del terremoto, cosa si può visitare.

Di certo non è un’area archeologica come molte altre della provincia, ma ha dei resti che testimoniano quanto fosse attiva la vita economica e commerciale di questa cittadina.

Ci si può, dunque, abbandonare ad un percorso tra storia e natura, grazie alla particolare collocazione del sito, immerso nella vegetazione della vallata.

All’ingresso si trova la Porta della Montagna da dove si intravedono i resti delle antiche fortificazioni, delle feritoie e delle finestre usate da chi difendeva il sito. Entrando si può ammirare il Castello Reale, che possiede i resti della torre maestra e di una porzione di muro.

La fortezza pare sia stata costruita in età normanna, per poi subire nel tempo diverse modifiche. La struttura venne anche utilizzata come carcere, infatti le mura presentano scritte lasciate dai carcerati.

Dopo il castello ci sono i resti dell’ospedale e della Chiesa di Santa Maria di Loreto. L’ospedale risale al XVI secolo. E ancora Palazzo Landolina di Belludia, una delle dimore nobiliari più importanti della città intorno al Seicento, di cui oggi restano pochi ruderi.

Andando poco oltre ci sono i resti della chiesa dei Gesuiti, realizzata a partire dal 1606 in stile barocco.

Ci sono anche i resti dell’antica città greca e tombe a grotticella artificiale di epoca preistorica, il ginnasio. Resta poco, poi, dell’antica Chiesa del Carmine, edificata ad opera dei Carmelitani alla fine del Cinquecento.

Scendendo il sentiero si incontreranno due larghi grottoni dalle pareti lisce e dalla forma rettangolare, identificati come “heroa”, luoghi dedicati al culto degli antenati defunti.

Andando oltre il sentiero si può raggiungere la Grotta delle Cento Bocche, piccola catacomba di epoca paleocristiana e la Grotta del Carciofo, ipogeo funerario ebraico.

Il sito di Noto antica, dunque, è molto suggestivo e vale la pena di essere visitato. Dalla moderna città si può raggiungere il parco Alveria, distante circa 12 chilometri, percorrendo la strada statale SS287 verso San Corrado di Fuori - Noto Antica.

Il parco si può visitare autonomamente, ma si può anche usufruire della presenza di guide specializzate, magari rivolgendosi alla Pro loco, per un percorso ancora più ricco di storia.
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