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È "la signora delle asine" di Calascibetta: Stefania e il (vero) turismo emozionale

La chiamano così questa donna la cui vita è costellata di tappe e scelte diverse che l’hanno condotta a diventare un esempio di quel coraggio che in Sicilia è necessario per restare

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 18 gennaio 2022

Stefania Greco e le sue asine

La chiamano così questa donna la cui vita è una storia costellata di tappe e scelte diverse che l’hanno condotta a diventare un esempio di quel coraggio che in Sicilia è necessario per restare, portare avanti un progetto, vivere di sogni realizzati e pensarne altri ancora.

Vive immersa in un angolo meraviglioso della campagna insieme a suo figlio Bruno, ormai vicino ai diciotto anni che si divide tra lo studio e la passione per lo sport e dalla madre ha preso pare del suo carattere. Ennese di nascita, nelle sue vene scorre il sangue duplice tra entroterra e costa: padre di Calascibetta, mamma di Taormina, il che dice tutto o quasi sulla sua natura polivalente.

Stefania Greco e le sue asine rappresentano un mondo atavico trasformato da semplice attrazione da fattoria, in attività culturale e di custodia di un patrimonio dichiarato dell’umanità, al quale successivamente ha associato l’attività turistica/escursionistica.

Si perché è questa la parte importante del suo racconto: allevare asini o asine che siano, è una attività di custodia di un patrimonio storico non soltanto agricolo, ma inestimabile nel valore antropologico/ sociale che rappresenta, e che tramandato fino a oggi diventa futuro proprio grazie all’allevamento e alla riconversione di questa figura imprescindibile dalla vita rurale.
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E non è un caso quindi che sul territorio di questo centro di Sicilia, le si deve la proposizione della transumanza promossa come attività escursionistica, pretesto di una narrazione culturale dell’usanza antichissima ancora oggi praticata dagli allevatori tra le stagioni della primavera e dell’autunno.

Con le sue asine però lei propone un’altra storia: Stefania include la visita ai borghi che si incontrano durante il percorso accolti dagli abitanti locali e anche dai sindaci un qualche caso, allevatori e agricoltori che mettono a disposizione le viste aziendali e le degustazioni dei prodotti locali, artigiani da conoscere nei loro laboratori, incontri speciali che lei stessa cura e innesta sull’itinerario come perle preziose di una unica collana.

Esperienze indimenticabili che fanno prendere contatto con la realtà autentica della vita rurale, con le nostre radici di un mondo dal quale un po’ tutti alla fine scopriamo di venire, dentro al quale lei fa immergere con estrema naturalezza e empatia.

Chi pensa che un asino sia solo un antico animale da lavoro deve proprio rivedere il suo concetto, ampliarlo con il fattore umano, nel senso che tra gli animali da “lavoro” è sicuramente il più umano, capace di affezione e sentimenti, di una spiccata indole sociale che lo fa diventare un compagno di vita, un membro di famiglia, un amico fedele ma non sottomesso che chiede lo stesso rispetto che è disposto a dare agli umani, con un suo marcato carattere e per questo erroneamente e per credenza, si pensa ad un soggetto passivo e testone, simbolo di ignoranza addirittura come il somaro di scuola.

Tutto falso e per scoprirlo basta averci a che fare, venire a conoscerlo davvero e scoprire come al contrario è il simbolo di una fedeltà e di una sicurezza che lo rendono un elemento compassionevole e generoso. Gli anziani dei paesi scendevano in campagna e da li risalivano a cavallo dell’asino proprio grazie alla sicurezza che questo animale rappresentava, coraggioso e forte, più umile e protettivo di un cavallo perchè senza la sua certa alterigia.

Si impara davvero tanto con Stefania nell’ascoltarla ma anche a vederla, si intuisce quella dote rara che è la pazienza tipica di chi ha a che fare con la natura e i suoi ritmi, con gli animali che hanno i loro e non si possono stravolgere come con gli umani pretendendo qualcosa in cambio. Eppure la sua storia parte da altri fronti, lontanissimi da adesso, ma che alla fine l’hanno condotta ad un oggi straordinario, faticoso ma straordinario.

Ce ne parla proprio lei mentre la incontriamo nella sua azienda agricola a Calascibetta a in quel centro della Sicilia cuore dell’isola rurale, con una energia coinvolgente e una serenità dietro la quale si nascondono fatica e impegno accompagnati da una visione della vita sempre positiva, il bicchiere mezzo pieno pure quando tende al vuoto.

Da bambina sognava di fare il veterinario e per tanti anni ha pensato di diventarlo davvero, salvo poi trovarsi tecnico di laboratorio e ad appena 26 anni totalmente vocata all’equitazione che diventava la sua attività a tempo pieno, una passione trasformata in lavoro presso una importante realtà, una professione a tutti gli effetti come istruttrice FISE e sportiva di altissimo livello.

Quando arrivano le asine la sua vita aveva già preso un’altra piega, lasciata l’equitazione e realizzata la sua azienda agricola in quei terreni paterni, dove una casa di campagna diventa un progetto di vita, dove dall’uliveto iniziale arrivano anche altre attività come la fattoria didattica e poi l’intuizione turistica, o meglio, rendere la ruralità spendibile in senso attrattivo per mettere in luce un valore antropologico che diventa traino di piccola economia.

L’idea da un suggerimento di un’amica, allevare asine per il latte alimentare che poi, invece, diventa latte per cosmetica e la coltivazione di erbe officinali ad arricchire l’economia aziendale. La passione per l’escursionismo, per il camminare, vivere la natura pienamene per ritrovare luoghi di rigenerazione, la portano ad aggiungere un altro tassello in una vita alla ricerca di nuovi orizzonti da percorrere.

Diventare GAE guida ambientale escursionista - associata ad AIGAE l’impostante Associazione Italiana guide ambientali escursionistiche, presente da trenta anni su tutto il territorio nazionale – la porta a nuove esperienze umane, conducendo i visitatori alla scoperta di luoghi straordinari in Sicilia, con lei si entra in mondi dimenticati e segreti o in altri conosciuti da vedere con occhi nuovi, come indicava Marcel Proust.

Ecco questo è Stefania, empatia pura, solarità, immediatezza, è l’umiltà che non è modestia ma la capacità di porgersi agli altri con delicatezza ed energia mescolate insieme, testimonial di quella sicilianità bella, sana e pura.
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