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Ebbe mille vite e un fulmine lo distrusse: il castello in Sicilia, da dimora reale a carcere

Tra le più importanti costruzioni federiciane, il castello ospitò persino una seduta del parlamento siciliano. Com'è in un video

Balarm
La redazione
  • 12 settembre 2023

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Il suo nome fa riferimento al capitano bizantino che nello stesso luogo fece edificare una torre difensiva.

Situato nella punta estrema dell’isola di Ortigia, il castello Maniace custodisce una storia dalle mille vite e funzioni.

Tra le più importanti costruzioni federiciane presenti in Sicilia, nel corso della sua esistenza, ospiterà persino una seduta del parlamento siciliano.

Secondo gli archeologi nello stesso luogo, in epoca greca, sorgeva il tempio di Hera e, in età repubblicana - come dimostrato dal reimpiego di materiali di spoglio bizantini quasi certamente provenienti da costruzioni preesistenti - vi si trovava la dimora di Verre.

La struttura - a pianta quadrata e torri circolari - venne realizzata tra il 1232 e il 1240, per volere di Federico II. Il re progettò e curò personalmente i lavori affidandone la direzione a Riccardo da Lentini, il quale utilizzò maestranze locali e saraceni abili intagliatori.

In origine la sua funzione era quella di dimora reale.

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Con gli aragonesi divenne sede della Camera Reginale, un istituto che poneva la città a dote della regina.
Dal 1305 al 1536 ospitò le regine: Costanza nel 1362, Maria di Sicilia nel 1399, Bianca d'Evreux nel 1416 e, infine - l'ultima che ebbe in dominio la città - Germana de Foix, seconda moglie di Ferdinando il Cattolico.

Nella parete sud-ovest quarantuno gradini conducono a una piccola sala con una vasca. È il Bagno della Regina, nelle cui pareti vi sono incisi diversi caratteri in ebraico che rimandano a riti di purificazione di cultura ebraica.

Punta di diamante protesa sul mare, nel 500 il castello acquisisce la funzione di prigione.

Nel corso del XVI e XVII secolo vengono innalzati i bastioni, che lo collegano alle fortificazioni cittadine e alla cinta muraria, facendo diventare il corpo federiciano il “mastio” del nuovo complesso fortificato.

In quegli anni viene edificato il Bastione Vignazza, con le casematte di epoca borbonica.

Nel 1704 un fulmine provoca l’esplosione di una delle torri adibite a polveriera, distruggendo completamente l’ala nord est del Castello.

L'interno, prima dell’esplosione della polveriera, era costituito da un unico grande ambiente. La grande sala aveva sedici colonne libere, quattro semicolonne angolari e sedici semicolonne perimetrali, che sorreggevano venticinque campate coperte da volte a crociera costolonate. Agli angoli vi erano quattro camini monumentali.

Nel periodo borbonico il castello riacquista le sue funzioni militari e viene rifornito di bocche da fuoco. Nel 1838, in seguito ai moti rivoluzionari, viene dotato di una costruzione di difesa.

Dopo l'unificazione d'Italia e fino alla seconda guerra mondiale rimane una struttura militare.

Alle soglie degli anni duemila - dopo il restauro e la smilitarizzazione, con la chiusura della storica caserma dell'esercito - il castello riapre le porte come monumento.

Sede dell'Ortigia Festival, ospita nel 2009 il G8 ambiente.

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