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Dalle Dolomiti con furore: Francesca, la prof scrittrice di Trento "impazzita" per Palermo

Una delle voci contemporanee della letteratura italiana emergente ha scelto Palermo come città in cui vivere e, dopo il difficile impatto, se n'è perdutamente innamorata

  • 22 gennaio 2020

Francesca Maccani

Dalle Dolomiti trentine a Palermo è un bel salto, forse più coraggioso di quello che compiono gli sportivi con gli sci ai piedi, volando in aria prima di ripoggiare i piedi sulla neve. Ma l'atterraggio, si sa, è sempre morbido seppur spettacolare.

Così è stato anche quello di Francesca Maccani, prof di lettere che in una scuola di Palermo c'è approdata in nome dell'amore insieme al suo compagno (palermitano) e ai suoi figli. Lei non è solo una professoressa, però, è diventata in breve tempo una delle voci più acute della letteratura italiana contemporanea emergente e la sua storia nel capoluogo siciliano non è solo il capitolo di un trasferimento qualunque.

L'atterraggio, dicevamo. Francesca approda in una di quelle che vengono definite scuole "difficili", nel quartiere Cep. Luoghi che di difficile, a volte, hanno solo una strana incomunicabilità fra quelle strade e le altre del centro cittadino in cui la cultura celebra se stessa con palazzi e monumenti.
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È così che nasce un romanzo nudo e crudo che ha saputo raccogliere le migliori critiche del panorama nazionale: "Fiori senza destino" è il titolo dell'opera pubblicata per i tipi della Sem (Società editrice milanese) che raccoglie le storie di vita e i sogni di dieci ragazzi cresciuti nella periferia di Palermo.

Ma quello dal trampolino non è soltanto un volo, perché la corsa continua in discesa ben oltre il momento dell'atterraggio. Ed è quello l'attimo in cui ti godi di più il gesto, l'avventura e tutto il resto. È così che Francesca si innamora perdutamente di Palermo.

«Sono arrivata dieci anni fa - racconta - per seguire il destino di mio marito e ho lasciato la mia terra con non poche perplessità. Piano piano, però, mi sono resa conto non solo della bellezza di questa città ma anche di quanto sia falso il concetto che vuole una differenza fra Nord e Sud.

Tra le periferie ed il centro, questo si che è un problema da affrontare: a Palermo come a Trento. Che dire poi di Palermo, offre di tutto e di più, la guardo sempre con occhi nuovi e me ne innamoro. Sono sempre circondata da persone che amano la lettura e i docenti di quelle che possiamo definire le periferie siciliane hanno una preparazione stratosferica. Oggi mi sento un po' palermitana e mi arrabbio contro chi manifesta pregiudizi verso il Sud».
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