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Dalle pietrate al Capo fino all'uccisione di Falcone: l'omaggio di Salvo Piparo a Palermo

Una canzone che si trova anche dentro lo spettacolo "Carion" in scena all'interno della "Settimana delle Culture" domenica 19 maggio alle 21 al Teatro Garibaldi

Balarm
La redazione
  • 2 maggio 2019

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Raccontare Palermo attraverso i suoi muri, leggervi sopra storie di vita con paure e sogni, delusioni e speranze, violenza e amore. Questo e tanto altro dentro l'omaggio reso da Salvo Piparo alla sua città, per la prima volta con una canzone: “I muri di Palermo” con i testi e la musica di Francesco Cusumano.

La canzone che si trova anche dentro lo spettacolo "Carion" in scena all'interno della "Settimana delle Culture" domenica 19 maggio alle 21 al Teatro Garibaldi di Palermo, di e con Salvo Piparo, con Costanza Licata, voce e strumenti Francesco Cusumano.

«Tutto comincia con un incantesimo di Morfeo ai danni dell’uomo, - racconta Salvo Piparo - da cui scaturisce un percorso mentale e onirico cucito sul tentativo di svegliarsi. L’Invocazione a Sant' Onofrio "pilusu" porterà al ritrovamento di un vecchio carillon degli anni 80, piccolo meccanismo dal suono magico capace di aprire il lucernario dei ricordi e di scuotere le storie sotterrate di Palermo».
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“Carion” è quel meccanismo dentro ogni racconto, un vortice di musica, silenzi, fiati e sentimento di parola, la lingua di Palermo è la sua giostra, colui che muove il braccio di questa scatola-narrativa è un girovago, un uomo indurito dal tempo, che ha per mantello una buccia dura che si apre al suono dei ricordi. Lo spettacolo è una ballata, un “cunto” concentrato su divertenti musioni e parole in disuso di una saggezza antica.

Una maniera per ritornare alle origini, divertendo e scuotendo coscienze e sentimenti popolari. L’attore-cuntastorie Salvo Piparo dalle pitruliate di Seralcadio (il quartiere del Capo) negli anni '80, arriverà fino al 1992, in omaggio a Falcone, mettendo in scena la terribile strage di Capaci, accompagnato dalla voce di Costanza Licata e dal polistrumentista Francesco Cusumano. Lo spettacolo avverrà quasi al buio, per dare alle persone un ampio immaginario, dove sognare e ritrovare il gusto di ascoltare senza guardare, di essere loro i personaggi narrati.

Il buio è l'elemento scenografico, l'udito è l'espressione del racconto e la musica è il tappeto volante sul quale abbandonarsi alla fantasia. Gli attori, in mezzo alla gente, a caso, faranno sentire i racconti attraverso l'olfatto e l'udito, lasciando questa volta ad occhi chiusi tutti i partecipanti.

Info e prenotazioni 3288663774: costo del biglietto 15 euro, 12 euro ridotto Cral e 10 euro per bambini sotto i dodici anni.
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