MISTERI E LEGGENDE
Dal tesoro di Barbarossa a un amore tormentato: che nascondono i trulli in Sicilia
C'è un posto in Sicilia dove ci sono i mini trulli e come ogni luogo enigmatico, anche questo ha le sue storie, ma soprattutto leggende: ve le raccontiamo nell'articolo

Trulli di Sferracavallo
Un cono di pietra a secco coronato da una sfera, simile a un pedone di scacchiera; fante schierato di fronte a una distesa.
Il gioco più famoso della storia, in questo caso, lo mettiamo da parte perché in realtà i coni di pietra citati sono trulli e la distesa, Sicilia. Parliamo dei trulli di Sferracavallo.
Borgo marinaro che si trova nella riserva naturale orientata di Capo Gallo nel palermitano, che solo il nome già racchiude una storia intrigante.
Secondo alcuni il nome Sferracavallo ha valenza urbanistica, risalente al cattivo stato della strada che lo collegava alla città e faceva sempre sferrare i cavalli.
Per altri, invece il nome ha un richiamo vegetale. Deriverebbe dalla pianta erbacea “Hippocrepis biflora - sferracavallo”, dai frutti simili a ferri di cavallo.
E proprio in questa località trovano spazio i mini trulli. Case puffe assai - direbbe Cristina D’avena - alte 130 cm, di autore anonimo, che formano un villaggio.
Al suo interno oltre ai trulli ci sono anche una piccola cappella - casamatta del 1802 e luogo di culto per i caduti in mare - una sfinge e una barca avvolta e “divorata” dalla natura.
E come ogni luogo enigmatico, anche questo angolo di Sicilia ha la sua storia, o meglio le sue leggende.
La prima ha come protagonista un pirata, detto Barbarossa, che proprio tra i mini trulli si dice abbia nascosto un tesoro. Cosa sarebbe però un tesoro senza il suo custode?
Così, a vegliare su tanta abbondanza troviamo uno spirito maligno che vaga di notte di trullo in trullo a protezione dagli avari. E pare non tratti benissimo chi tenta nell’impresa.
Dallo spirito maligno, alla delicatezza delle fate. Queste figure mitologiche sono invece le gestanti del mini villaggio, creato in un luogo scelto per bellezza e benessere. E qui, queste creature fatate svolazzano da una cima all’altra.
Poi è la volta della storia su una principessa. Promessa sposa di un nobile, il suo cuore si lega però a quello di un umile pastore. I trulli diventano luoghi di incontri segreti e anche della loro dannazione.
Scoperti dal nobile, il pastore viene ucciso e la principessa è condannata a vivere per sempre fra quelle costruzioni di pietra. Il suo fantasma errante pare sia ancora lì.
Molteplici leggende, dunque, per questo piccolo villaggio “Hobbit siculo” che rimangono impresse come collante in ogni pietra a secco fra agavi e fichi d’india.
Anche quando - una volta raggiunto - si rischia di perdere la concezione temporale e per un istante, seppur brevissimo è subito Alberobello.
Il gioco più famoso della storia, in questo caso, lo mettiamo da parte perché in realtà i coni di pietra citati sono trulli e la distesa, Sicilia. Parliamo dei trulli di Sferracavallo.
Borgo marinaro che si trova nella riserva naturale orientata di Capo Gallo nel palermitano, che solo il nome già racchiude una storia intrigante.
Secondo alcuni il nome Sferracavallo ha valenza urbanistica, risalente al cattivo stato della strada che lo collegava alla città e faceva sempre sferrare i cavalli.
Per altri, invece il nome ha un richiamo vegetale. Deriverebbe dalla pianta erbacea “Hippocrepis biflora - sferracavallo”, dai frutti simili a ferri di cavallo.
E proprio in questa località trovano spazio i mini trulli. Case puffe assai - direbbe Cristina D’avena - alte 130 cm, di autore anonimo, che formano un villaggio.
Al suo interno oltre ai trulli ci sono anche una piccola cappella - casamatta del 1802 e luogo di culto per i caduti in mare - una sfinge e una barca avvolta e “divorata” dalla natura.
E come ogni luogo enigmatico, anche questo angolo di Sicilia ha la sua storia, o meglio le sue leggende.
La prima ha come protagonista un pirata, detto Barbarossa, che proprio tra i mini trulli si dice abbia nascosto un tesoro. Cosa sarebbe però un tesoro senza il suo custode?
Così, a vegliare su tanta abbondanza troviamo uno spirito maligno che vaga di notte di trullo in trullo a protezione dagli avari. E pare non tratti benissimo chi tenta nell’impresa.
Dallo spirito maligno, alla delicatezza delle fate. Queste figure mitologiche sono invece le gestanti del mini villaggio, creato in un luogo scelto per bellezza e benessere. E qui, queste creature fatate svolazzano da una cima all’altra.
Poi è la volta della storia su una principessa. Promessa sposa di un nobile, il suo cuore si lega però a quello di un umile pastore. I trulli diventano luoghi di incontri segreti e anche della loro dannazione.
Scoperti dal nobile, il pastore viene ucciso e la principessa è condannata a vivere per sempre fra quelle costruzioni di pietra. Il suo fantasma errante pare sia ancora lì.
Molteplici leggende, dunque, per questo piccolo villaggio “Hobbit siculo” che rimangono impresse come collante in ogni pietra a secco fra agavi e fichi d’india.
Anche quando - una volta raggiunto - si rischia di perdere la concezione temporale e per un istante, seppur brevissimo è subito Alberobello.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
STORIA E TRADIZIONI
Per i cugini era un "mostro", per la madre una figlia: la storia del (vero) "Gattopardo"
-
STORIA E TRADIZIONI
Lasciò marito e figli, rischiò il carcere: una nobile siciliana fece follie per D'Annunzio