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Da città fantasma in Sicilia a set del cinema: con Giannini e "Mimì" come 50 anni fa

L'attore è tornato in Sicilia per girare un docufilm in ricordo della celebre pellicola di Lina Wertmüller. Tra i luoghi del set, un borgo-fantasma, che vuole rinascere

Jana Cardinale
Giornalista
  • 8 novembre 2023

Giancarlo Giannini sul set del docufilm "Un viaggio per incontrare Mimì", a Poggioreale (foto di Walter Lo Cascio)

Poggioreale diventa set, per un giorno. Il più piccolo Comune della provincia di Trapani ha, infatti, ospitato Giancarlo Giannini, icona del cinema italiano, impegnato in Sicilia per il docufilm Un viaggio per incontrare Mimì, diretto dal regista catanese Alfredo Lo Piero: un omaggio a 50 anni da "Mimì metallurgico ferito nell'onore", l'indimenticabile pellicola di Lina Wertmüller.

Giannini ha fatto tappa all'interno della città antica il 28 ottobre scorso, per girare alcune scene del suo nuovo film, e a riceverlo sono stati il sindaco Carmelo Palermo, il vice sindaco Giovanni Vella, l’assessore Andrea Cantavespre e i consiglieri Emiliana Scagnetti e Melchiorre Augello.

L'amato attore, doppiatore e regista ligure ha concluso nel centro di Poggioreale antica le riprese del suo nuovo film, ripercorrendo alcune delle tappe di un tour di 50 anni fa, proprio quando la Wertmüller lo mandò in Sicilia per far suoi gli usi e i costumi dell'isola e il dialetto, così da essere pronto per il personaggio di "Mimì metallurgico'. La troupe ha fatto tappa anche a Palermo, a Corleone e in alcuni altri paesi della Valle del Belìce, tra cui Gibellina.
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Poggioreale antica ha il fascino di una ghost town: una città fantasma che qualcuno ha paragonato a Pompei; ma non è stata una colata lavica, bensì il terremoto del 1968, a fossilizzare questo luogo, a imbalsamarlo e a 'ucciderlo' per farlo diventare eterno.

Nel territorio di Poggioreale si ritiene essersi svolta nel 339 a.C. la Battaglia del Crimiso, forse proprio in prossimità del luogo dove è stata ricostruita la nuova città, poco distante dal punto di confluenza dei due rami del Belìce. Il nome Poggioreale viene dal latino podus regalis (ovvero 'Poggio del Re').

Il paese fu fondato come centro agricolo nel 1642 dal marchese di Gibellina, Francesco Morso, che nel 1643 ebbe il titolo di principe di Poggioreale. Nel 1968 ci fu la violenta scossa che colpì la Valle del Belice distruggendo la città.

Restano i ruderi che, ancora oggi, testimoniano la vita prima del 1968. Poggioreale è una città unica nella Valle del Belìce per il proprio assetto urbanistico, per la bellezza e il prestigio di alcuni suoi edifici e per la piazza principale.

E ammirevole è la scalinata che conduceva alla Chiesa Madre. Obiettivo dell'amministrazione comunale in carica è recuperare la città antica e riportarla allo splendore che merita.

Il sindaco, che nei mesi scorsi ha incontrato il Direttore della Protezione Civile della Regione Siciliana per portare avanti il progetto di messa in sicurezza della città antica, è entusiasta della presenza di Giannini nel suo Comune, e dice: «Un professionista eccellente che ci consente di promuovere Poggioreale e dar vita a una raccolta fondi per le iniziative che intendiamo portare avanti.

Avevamo pensato di proiettare la prima del film proprio qui, ma adesso stiamo valutando di farlo in un sito diverso: anche Gibellina, o Santa Margherita di Belìce, o Palermo, un centro più grande che possa raccogliere quante più persone possibile perché sia occasione, davvero, per raccogliere dei fondi utili a portare avanti delle iniziative, e gettare le basi per determinare la Fondazione della città antica di Poggioreale, alla quale vorremmo che aderissero e partecipassero personalità della cultura e dello spettacolo di un certo rilievo.

Nella piazza di Poggioreale potremmo proporre un'anteprima simbolica per dare un senso di rinascita a questi luoghi con un percorso messo in sicurezza e guidato dalla piazza principale della città antica, alla presenza di autorità politiche e delle istituzioni ai massimi livelli, e con i ruderi nel contesto: un luogo di rinascita, volano per promuovere il suo territorio».

Quello che si vuole fare a Poggioreale è 'memoria viva', perché diventi luogo in cui la cultura rende la comunità partecipe di processi virtuosi. Tra il 14 e il 15 gennaio del 1968 la vita degli abitanti - 4 mila anime residenti in questo affascinante Comune in provincia di Trapani - prese un altro corso.

Con una scossa di terremoto, la più forte di una serie iniziata il pomeriggio precedente, tutta la Valle del Belìce entrò nella storia e solo dopo 38 anni, nel 2006, furono smontate le ultime baracche in eternit.

Poggioreale è riuscita a rimanere uno scrigno dall'attrattiva tanto unica da avere conquistato anche il grande cinema come quello del premio Oscar Giuseppe Tornatore che in questo luogo volle girare alcune scene dei film "Nuovo Cinema Paradiso", "Malena" e "L’uomo delle stelle"

Il sogno è un progetto che ridoni vita al borgo abbandonato per riconnettere la comunità al suo centro antico e al suo immenso patrimonio storico e identitario sommerso, offrendo opportunità per rinnovare il sistema socio-economico locale e innescare processi di sviluppo.

Il tutto con il coinvolgimento attivo della comunità alla quale riconsegnare la sua storia, recuperandone le radici. «Poggioreale antica – dice il sindaco, Carmelo Palermo - per me è una occasione straordinaria di sviluppo ecosostenibile legato alla storia e alla cultura della Sicilia contadina che coniuga anche la tragedia umana vissuta con il terremoto del Belìce con una opportunità di rinascita e risorgimento.

L'obiettivo è riuscire, con l'impegno della mia amministrazione, pian piano, attraverso un primo finanziamento, già da qualche anno ottenuto, a realizzare un percorso nella via principale della città antica, e delle attività per mettere in sicurezza edifici importanti e recuperarne altri con l'aiuto delle istituzioni.

Quella città salvaguardata dal terremoto potrebbe diventare la locomotiva del Belìce – aggiunge - perché potrebbe ospitare ristoranti, B&B, attività artigianali e i prodotti eccellenti della terra; anche occasioni di lavoro per i nostri giovani, dunque, e permettere di fare turismo rurale e di eccellenza per fare vivere i turisti in paesaggi meravigliosi attorno a Poggioreale antica, ancora incontaminata. La venuta di Giannini - sottolinea il sindaco - ci può dare spunto e forza in più per divulgare meglio questo sogno che spero possa diventare realtà.

Tante le foto che sono state scattate durante alcune scene e diverse riguardano il Cretto di Burri, perché il film è stato girato in vari luoghi tra cui Gibellina.

In questo territorio, la sinergia tra il Cretto di Burri e la città antica di Gibellina è fondamentale, come tra tutti i centri della Valle del Belìce, tra cui anche Salaparuta, che hanno una storia comune di terremoto e rinascita sociale ed economica legata anche alla legalità che può e deve essere messa alla ribalta.

In embrione - conclude -, c'è l'idea della Fondazione: voglio gettare le basi per portare avanti questo percorso e realizzarla auspicando che possano farne parte personalità di cultura, dello spettacolo di un certo peso, imprenditori e rappresentanti della politica, ma anche e uomini e donne comuni, che credono in una Sicilia che abbia la forza per riscattarsi».
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