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Era il sogno di Sebastiano Tusa, l'Arsenale di Palermo ora risorge: cosa nasce al suo posto

Costruito dalla Real Marina, poi deposito del vicino Cantiere Navale fondato dai Florio. Partono i lavori di riqualificazione dello storico edificio: cosa diventerà

Balarm
La redazione
  • 14 febbraio 2024

L'Arsenale della Marina Regia di Palermo

Fu il "quartier generale" della Marina Regia a Palermo, prima ai tempi dei Vicerè e dei Borboni, poi del Regno d'Italia. In seguito fu anche deposito del Cantiere Navale allora fondato dalla Famiglia Florio.

Sin dalla sua origine l'Arsenale della Real Marina, nell'omonima via (nella zona di via dei Cantieri) ha rappresentato le aspirazioni di chi voleva intensificare la potenza marittima di Palermo, non solo militare ma anche commerciale, come nel caso dei Florio.

Dopo decenni di abbandono a seguito dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale, nel 1997 l'edificio riapre e nel 2013, quando la gestione viene affidata alla Soprintendenza del Mare aspira a diventare il primo Museo del Mare della Regione Sicilia. Era questo l'obiettivo di Sebastiano Tusa, archeologo, soprintendente del Mare ed ex assessore regionale ai Beni culturali (morto nel 2019 in un incidente aereo avvenuto nei pressi di Addis Abeba, in Etiopia, dove aveva partecipato a un convegno internazionale).
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Oggi, il sogno di Sebastiano Tusa si accinge a diventare realtà. Sono stati affidati, alla presenza dell’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato, e del Soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici, i lavori di ristrutturazione dell’Arsenale.

Ci vorranno 18 mesi per il completamento dell'opera che, oltre alla riqualificazione dei locali, prevede appunto la realizzazione del nuovo Museo del Mare e della Navigazione della Sicilia, gestito dalla Soprintendenza del Mare.

La nuova struttura espositiva conterrà gran parte del patrimonio culturale sommerso e legato al mare recuperato negli ultimi venti anni e racconterà la storia del mare e della navigazione in Sicilia, dai primordi all’età contemporanea, con un processo narrativo sull’archeologia subacquea, i traffici marittimi, i commerci, le rotte, gli scambi, la pesca e la pirateria.

Sarà un percorso di valorizzazione e fruizione innovativo grazie all’utilizzo di sistemi multimediali, che offriranno ai visitatori un panorama completo del patrimonio culturale materiale e immateriale dei mari e delle coste siciliane. Previsto anche un bookshop e una biblioteca di settore oltre che uno spazio relax con caffetteria per ospitare i visitatori.

L’importo complessivo per la realizzazione delle opere è pari a oltre 4 milioni e mezzo, a valere sui Fondi per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 - “Patto per lo sviluppo della Regione Siciliana”.

A realizzare il progetto nei locali dello storico edificio sarà il consorzio Ati Pisciotta Costruzioni di Palermo, Unyon Consorzio di Scafati (Sa) e Symraxis srl di Palermo.

«La Sicilia si dota finalmente di uno spazio espositivo moderno che racconterà il mare e la storia ad esso legata – afferma l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - Un territorio, che fin dall’antichità ha avuto uno stretto legame con il mare e la navigazione, ha il dovere di raccontare ai suoi visitatori ciò che più ha caratterizzato le sue vicende nel corso dei secoli.

La valorizzazione e la divulgazione del patrimonio culturale legato al mare sono una mission dell’assessorato, che potrà finalmente dotarsi di un museo in linea con gli standard più moderni».

L’Arsenale, che si trova alla fine dell’omonima via, già via Cristoforo Colombo (anticamente via del Molo) è un edificio dalla severa architettura composto da due ordini di figura rettangolare: il piano terra è caratterizzato da una fila di sei archi a volta, oggi tompagnati, che altro non erano che i grandi fornici dove venivano impostate le navi in legno per poi essere varate.

Il piano superiore, invece, formato da ampi cameroni in sequenza, presenta al disopra di una cornice marcapiano fortemente aggettante, una serie di sei finestre a edicola classica, perfettamente in asse con gli archi sottostanti.

A questo piano , che originariamente doveva servire ad ospitare l'abitazione dei Generali delle Galere e forse alcuni uffici, vi si accedeva da una scala posta nella stanza all’interno del primo arco di sinistra.

La "Fabrica della Real Marina", come era allora chiamata, rappresentò le speranze e le aspirazioni di coloro i quali vedevano nella sua edificazione la possibilità di accrescere la produzione navale della città ,da sempre ritenuta insufficiente, al fine di potenziare non solo la flotta militare ma anche tutte quelle imbarcazioni ad uso commerciale utili al traffico e allo scambio delle merci sia interno che estero.

Nel 1861, all'alba del Regno Unitario, divenne pure sede di un ufficio postale per la corrispondenza via mare e successivamente deposito di materiali vari dell'attiguo Cantiere Navale di Palermo fondato dalla Famiglia Florio, ma anche, per un periodo, caserma della Guardia di Finanza.

I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale pur danneggiandone gravemente la parte posteriore lasciarono integra la facciata eccezion fatta per qualche elemento decorativo. Ma il degrado fu inesorabile fino a quando è divenuto proprietà della Regione Siciliana che, nei primi anni 2000, ne ha curato il restauro con la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Palermo.

L'immobile nel 1998, attraverso una convenzione è stato dato in uso ad un gruppo di cittadini costituitisi in un comitato denominato “Pro Arsenale” che lo ha parzialmente recuperato e al piano terra ha realizzato un percorso espositivo costituito da documenti, fotografie, strumenti tecnici, costumi, motori navali, tutto materiale raccolto in tanti anni di passione per il mare.

Oggi lo storico arsenale è pronto a rinascere e a diventare uno spazio espositivo innovativo e sicuramente unico nel suo genere.
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