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Ha "rubato" il mestiere con gli occhi: a Palermo il simbolo dell'alta sartoria siciliana (per uomo)

Umile e "confessore", Claudio Italiano è il sarto più giovane di Palermo, ma solo anagraficamente. Nelle sua mani ha un'arte in cui è racchiusa una lunga tradizione familiare

  • 2 agosto 2021

Claudio e Luigi Italiano (foto di Tony Rappa - Rappa Studio)

Lo incontri per strada, ed è "elegante". Proprio così, i suoi modi sono eleganti, come il suo aspetto e se a questa - che di certo una qualità - aggiungi che di mestiere fa il sarto, ecco che quella qualità diventa un valore aggiunto.

Claudio Italiano, è il sarto più giovane di Palermo, ma solo anagraficamente. Nelle sua mani ha un'arte e in quest'arte è racchiusa una lunga tradizione familiare, fatta di passione, studio e gusto.

Padre e figlio, Luigi e Claudio, portano avanti una storia siciliana, una di quelle belle, fatte di lavoro e cura, perché quando realizzi un abito su misura per qualcuno, di quel qualcuno ti stai prendendo cura e in qualche modo ne sei responsabile.

«Quando crei un abito ascolti il cliente – dice l'artigiano di Palermo -, le sue esigenze, i suoi desideri e gusti ma metti in campo la tua esperienza, dando dei consigli.

Tutto parte sempre dal tessuto, la scelta parte sempre dal tessuto e poi arriva il resto. Puoi ad esempio scegliere un abito in due pezzi in pregiato lino irlandese, e devi mettere al corrente il cliente dei suoi pregi e dei suoi “difetti”, se così possiamo definirli».
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Già anche i tessuti li hanno, «questo ad esempio si "stropiccia" e velocemente ma è bellissimo lo stesso, è un po' il suo marchio di fabbrica. Noi consigliamo il cliente, lo seguiamo e costruiamo. È un lavoro che si fa insieme per ottenere il miglior risultato, che poi significa soddisfarlo».

Quello che continua ad esistere, nonostante il mondo frenetico di oggi e le innovazioni che Claudio Italiano ha portato nell’azienda, è il rapporto diretto con chi si rivolge alla sua sartoria che dagli inizi degli anni ‘80 si trova via Enrico Parisi 38.

Ma la storia della sartoria Italiano parte da ben più lontano. Una storia iniziata "al paese", a Belmone Mezzagno nel 1965, dove Luigi Italiano è nato. In quegli anni non c’erano certo sartorie, botteghe o atelier, si lavorava in casa.

«Mio padre dopo le elementari - parliamo degli anni in cui dopo non c'era la scuola dell’obbligo - inizio ad imparare i "primi rudimenti" del mestiere, aveva 11 anni. A 25 anni, dopo aver fatto tanta gavetta, anche presso le sartorie locali e importanti di Palermo, che negli anni 50, 60 erano diverse, come ad esempio quella del commendatore Giovanni la Parola, tra le più note della città, sopra i portici di via Ruggero Settimo, e nel 1965 decide di aprire la sua sartoria a Belmonte».

Il salto di Luigi sarà circa dieci anni dopo, quando negli anni 70 si sposta a Palermo in via XXII gennaio. Verso la metà degli anni 70 incontrerà un altro sarto, Pippo Ferina, e con lui inizierà una collaborazione che durerà oltre 30 anni e insieme apriranno la storica e attuale sede.

Sede che diventa “casa” per Claudio, «proprio così, io sono del 1985 – racconta – e già da piccolino andavo lì, respiravo quell’aria. D’estate spesso i miei genitori mi facevano stare in sartoria e io osservavo e imparavo. Il mestiere si rubava con gli occhi, lo ha fatto mio padre e l’ho fatto io».

E proprio per questo, quando si è iscritto all’Accademia, lui un mestiere nelle mani in realtà lo aveva già. «La manualità si impara in bottega, la teoria serve è chiaro, ma il mestiere si impara in bottega. A 25 anni ho frequentato dal 2010 al 2013 la Camera Europea dell’Alta Sartoria di Roma, presieduta dal Maestro Luigi Gallo.

Ero già abbastanza preparato, ma per me è stata ugualmente una bellissima esperienza quella romana e mi è servita molto, mi ha permesso di confrontarmi con altre realtà e conoscere altri maestri sartori frequentando importanti sartorie di Roma».

Nel 2014, al suo rientro, il giovane sarto prende le redini dell’azienda, ma di fatto padre e figlio continuano a lavorare insieme; Luigi Italiano infatti, insignito nel 1997 dell'onorificenza di Cavaliere della Repubblica, non ha alcuna intenzione di smettere. «Ci siamo innovati chiaramente – continua Claudio – i tempi lo richiedevano, abbiamo realizzato il sito internet della Sartoria, e siamo entrati nei social network, sia la pagina Facebook che il profilo Instagram, che, è innegabile, ci hanno aiutato. Sono iniziate le Fiere sposi locali, man mano il lavoro è aumentato.

L'ago è pesante - continua -. Non è facile, c’è il sistema di lavoro da seguire quando crei. Dal taglio alla realizzazione facciamo tutto noi, non ci affidiamo a terzi. Per noi continua a essere un lavoro artigianale, diversamente non ci sarebbe la ricerca del particolare. Da noi vengono persone che amano il buon gusto, vengono amatori, imprenditori, politici, dirigenti di banca, e gli sposini che di solito sono figli di persone che conoscono la sartoria».

I successi continuano e nel 2017 arriva il Premio Italia Giovane che l'Associazione Giovani per Roma, organizza in collaborazione con la Luiss. Un riconoscimento che ogni anno viene assenato a dieci giorani under 35, testimonianze valide in varie categorie. La sua era, nemmeno a dirlo, il Made in Italy.

Nel settembre 2020 è la volta del Trofeo Arbiter organizzato dall'omonima rivista di Franz Botré e inserito nell'evento di Milano Su Misura; una competizione tra 36 sarti provenienti da tutta Italia tra cui 5 siciliani.

Un lavoro quello del sarto in cui si dà tanto ma che restituisce tanto, in termini "professionali" e in termini "umani": «Quando fai le prove, il cliente si viene a “confessare” – sorride Claudio – è quasi come essere il confessore o un barman. E capita di diventare amici; il rapporto non si chiude con la consegna del vestito, è qualcosa di più “profondo”.

Poi è chiaro che dipende sempre dalla persona, c’è il cliente più intraprendente, quello timido e sì anche quello antipatico, ma si accontentano tutti e nel miglior modo possibile. E certamente non è un lavoro in cui ti puoi risparmiare; mio padre mi raccontava che negli anni d’oro della sartoria si facevano 60 vestiti al mese, c’erano più lavoranti, era quasi una catena di montaggio. Oggi è a conduzione familiare e capita di lavorare anche giorno e notte.

Nonostante abbia tutte le carte in regola per farlo, Claudio, dal carattere riservato, mantiene un “profilo basso”, senza senza senza eccessi sui social, senza ostentazioni, ma si sa, i riconoscimenti, quando sono meritati, arrivano comunque.

E a conferma di questo c’è l'ultimo evento a cui è stato invitato a partecipare in rappresentanza dell'alta sartoria siciliana. «Confartigianato Imprese – spiega -, vuole riprendere un po' quello che si faceva 50 anni fa quando le sfilate moda uomo si facevano a Sanremo. Anche mio padre vi partecipò».

E così recentemente hanno organizzato nella città dei fiori “La Sfilata di alta moda maschile – Moda uomo a Sanremo”.

«È stata una grande emozione per me – dice – che abbiano dato fiducia a un piccolo sarto di quartiere, chiamandolo a rappresentare la sartoria siciliana. Sono andato con 5 abiti e prima è stato fatto uno shooting sulla scalinata del Casinò di Sanremo, poi una sfilata lungo il corso principale, e infine c'è stata la sfilata in piazza Borea D'Olmo, antistante il teatro Ariston.

Si definisce così Claudio Italiano, un “piccolo sarto di quartiere” e in queste parole c’è la sua umiltà e la sua dedizione al lavoro.

Ah, se le gentili donne che stanno leggendo si chiedessero se la sartoria Italiano realizzi anche abiti per loro, la risposta è "ni": prevalentemente Italiano realizza abiti da uomo, per donne realizza invece il classico Tailleur, giacche modello Chanel e cappotti.

L'intervista finisce qui, ma solo perché c'è uno sposino che attende di fare la sua prova. E se per caso anche voi doveste sposarvi o semplicemente volete provare l'esperienza di un abito realizzato su misura per voi da mani sapienti, non vi rimane che contattare la Sartoria Italiano al numero 091 5073091 o inviare una e-mail all'indiirizzo info@sartoriaitaliano.com e richidere un appuntamento.
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