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Domenica 4 marzo si va al voto: il video corto e facilissimo che ti spiega come farlo

Questa volta votare è più complicato del solito e c'è pure chi non ha idea di cosa stia succedendo ma con questo video passa la paura: vai a votare, o poi non ti lamentare

Balarm
La redazione
  • 27 febbraio 2018

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Domenica 4 marzo 2018 tutti gli italiani sono chiamati alle urne per le elezioni politiche. Dalle ore 7 alle 23 si vota per il rinnovo del Senato della Repubblica (315 senatori) e della Camera dei Deputati (630). La prima riunione delle nuove camere si terrà il 23 marzo 2018.

Le elezioni politiche del 2018 si terranno, per la prima volta, con il sistema introdotto dalla legge numero 165 del 3 novembre 2017: nota come Rosatellum o Rosatellum bis, dal nome del suo ideatore Ettore Rosato.

Per entrambe le camere: il 37% dei seggi (232 alla Camera e 116 al Senato) è assegnato con un sistema maggioritario a turno unico in altrettanti collegi uninominali, in ciascun collegio è eletto solo il candidato più votato.

Il 61% dei seggi (386 alla Camera e 193 al Senato) sono ripartiti proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che abbiano superato le previste soglie di sbarramento nazionali. Il riparto dei seggi è effettuato a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato.
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Non bisogna scrivere preferenze. Tracciando una croce sul simbolo del partito automaticamente si vota sia il candidato del partiito al maggioritario, che i candidati nel sistema proporzionale ed è vietato il voto disgiunto, ovvero barrare con una croce il nome di un candidato e con un'altra croce un partito che non lo sostiene e quindi presente in un diverso "blocchetto" della scheda elettorale. In tal caso il voto sarebbe considerato nullo.

Sono invece validi i voti in cui l'elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nome del candidato del collegio uninominale e un altro segno sul rettangolo che contiene il simbolo della lista (in questo caso il voto è comunque valido per il partito scelto e il candidato collegato del collegio uninominale).

Stesso discorso nel caso l'elettore segnasse con una croce la lista di candidati nel collegio plurinominale e il simbolo del partito che li ha candidati. Il voto, ovviamente, vale anche per il candidato nell'uninominale del partito scelto.
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