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Coronavirus e smog, legame che preoccupa: sembra resista dove l'aria è più inquinata

Già con l'epidemia della Sars, nel 2003, questi elementi che univano virus e inquinamento sembra fossero evidenti, ora altri studi ne confermano il legame

Balarm
La redazione
  • 23 marzo 2020

foto Pixbay

L'inquinamento fa male e questo lo sappiamo da tempo. Siamo anche arrivati ad un punto di non ritorno sul fronte delle emergenze climatiche. E la Sicilia ne è un esempio con la desertificazione in atto e le piogge arrivate dopo mesi e mesi di siccità. Adesso, però, sembra che anche il Coronavirus possa avere un collegamento con lo smog.

Nello specifico, si pensa da tempo che agenti patogeni come questo virus abbiano maggiori possibilità di attecchire lì dove la concentrazione dell'inquinamento è maggiore. La qualità dell'aria mette sotto stress i polmoni, organo in cui il Covid-19 sembra avere maggiore possibilità di far danno.

A tal propostito L'Espresso ha pubblicato un articolo che prova a far luce su questo argomento. Già con l'epidemia della Sars, nel 2003, questi elementi che univano virus e inquinamento sembra fossero evidenti.

«A supporto di queste tesi - scrive L'Espresso - che mette in relazione inquinamento e diffusione dei virus, è arrivato anche uno studio della Società italiana di medicina ambientale (Sima), basato a sua volta su una corposa letteratura, che ha definito le polveri sottili un "vettore per il trasporto e la diffusione del Covid-19"».

Sotto accusa si sarebbe la composizione dell'aria edil particolato atmosferico che, in condizioni di smog elevato, consentirebbe al virus di rimanere in vita per un maggiore periodo di tempo.

Del collegamento se ne discuterà anche in Parlamento, anche perché quando tutto sarà finito bisognerà far ripartire il nostro Paese con regole precise di salvaguardia della salute.

E il teme dell'ambiente e della qualità dell'aria è una delle principali scommesse che ci troveremo a dover affrontare nella maniera giusta.
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