ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsCulturaItinerari e luoghi

Dopo 20 anni riapre l'Osterio Magno di Cefalù: la dimora storica che cela un tesoro

Presente nei libri e nelle guide turistiche è rimasto chiuso dal 2000, si tratta di un evento atteso a lungo sia dai cefaludesi che da molti visitatori, anche alla luce dei recenti scavi

Stefania Brusca
Giornalista
  • 1 aprile 2022

Un gioiello architettonico e storico dopo vent'anni torna a risplendere e a regalare stupore ai visitatori di tutto il mondo. Finora inaccessibile ma presente in molti libri e nelle guide turistiche, l'Osterio Magno di Cefalù riapre al pubblico.

La sua storia è antichissima. L'edificio, tramandato come la "Domus Regia", prima residenza di re Ruggero II, risale al XIII secolo, costruito dalla nobile famiglia Ventimiglia del Maro, marchesi di Geraci e principi di Castelbuono.

Il suo nome deriva dal latino hosterium, ovvero palazzo fortificato. Nei primi anni '90 l'Osterio era stato riaperto, fino al 2000, quando è stato chiuso per lavori di manutenzione. Questo patrimonio di grande pregio storico-artistico è di nuovo fruibile dopo un lavoro di restauro e di scavi guidati dal professore Amedeo Tullio.

Il 28 febbraio 2020 è stata affidata alla Diocesi di Cefalù dalla Regione Siciliana con la quale è stata sottoscritta una convenzione. Grazie alla gestione da parte della Diocesi adesso si potrà ammirare e apprezzare la sua imponente bellezza.
Adv
La riapertura dell'Osterio rappresenta un altro importante tassello nel progetto dell'Itinerarium Pulchritudinis, fortemente voluto dal Vescovo di Cefalù, monsignor Giuseppe Marciante per la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio storico, artistico e culturale del territorio diocesano e per combattere il fenomeno dello spopolamento giovanile.

La struttura sarà inaugurata sabato ed inserita nell'ambito degli Itinerari di visita della Cattedrale di Cefalù, curati dalla Cooperativa Sociale Il Segno, che si occuperà della riapertura della struttura al pubblico dal giorno successivo, domenica 3 aprile. «Sarà visitabile - dicono dalla cooperativa - un complesso abitativo di età ellenistico-romana venuto fuori dagli scavi, una scoperta di grande rilevanza storica». Dalle esplorazoni archeologiche è emersa anche una cisterna scavata nella roccia e una giara contenente delle monete in bronzo databili al IV secolo a.C, presenti al pianterreno dell'edificio.

Oltre all'area archeologica venuta alla luce, salendo per le scale che portano a un corridoio, si arriva ad un altro piano dove è allestita una mostra fotografica. Gli scatti ritraggono le bellezze storiche e naturalistiche non soltanto di Cefalù, ma di tutto il territorio diocesano. Sarà anche possibile ammirare da vicino le bifore della struttura, ben visibili dall'esterno.

Una riapertura dunque a lungo attesa «non solo dai cefaludesi - conclude la cooperativa "Il Segno" - ma anche da moltissimi visitatori che venivano a Cefalù per ammirare le bellezze storico-artistiche della città».

All'ingresso vengono date ai visitatori delle brochure con dei cenni storici sull'edificio e lungo il percorso, nelle sale, sono presenti dei totem informativi. Le visite a breve si potranno prenotare anche sul sito, chiamando allo 0921 926366 o al 350 0081587. Sul sito si può anche consultare il blog dedicato agli approfondimenti sugli itinerari proposti.

Tra questi c'è un articolo dedicato proprio all'Osterio Magno che cita come fonte il libro di Rosario Ilardo "L' eccelsa rupe. Studi, ricerche e nuove prospettive storiche sulla rocca di Cefalù". Riporta come l'edificio venisse utilizzato come dimora invernale e che comprendeva altre pertinenze e giardini.

Il palazzo rimase ai Ventimiglia fino al 1599 quando fu venduto a un cefaludese, Simone Di Fiore. Dei Ventimiglia era anche un altro edificio, conosciuto come l'"Osterio piccolo", di cui si può ancora vedere la torre con la sua bifora, che oggi fa parte del campanile della chiesa di Maria SS. Annunziata in corso Ruggero.

Sono stati diversi gli studi per datare l'intero edificio, finora con poche notizie accertate. La parte più antica è attribuita al palazzetto "bicromo" contraddistinto da fasce orizzontali alterne di pietra lavica e tufo, quindi chiare e scure, ben visibili anche sulle bifore perfettamente conservate, testimoni dell'antico splendore della struttura.

La possibilità di visitare finalmente questa antica dimora è un'occasione da non perdere per immergersi nelle bellezze e nella storia della nostra splendida Isola.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

LE FOTO PIÙ VISTE