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Disabili portati in classe in braccio: al Benedetto Croce ascensore rotto da 3 anni

Ogni giorno studenti con disabilità o difficoltà motorie, anche temporanee, al liceo scientifico di Palermo vivono la scuola in condizioni disastrose

Giulia Ortaggio
Studentessa di Scienze della Comunicazione
  • 19 dicembre 2025

Il plesso in via Imera del Benedetto Croce

«Il motivo per cui noi studenti ci stiamo mobilitando non è solo un ascensore guasto. nel 2025, il mancato funzionamento di un ascensore scolastico si trasforma in un ostacolo insormontabile per chi ha una disabilità o difficoltà deambulatorie, calpestando il diritto allo studio».

A denunciarlo sono i rappresentanti di istituto del liceo scientifico di Palermo Benedetto Croce, Simone Ventura e Noemi La Spada, che da giorni stanno mobilitando la comunità scolastica per una situazione della succursale Colozza-Bonfiglio in via Imera che dura da oltre tre anni. «Nella nostra scuola ogni giorno studenti con disabilità o difficoltà motorie, anche temporanee, dovute a operazioni o infortuni, sono costretti ad affrontare situazioni inaccettabili: vengono sollevati a braccia da compagni, personale scolastico o persino dai genitori.

Altri, con stampelle o tutori, devono affrontare scale che mettono a rischio la loro sicurezza - spiegano i rappresentanti -. In questi giorni una studentessa, reduce da un intervento, utilizza le stampelle e viene trasportata dal padre sulle spalle per tre piani di scale, ogni mattina, pur di esercitare il proprio diritto allo studio: una condizione che mette seriamente a rischio la sicurezza di entrambi.

Un altro ragazzo invece è costretto a salire in autonomia le scale nonostante le stampelle. Non sono i primi e, senza interventi immediati, non saranno gli ultimi».

La situazione presso la succursale Colozza-Bonfiglio in via Imera, dove da oltre tre anni l'ascensore non funziona, ha spinto il consigliere Franco Miceli, capogruppo di "Progetto Palermo" e Vice-Presidente della Commissione Urbanistica Consiliare, a inviare una nota al sindaco di Palermo: «Intervenire subito per ripristinare le condizioni di civiltà nell'edificio scolastico dell'istituto comprensivo Colozza-Bonfiglio e del Liceo Scientifico Benedetto Croce».

«Ho appreso da diverse segnalazioni pervenute che da circa tre anni l'ascensore della scuola in oggetto non funziona - scrive Miceli nella nota inviata al sindaco Roberto Lagalla, al Presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo, all'Assessore all'Istruzione Aristide Tamajo e ai capigruppo consiliari. Il consigliere denuncia come - il necessario e doveroso intervento, è stato annualmente rinviato dato che nel competente piano di gestione, approvato in questi anni dalla Giunta comunale, non sono state inserite le somme necessarie per il relativo finanziamento».

Secondo Miceli, la situazione «denota una ingiustificabile inerzia degli organi competenti, sia nella programmazione degli interventi, sia per assegnare le risorse in funzione di criteri di priorità, che dovrebbero essere trasparenti, condivisi e funzionali ed utili per garantire - come nel caso specifico - i fondamentali "diritti di cittadinanza"».

«Ho appreso inoltre che da diversi giorni una studentessa iscritta al liceo scientifico e frequentante una classe ubicata nella scuola in oggetto - che necessita dell'uso di stampelle - viene trasportata sulle spalle dal padre per la propria aula ubicata al terzo piano dell'edificio e potere, quindi, esercitare così il suo diritto allo studio», denuncia il capogruppo.

«È del tutto evidente come il mancato funzionamento del suddetto ascensore determina un grave disagio al personale della scuola, agli studenti, alle studentesse e ai loro genitori - ottolinea Miceli, ricordando che - l'articolo 34 della Costituzione dichiara che la scuola è aperta a tutti».

Per la studentessa in questione «a causa, si ribadisce, dell'ingiustificabile ritardo triennale nell'attivazione ed esecuzione dei necessari interventi di ripristino della funzionalità dell'ascensore - l'esercizio del diritto allo studio risulta ostacolato proprio dalle istituzioni che dovrebbero garantirne la piena attuazione».

«Questa situazione non è tollerabile, mortifica tutti noi - afferma Miceli, che invita - il sindaco di Palermo, anche nella qualità di sindaco metropolitano, a porre in essere quanto ritenuto necessario per ripristinare immediatamente la funzionalità dell'edificio scolastico, condizione necessaria per rispettare la dignità del personale e per garantire il reale esercizio del diritto allo studio agli studenti e alle studentesse».

Nella sua dichiarazione pubblica, il consigliere ribadisce che «tutto ciò è grave e lede i diritti fondamentali della persona ed incide negativamente sul diritto allo studio la cui cura e responsabilità ricade su chi svolge il ruolo di governo della città».

Miceli conclude con una riflessione sul rapporto tra cittadini e istituzioni: «è altrettanto evidente come questa "negligenza" non possa che essere vissuta dai "nostri" studenti, dalle "nostre" studentesse e dal Personale della scuola come un elemento che compromette il rapporto tra la comunità e le istituzioni di prossimità che la rappresentano».

La nota chiede «un immediato ed urgente intervento del sindaco per ripristinare un minimo di condizioni di civiltà che dovrebbero essere centrali nell'azione di governo del Comune per non compromettere il rapporto con i cittadini ed acuire il distacco di questi dalla politica».

«Situazioni emergenziali come questa non possono essere affrontate con procedure ordinarie, ma richiedono interventi urgenti - continuano i rappresentanti d'istituto -. Evidentemente per questa Amministrazione comunale il diritto allo studio e l'abbattimento delle barriere architettoniche non figurano tra le priorità politiche. Chiediamo che una scuola pubblica smetta di essere luogo di esclusione - concludono i rappresentanti -. Chiediamo che una vicenda che dura da oltre tre anni venga finalmente ascoltata, compresa e risolta».

Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Antonino Randazzo, che ha seguito la protesta degli studenti dopo il sit-in organizzato martedì 9 dicembre in via Maqueda, sotto la sede di Palazzo Comitini, dove i ragazzi hanno avuto un confronto con gli uffici tecnici della Città Metropolitana.

«Ho contattato gli uffici della manutenzione scolastica della Città Metropolitana e dalla risposta ricevuta emerge chiaramente che la competenza sugli interventi di ripristino spetta al Comune di Palermo, ente proprietario dell'immobile.

La Città Metropolitana ha più volte sollecitato un intervento da parte del Comune di Palermo, senza ricevere un riscontro conclusivo. Questa situazione, che va avanti da anni, è inaccettabile - denuncia Randazzo - anche un aspetto sociale legato alle barriere architettoniche».

Abbiamo chiesto la replica alla dirigente scolastica del Benedetto Croce, ma attendiamo risposta.
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