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Fu un tempo luogo di delizia e sollazzo: il Castello di Maredolce è pronto a risplendere

Un investimento di oltre 450 mila euro per un lavoro di restauro che durerà circa un anno. Saranno molte le aree coinvolte, come ci ha detto l'architetto Tusa, responsabile del procedimento

  • 28 dicembre 2021

Una vista del Castello di Maredolce

Dureranno circa un anno i lavori di restauro volti al completamento delle opere già avviate e alla valorizzazione del Castello della Favara o di Maredolce, struttura del XII secolo utilizzata da Ruggero Il come residenza extraurbana.

Secondo le stime nei 330 giorni di lavoro, eseguiti dall'impresa Veri Restauri s.r.l. di Favara, coordinati dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, diretta da Selima Giuliano, con un investimento di oltre 450 mila euro, molte saranno le aree coinvolte.

«Questi interventi - ci ha detto Serena Tusa, architetto responsabile del procedimento che ha lavorato in sinergia con Filippo Davì, direttore dei lavori - si vanno a collegare e tenderanno a completare ancor di più i lavori già eseguiti in precedenza sullo stesso bene.

Nella fattispecie, secondo il progetto, sono previsti interventi negli ambienti interni nelle aree meridionali del Castello.
Come primo passo verranno eseguiti dei saggi archeologici di questa area e, qui, è prevista anche una pavimentazione delle superfici, oltre alla sistemazione dell’interno delle pareti, al loro consolidamento e integrazione con malta e intonaci naturali secondo un restauro conservativo.
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Nella zona della Corte del Castello è previsto un saggio a carattere di archeologia preventiva oltre alla sistemazione dell’accesso carrabile. Verranno dismesse le recinzioni precarie e ripristinate le porzioni di mura presenti».

Del complesso di Maredolce, un luogo di delizia e sollazzo, si conservano oggi il Castello, l'Isola, dove ancora resiste un agrumeto e il muro di contenimento del bacino artificiale rivestito per l’impermeabilizzazione in coccio pesto, in buona parte leggibile nel suo contorno.

In particolare, i locali saranno completati con la collocazione degli infissi esterni nei vani creati nell’ambito dell’ultimo intervento di restauro.

«Gli interventi - ha aggiunto l’architetto Tusa - riguarderanno anche l’ala Ovest della struttura con distruzione delle superfetazioni realizzate in passato, con conseguente liberazione dell’originale parete normanna che tornerà all’antico splendore. Anche la Cappella verrà interessata dai lavori, soprattutto la scala laterale che permette l’accesso alle parti superiori».

«L’intervento che si andrà a realizzare – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà - è un ulteriore passo avanti nell'attuazione della riqualificazione di un territorio dove per troppo tempo ha prevalso una cultura di tipo mafioso.

Da alcuni anni l’impegno profuso da parte della Soprintendenza ha permesso di recuperare alla pubblica fruizione una parte significativa dell’originario sollazzo normanno e di contribuire alla crescita socio-economica del quartiere, grazie al potenziamento dell’offerta di turismo culturale». Le risorse economiche investite nel progetto provengono dal Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020, attraverso il Patto per la Sicilia.
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