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Collezioni rare e la "Sala degli abissi": il (nuovo) Museo di Storia Naturale di Comiso

Fondato nel 1991, oggi l’istituto custodisce un numero eccezionalmente elevato di reperti, collezioni rare e uniche al mondo e anche nuove sale e allestimenti

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 18 marzo 2023

Museo di Storia Naturale di Comiso

Il museo civico di Storia Naturale del comune di Comiso, in provincia di Ragusa, è una delle tante perle nascoste all’interno della nostra isola.

Una di quelle nobili realtà locali che seppur non vengono molto riconosciute dal classico turismo di massa, che spinge verso le visite "mordi e fuggi", impreziosiscono tuttavia il nostro territorio, anche grazie ad una profonda e sentita cultura scientifica che rappresenta il cuore dell’istituzione.

Fondato nel 1991, presso l’ex mercato ittico e l’ex scuola d’arte, oggi l’istituto, di proprietà del Comune, dispone di un numero eccezionalmente elevato di reperti e di spazi espositivi, che lo rendono uno dei più importanti musei naturalistici della Sicilia orientale.

Tra le sue sale possiamo infatti notare tantissimi fossili e ritrovamenti risalenti al Quaternario, tra cui alcuni esemplari di elefanti nani ritrovati in provincia di Ragusa, come una grande collezione di pesci, di mammiferi ed uccelli, provenienti sia dal Mediterraneo centrale come dal resto del mondo.
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All’interno delle sue sale possiamo esaminare anche una delle più grandi collezioni malacologiche della regione e uno dei rarissimi esemplari esposti in Europa di Celacanto, un’antica specie preistorica di pesce che per oltre duecento anni è stata creduta estinta, ma che in verità era solo confinata in alcuni profondi tratti di mare al largo dell’Oceano indiano.

Le sue sale sono particolarmente ricche di ricostruzioni, come quelli che presentano un Dodo dell’isola di Mauritius, antiche specie di cetacei oggi scomparse e un Tilacino della Tasmania, estintosi anch’esso per colpa dell’uomo.

E per quanto il comune di Comiso non sia propriamente affacciato sul mare, il museo è famoso anche per possedere la più importante collezione cetologica dell’Italia meridionale, la settima a livello nazionale, con decine di scheletri di mammiferi marini conservati e da analizzare.

Le ragioni che spingerebbero perciò i turisti e gli appassionati di scienze naturali a dover visitare questa struttura, situata al centro storico di Comiso, sarebbero molte.

Non solo perché trattasi di un’esperienza interessante, ma anche perché la collezione permette di osservare degli esemplari che difficilmente si possono trovare altrove. Una ragione in più per recarsi in questo museo però attualmente ci sarebbe.

Una novità, che si è aggiunta da poco, al termine dell’istituzione del nuovo percorso museale e dell’allestimento che permettono di godere le differenti sale tematiche in modo nuovo.

Il museo ha da poco finito il suo restyling e presenta uno stile tutto nuovo, fresco e digitale.

E fra le novità annunciate dall’amministrazione del museo - gestito da Civita Sicilia (una società del gruppo Civita) e da Logos, con la partecipazione di Fondazione Archimede, Legambiente e Sicindustria Ragusa - si presenta ai turisti infatti la possibilità di visitare nuove sale, come l’aula didattica dedicata ai servizi educativi e la sala degli abissi con audioguide plurilingue, e un nuovo sito web.

C’è anche la possibilità di svolgere attività per adulti e bambini presso i laboratori e di visitare l’esposizione di nuovi reperti e il riallestimento della sala cetacei, dove i visitatori saranno invitati a immergersi nell’oceano, tramite una passerella immersiva pensata per rendere più coinvolgente la comprensione dell’ambiente marino.

Il museo inoltre promette di divenire anche un grosso centro congressi, con i suoi 1.500 metri quadrati di estensione (limitati solo all’area paleontologica) e la possibilità di fare convegni legati al mondo delle scienze naturali, della didattica scientifica, della museologia e della tutela ambientale.

Già a partire dal weekend dello scorso 3 e 4 marzo le autorità comunali e dell’amministrazione museale hanno invero mostrato al pubblico le potenzialità di questo futuro utilizzo, con il museo che può rappresentare - e forse rappresenta già - un trampolino di lancio per l’economia, il turismo e l’educazione ambientale della Sicilia orientale, in maniera simile a quanto fatto da altre istituzioni scientifico/museali della regione.

Per fare un esempio, sabato 4 Marzo il museo ha raccolto alcune delle menti più brillanti che lavorano in questo settore - fra cui il Presidente dell’Associazione Nazionale dei Musei Scientifici Fausto Barbagli, il Conservatore del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino Franco Andreone, il naturalista Antonio Cangelosi che ha parlato di un tema abbastanza caldo come l’accessibilità e l’inclusione museale e tanti altri esperti – per mostrare come sia possibile divulgare, promuovere il territorio e fare ricerca anche in un contesto così insolito, per i grossi flussi turistici internazionali.

Continuare perciò a promuovere delle iniziative simili sarebbe molto indicato per incentivare ulteriormente questa sorte di Rinascimento del museo.

Celebrare però i diamanti del nostro sistema museale regionale e supportare in tal modo il turismo di qualità dall’esterno del museo di riferimento si rivela esser un compito che dovrebbe interessare e coinvolgere tutti, al di là delle bandiere politiche e dei paletti culturali in cui ognuno di noi è inserito.

Poiché l’esempio fornito da questa istituzione è la boccata d’ossigeno che ci permette di dire che la cultura nella nostra regione non è morta e che è ancora possibile fornire delle novità ad una platea sempre meno standardizzata.

Non a caso il Museo Civico di Storia Naturale di Comiso è riconosciuto come “Istituzione Scientifica” dal Ministero dell’Ambiente e svolge un ruolo fondamentale all’interno del territorio ibleo, sconosciuto a molti degli stessi siciliani che abitano nelle altre province.

La sua collocazione, vicino al centro dell’isola, può essere sopratutto utile per elevare gli standard qualitativi di vita e di educazione scientifica di un territorio molto vasto, che è risultato essere una fornace di cultura e di nuove idee per millenni.
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