Come tornare in Sicilia a Natale: storie (e tattiche) tragicomiche di chi vive fuori
Chi tenta la fortuna e chi passa una giornata intera tra aeroporti e stazioni in una maratona di tratte e scali improbabili: i racconti dei viaggi della speranza di 3 fuorisede
Munisciti di pazienza ma soprattutto di una buona dose economica: se vuoi tornare a Natale in Sicilia, pensaci da luglio. Una maratona di tratte, scali improbabili, notti in aeroporto e prezzi che sembrano più vicini ad un volo intercontinentale che ad un "semplice" Milano-Palermo.
Le cifre da capogiro e i tempi di viaggio che in alcuni casi superano anche le 8 ore portano sempre più fuori sede a non tornare in Sicilia, passando di fatto le festività in solitudine, unica soluzione per “sopravvivere” alle spese di viaggio elevate.
Le storie che seguono arrivano da tre ragazzi che vivono all’estero o al nord Italia e che ogni anno affrontano lo stesso incubo: trovare un volo a un prezzo accessibile per passare le feste o anche solo un weekend con la propria famiglia. Una possibilità ormai diventata un lusso per pochi.
Giulia Sammartano, studentessa fuorisede, vive lontano dalla Sicilia da tre anni e il problema dei voli lo ha conosciuto immediatamente, già dal primo trasferimento. «Ogni anno tendo a prenotare con tre o quattro mesi di anticipo – sottolinea - ma spesso a decidere le date sono gli esami o il lavoro: di base non esistono voli inferiori ai 100 euro per tornare in Sicilia».
Quest’anno, prenotando con largo anticipo, è riuscita a cavarsela con 130 euro: «È stato quasi un colpo di fortuna», commenta.
«Vivo a Forlì e da qui ci sono i voli diretti per Palermo, altrimenti sarebbe stato un salasso. Chi parte da Bologna, per esempio, sotto i 200 euro non trova quasi mai nulla. E parlo anche di voli normali, non solo di periodi festivi».
Per Giulia il problema non è solo una questione di tariffe o meno agevolate ma anche la struttura stessa dei collegamenti: «In Sicilia, regione più grande d’Italia, ci sono pochi aeroporti per un’isola enorme. Tutte le persone che vivono nell’entroterra devono arrangiarsi con spostamenti infiniti e poi affrontare prezzi fuori portata. E il rimborso per i residenti arriva a distanza di mesi: questa non rappresenta in alcun modo una soluzione per i siciliani».
Non cambia la situazione per chi vive all’estero e desidera riabbracciare i propri cari. Shirley Perniciaro vive in Francia, nella regione del Grand Est, al confine con Germania e Lussemburgo. La giovane trascorre una giornata intera per tornare in Sicilia, a Caltagirone, poiché non esistono voli diretti: inizia così il viaggio della speranza.
«Per prendere un volo devo andare in Lussemburgo – spiega Perniciaro – e da lì non c’è un collegamento diretto con la Sicilia: sono obbligata a fare uno scalo a Roma o Milano. Una giornata intera di viaggio solo per arrivare a casa».
Chi parte per Natale sa che le tariffe sono alte, ma la sensazione è che i siciliani subiscano sempre un surplus aggiuntivo: «Quest’anno ho speso 600 euro per tornare a Catania – sottolinea – senza considerare i costi degli spostamenti intermedi. E sto parlando di voli low-cost. Addirittura da ottobre i voli raggiungevano già 700-800 euro. Da Parigi si arrivava a cifre ancora più surreali. È così ogni anno: se non prenoti ad agosto per Natale, sei fregato».
Una situazione comica, (per non dire tragica), è vissuta da Simone Micalizzi: una giornata intera di viaggio passando per Stati diversi. «Vivo in Danimarca, ad Aarhus, e solo per arrivare all’aeroporto di Copenaghen sono tre ore di viaggio – racconta – non essendoci voli diretti, devo passare da Milano o Roma e poi volare verso Palermo».
Per l’andata la combinazione scelta parte con Aarhus-Londra dal costo relativamente basso: 55 euro. Un prezzo conveniente se non fosse che la tratta successiva, Londra-Palermo, supera i 200 euro solo per l’andata. Il ritorno invece, si trasforma in un labirinto di alternative costose e orari impossibili, al punto che trovare una soluzione praticabile sembra quasi un’impresa.
«Per tornare in Danimarca dopo le feste farò Palermo–Polonia e poi Polonia–Copenaghen. Voli e hotel costano meno del solo volo diretto per Copenaghen. È diventata una strategia di sopravvivenza», spiega Simone.
Non sono casi isolati bensì il ritratto di un’intera generazione obbligata a vivere lontano dall’isola. A testimoniarlo è anche Antonio Nicolao, vicepresidente della prima circoscrizione di Palermo, che negli ultimi mesi ha raccolto storie e testimonianze di giovani che, per tornare, pagano cifre così alte da scoraggiare chiunque: «Un ragazzo che da Palermo è volato a Milano poiché vincitore di un concorso pubblico. Percepisce uno stipendio che si aggira sui 1200 euro al mese e dopo mesi lontano da casa sperava di tornare in Sicilia per trascorre qualche giorno di vacanza. Tra l’altro, avendo trasferito la residenza a Milano ha perso il diritto al bonus voli: il risultato è che non torna da mesi a casa. Tutto ciò non può essere più accettato».
Le cifre da capogiro e i tempi di viaggio che in alcuni casi superano anche le 8 ore portano sempre più fuori sede a non tornare in Sicilia, passando di fatto le festività in solitudine, unica soluzione per “sopravvivere” alle spese di viaggio elevate.
Le storie che seguono arrivano da tre ragazzi che vivono all’estero o al nord Italia e che ogni anno affrontano lo stesso incubo: trovare un volo a un prezzo accessibile per passare le feste o anche solo un weekend con la propria famiglia. Una possibilità ormai diventata un lusso per pochi.
Giulia Sammartano, studentessa fuorisede, vive lontano dalla Sicilia da tre anni e il problema dei voli lo ha conosciuto immediatamente, già dal primo trasferimento. «Ogni anno tendo a prenotare con tre o quattro mesi di anticipo – sottolinea - ma spesso a decidere le date sono gli esami o il lavoro: di base non esistono voli inferiori ai 100 euro per tornare in Sicilia».
Quest’anno, prenotando con largo anticipo, è riuscita a cavarsela con 130 euro: «È stato quasi un colpo di fortuna», commenta.
«Vivo a Forlì e da qui ci sono i voli diretti per Palermo, altrimenti sarebbe stato un salasso. Chi parte da Bologna, per esempio, sotto i 200 euro non trova quasi mai nulla. E parlo anche di voli normali, non solo di periodi festivi».
Per Giulia il problema non è solo una questione di tariffe o meno agevolate ma anche la struttura stessa dei collegamenti: «In Sicilia, regione più grande d’Italia, ci sono pochi aeroporti per un’isola enorme. Tutte le persone che vivono nell’entroterra devono arrangiarsi con spostamenti infiniti e poi affrontare prezzi fuori portata. E il rimborso per i residenti arriva a distanza di mesi: questa non rappresenta in alcun modo una soluzione per i siciliani».
Non cambia la situazione per chi vive all’estero e desidera riabbracciare i propri cari. Shirley Perniciaro vive in Francia, nella regione del Grand Est, al confine con Germania e Lussemburgo. La giovane trascorre una giornata intera per tornare in Sicilia, a Caltagirone, poiché non esistono voli diretti: inizia così il viaggio della speranza.
«Per prendere un volo devo andare in Lussemburgo – spiega Perniciaro – e da lì non c’è un collegamento diretto con la Sicilia: sono obbligata a fare uno scalo a Roma o Milano. Una giornata intera di viaggio solo per arrivare a casa».
Chi parte per Natale sa che le tariffe sono alte, ma la sensazione è che i siciliani subiscano sempre un surplus aggiuntivo: «Quest’anno ho speso 600 euro per tornare a Catania – sottolinea – senza considerare i costi degli spostamenti intermedi. E sto parlando di voli low-cost. Addirittura da ottobre i voli raggiungevano già 700-800 euro. Da Parigi si arrivava a cifre ancora più surreali. È così ogni anno: se non prenoti ad agosto per Natale, sei fregato».
Una situazione comica, (per non dire tragica), è vissuta da Simone Micalizzi: una giornata intera di viaggio passando per Stati diversi. «Vivo in Danimarca, ad Aarhus, e solo per arrivare all’aeroporto di Copenaghen sono tre ore di viaggio – racconta – non essendoci voli diretti, devo passare da Milano o Roma e poi volare verso Palermo».
Per l’andata la combinazione scelta parte con Aarhus-Londra dal costo relativamente basso: 55 euro. Un prezzo conveniente se non fosse che la tratta successiva, Londra-Palermo, supera i 200 euro solo per l’andata. Il ritorno invece, si trasforma in un labirinto di alternative costose e orari impossibili, al punto che trovare una soluzione praticabile sembra quasi un’impresa.
«Per tornare in Danimarca dopo le feste farò Palermo–Polonia e poi Polonia–Copenaghen. Voli e hotel costano meno del solo volo diretto per Copenaghen. È diventata una strategia di sopravvivenza», spiega Simone.
Non sono casi isolati bensì il ritratto di un’intera generazione obbligata a vivere lontano dall’isola. A testimoniarlo è anche Antonio Nicolao, vicepresidente della prima circoscrizione di Palermo, che negli ultimi mesi ha raccolto storie e testimonianze di giovani che, per tornare, pagano cifre così alte da scoraggiare chiunque: «Un ragazzo che da Palermo è volato a Milano poiché vincitore di un concorso pubblico. Percepisce uno stipendio che si aggira sui 1200 euro al mese e dopo mesi lontano da casa sperava di tornare in Sicilia per trascorre qualche giorno di vacanza. Tra l’altro, avendo trasferito la residenza a Milano ha perso il diritto al bonus voli: il risultato è che non torna da mesi a casa. Tutto ciò non può essere più accettato».
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