Guerra al West Nile anche in Sicilia: trappole e punti di cattura a Palermo, la mappa
Il virus trasmesso dalle zanzare preoccupa per l'aumento dei casi registrati rispetto allo scorso anno. Anche le Asp siciliane fanno partire i controlli

Il virus West Nile si trasmette con la puntura della zanzara
A destare preoccupazione sono i numeri delle infezioni registrate quest’anno: nel 2025, infatti, si aggirano intorno ai 90 casi, contro i soli 32 registrati nel 2024.
Un caso è stato registrato anche in Sicilia, a Catania: si tratta di un 74enne di Caserta, immunodepresso, ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale Cannizzaro.
Come spiegato a Balarm dal professor Antonio Cascio i rischi per i siciliani sono ancora molto bassi. Nonostante questo, il direttore della Clinica di malattie infettive e tropicali al Policlinico di Palermo ha invitato alla prudenza.
Ed è proprio con prudenza che si stanno muovendo le Asp siciliane, che hanno infatti avviato alcune misure precauzionali per evitare una potenziale diffusione del virus.
L’Asp di Trapani, per esempio, ha fatto scattare la prevenzione veterinaria, mettendo a lavoro gli specialisti del dipartimento nel controllo degli allevamenti della provincia. Sotto controllo sono in particolare quelli di cavalli e asini, dato che l’infezione si diffonde con molta facilità nelle specie equine.
Gli esperti, oltre a eseguire una sorveglianza passiva ornitologica, stanno eseguendo una sorveglianza entomologica, con trappole per il monitoraggio e la cattura delle zanzare su tutto il territorio provinciale.
A seguito del prelievo, le zanzare vengono analizzate all’Istituto Zooprofilattico di Palermo per verificare la potenziale presenza del virus.
L’unità operativa di Epidemiologia e sorveglianza sanitaria del dipartimento di prevenzione dell'Asp trapanese è invece pronta a un possibile monitoraggio della eventuale febbre West Nile su casi umani.
«Non siamo in una situazione di allarme nella nostra provincia – ha dichiarato Roberto Messineo, direttore del dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Asp Trapani - ma la salute animale ha rilevanti refluenze sulla salute umana e la possibile diffusione sul territorio nazionale di arbovirus richiede, come sottolineato anche dal Ministero della Salute, un approccio preventivo multidisciplinare basato sull’integrazione di professionalità differenti della Sanità pubblica: medici, veterinari, biologi ed entomologi».
Sul fronte etneo, l’Asp di Catania ha individuato e prontamente isolato un caso di West Nile in un cavallo ospitato presso un allevamento equino nel Catanese.
«La rete di monitoraggio veterinario e la collaborazione degli allevatori e dei veterinari liberi professionisti si sono rivelate fondamentali per garantire un intervento rapido ed efficace – ha dichiarato il direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria, Emanuele Farruggia -. È essenziale mantenere alta la vigilanza durante i mesi estivi, periodo in cui la circolazione del virus è più intensa, e rafforzare la cooperazione fra le Istituzioni».
Anche l’Asp di Palermo si sta attrezzando a dovere per prevenire dei possibili casi nel Palermitano. Qui il Dipartimento Veterinario dell'Azienda sanitaria è impegnato da aprile scorso nella sorveglianza entomologica prevista dal piano nazionale arbovirosi. Vengono piazzate trappole in zone strategiche per catturare le zanzare.
«Ogni 15 giorni - spiega l'Asp - le zanzare catturate vengono portate all'Istituto Zooprofilattico per verificare la presenza del virus West Nile e per verificare la presenza di specie aliene che potrebbero essere vettore di alte malattie. I punti strategici sono porto e aeroporto (in collaborazione con veterinari Usmaf). Altri 7 punti di “cattura” sono dislocati in provincia: Altofonte, Partinico, Corleone, Vicari, Alia, Caccamo e Cefalù».
Un dato rassicurante per Palermo e provincia: ad oggi non è stata riscontrata alcuna positività nei casi analizzati.
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