Concorsi per non obiettori in Sicilia, 8 su 10 contrari all'aborto: la mappa degli ospedali
Sulla legge approvata all'Ars con voto segreto le associazioni si dividono. C'è chi parla di atto di coraggio e chi invece la condanna. Ma nel Lazio è già stata applicata

«Un atto di coraggio». Così Silvana Agatone, presidente dell'associazione dei ginecologi non obiettori italiani (Laiga) commenta l'approvazione della legge che in Sicilia obbliga le aziende sanitarie ad assumere medici non obiettori.
Con la norma approvata a Sala d'Ercole, con l'aiuto del voto segreto e di una decina di deputati della maggioranza, viene data piena applicazione alla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.
«La legge 194 nel suo articolo 9 dice che gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l'espletamento delle procedure - spiega Silvana Agatone -. E dice anche che la Regione controlla e ne garantisce l'attuazione. Finalmente in Sicilia è stato applicato ciò che la legge prevede».
Secondo un report che analizza dati relativi al 2022, emerge un dato eloquente che riguarda la Sicilia: l'obiezione di coscienza è all’81.5 per cento, fanalino di coda in Italia. E secondo uno studio di Medici del Mondo, in 26 strutture raggiunge il 100 per cento.
«Ecco perché è importante il voto dell'Ars - aggiunge la dottoressa Agatone -. E non è il primo caso in Italia. Nel Lazio sono già stati fatti concorsi per medici non obiettori».
L'obiettivo è dare la possibilità alle donne di trovare più facilmente strutture dove poter liberamente interrompere la gravidanza. Proprio nel Lazio, per esempio, come la stessa Agatone ha svelato, in molti ospedali pubblici religiosi i non obiettori non possono lavorare.
Non tutte le associazioni, però, brindano come la Laiga alla legge approvata all'Ars. Ce ne sono tante altre che invece da giorni condannano il testo della norma.
La contestazione arriva dai responsabili regionali delle associazioni Alleanza Cattolica, Centro Studi Rosario Livatino, Ditelo Sui Tetti - Pubblica Agenda Sussidiaria e Condivisa, FederVita Sicilia, Fondazione Siloe, Forum delle Associazioni Familiari, Istituto Per la Famiglia Outside - ODV Milizia dell'Immacolata di Sicilia, Società Domani, Unione Giuristi Cattolici Italiani.
«Tale norma - si legge in una nota - risulta inaccettabile per molteplici motivi. Innanzitutto, imponendo una discriminazione nei confronti del personale sanitario obiettore, comprime gravemente la libertà di pensiero e di coscienza tutelata dalla Costituzione, entrando in conflitto con i principi sanciti dalla giurisprudenza consolidata, sia di merito che costituzionale».
Ma non solo. «Introdurrebbe corsie preferenziali nei concorsi pubblici non basate sul merito professionale, bensì su un criterio puramente ideologico, ossia l'adesione o meno all'obiezione di coscienza», è il parere delle associazioni.
E aggiungono: «L'altro elemento da non trascurare è che anche in Sicilia si registra un drammatico calo delle nascite: nel solo anno 2024 si è verificata una diminuzione del 5,3% rispetto all'anno precedente». E chiedono di potenziare i consultori familiari, «che in Sicilia soffrono di gravi carenze strutturali e di personale».
Che succede, intanto, nei nostri ospedali? L'associazione Laiga ha realizzato una mappa delle strutture italiane che offrono il servizio di interruzione di gravidanza. L’Istituto superiore di sanità (Iss), invece, ha pubblicato l’elenco ufficiale delle strutture pubbliche o convenzionate con il numero di aborti effettuati.
In Sicilia, sono 25 gli ospedali in cui è stata effettuata almeno una interruzione di gravidanza secondo quanto certificato dal report Istat 2023.
Ecco la lista completa:
Agrigento
Ospedale San Giovanni di Dio: 106 interruzioni volontarie di gravidanza,16 farmacologiche;
Ospedale Barone Lombardo di Canicattì: 124 interruzioni volontarie di gravidanza, nessuna farmacologica;
Ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata: interruzioni volontarie di gravidanza, 50 farmacologiche;
Ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca: 89 interruzioni volontarie di gravidanza, 6 farmacologiche.
Catania
Ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale: 184 interruzioni volontarie di gravidanza, 182 farmacologiche;
Ospedale Cannizzaro di Catania: 172 interruzioni volontarie di gravidanza, 22 farmacologiche;
Ospedale Garibaldi-Nesima di Catania: 650 interruzioni volontarie di gravidanza, 42 farmacologiche;
Ospedale San Marco di Catania: 145 interruzioni volontarie di gravidanza, 1 farmacologica;
Enna
Ospedale M. Chiello di Piazza Armerina: 175 interruzioni volontarie di gravidanza farmacologiche.
Messina
Azienda ospedaliera universitaria G. Di Martino di Messina: 340 interruzioni volontarie di gravidanza,150 farmacologiche.
Palermo
Ospedale Civico di Partinico: 39 interruzioni volontarie di gravidanza farmacologiche;
Ospedale Cimino di Termini Imerese: 102 interruzioni volontarie di gravidanza, 76 farmacologiche;
Ospedale Ingrassia di Palermo: 83 interruzioni volontarie di gravidanza, 1 farmacologica;
Ospedale Cervello di Palermo: 390 interruzioni volontarie di gravidanza, 269 farmacologiche;
Ospedale Civico di Palermo: 445 interruzioni volontarie di gravidanza, 232 farmacologiche;
Azienda ospedaliera universitaria P. Giaccone di Palermo: 117 interruzioni volontarie di gravidanza, 62 farmacologiche;
Casa di cura Candela a Palermo: 52 interruzioni volontarie di gravidanza, 38 farmacologiche;
Casa di cura Serena a Palermo: 7 interruzioni volontarie di gravidanza farmacologiche.
Ragusa
Ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa: 144 interruzioni volontarie di gravidanza, 124 farmacologiche;
Ospedale Maggiore di Modica: 350 interruzioni volontarie di gravidanza, 250 farmacologiche;
Ospedale Guzzardi di Vittoria: 36 interruzioni volontarie di gravidanza, 26 farmacologiche.
Siracusa
Ospedale G. Di Maria di Avola: 37 interruzioni volontarie di gravidanza, 3 farmacologiche;
Ospedale Umberto I di Siracusa: 224 interruzioni volontarie di gravidanza, 17 farmacologiche.
Trapani
Ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani: 257 interruzioni volontarie di gravidanza, 98 farmacologiche;
Ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo: 52 interruzioni volontarie di gravidanza, 51 farmacologiche.
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