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I frutti esotici crescono anche in Sicilia: avocado, papaya, mango e bacche di Goji a Km0

Da qualche anno sono presenti sulle tavole dei siciliani e la loro richiesta ha portato ad una crescente produzione locale. Le zone dell'Isola delle singole produzioni

Balarm
La redazione
  • 1 dicembre 2020

Le bacche di Goji

Ci sono dei frutti dai colori vivi e sgargianti che vengono normalmente chiamati "esotici" ma che da qualche tempo trovano spazio sulle tavole imbandite dei siciliani e tra le coltivazioni, in diversi angoli dell’Isola.

Stiamo parlando di avocado, mango, papaya e, tra le new entry, anche le "miracolose" bacche di Goji.

Il vantaggio della coltivazione a Km0 incontra, ovviamente, una diminuzione del costo d'acquisto a vantaggio ulteriore, anche, della qualità delle produzioni.

Se per alcuni siciliani, ci riferiamo soprattutto alle generazioni di nonni e zii che, come capita spesso, guardano all’inizio sempre con qualche sospetto le novità lontane dalla tradizione soprattutto in materia di cibo, è grazie ai giovani che questi frutti vengo fortemente richiesti.

Le loro proprietà salutari e nutritive, infatti, attirano coloro che fanno del "mangiar sano" una filosofia di vita e il clima unico della nostra Isola, come è stato per tutte le altre colture nella storia, permette in determinate zone la loro coltivazione.
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Il primo ad aver tracciato la strada per l’introduzione nel territorio dei frutti esotici è stato il mango che oggi viene coltivato principalmente nella costa nord della Sicilia, in terreni affacciati sul Mar Tirreno, ai piedi dei Monti Nebrodi e di fronte alle isole Eolie.

Questa esposizione assicura grande qualità ai frutti che vengono consumati da fine luglio a fine novembre.

A fare capolino tra le principali coltivazioni esotiche è, da qualche anno, l’avocado che, tra quelli elencati, comincia ad essere presente in maniera massiva.

Il termine "guacamole", la buonissima salsa di origine messicana che ben si sposa con tapas e insalate, riecheggia nella mente dei più esterofili ed ha alla base della sua ricetta proprio l’avocado che, in realtà, ha una grande versatilità di impiego.

Caratteristica è la sua consistenza burrosa, ricca di quelli che vengono definiti dagli scienziati i “grassi buoni” (i monoinsaturi), e versatile per una serie di ricette che vanno dal dolce al salato. Veramente unico, poi, il contenuto di valori nutritivi che va dai sali minerali alle vitamine, con considerevoli quantità di sostanze anti ossidanti e fibre.

Il terreno migliore per la loro coltivazione, dall’Honduras all’Ecuador, è quello vulcanico ed è così che nelle campagne tra Messina, Acireale e l’Etna, svettano alberi di avocado che danno frutti buonissimi, con una coltivazione sostenibile.

Tre sono le varietà che in queste zone vengono coltivate: Bacon, Fuerte e Hass.

La prima, di origine californiana, ha forma ovale, dalla dimensione medio grande e dal gusto molto delicato. È disponibile in genere da ottobre a dicembre.

Il Fuerte è una varietà originaria del Messico ed ha una buccia piuttosto liscia, una polpa leggermente più colorata ed è disponibile tra novembre e febbraio.

L’avocado Hass, infine, è originario del Guatemala. Ha la buccia più scura e ruvida, la forma più tondeggiante e una polpa gialla, cremosa e ricca. L’arco di produzione va da dicembre a fine aprile.

Alcune delle aziende che producono avocado immettono nel mercato locale i frutti, altre sono organizzate anche per la richiesta online e la consegna a domicilio.

Vitamine e betacarotene al pari di un integratore offrono dal loro canto i frutti della papaya, fino a qualche tempo fa importati dal centro America.

Per gli amanti della loro dolcezza questi frutti succosi e versatili sono coltivati anche nel Palermitano, a Ficarazzi dove si trova in versione bio, e nel Trapanese a Mazara del Vallo dove, prima del loro impianto, si è proceduto ad uno studio attento in collaborazione con diverse istituzioni del Messico e della Costa Rica.

La papaya, infatti, è difficile da coltivare necessitando di precise condizioni di terreno, temperatura ed escursione termica.

Quando è ancora verde il frutto della papaya è considerata un legume e viene richiesta, in questa versione, dalle comunità del sud est asiatico presenti sul territorio, che la utilizzano molto nei loro piatti tradizionali.

Nella versione matura, invece, è un frutto in piena regola con una produzione che va da fine aprile a fine ottobre, con un’interruzione da metà luglio a metà agosto per l’eccesso di calore della stagione estiva.

Tra le ultimissime coltivazioni esotiche, ancora sconosciute ai più, ci sono le bacche di Goji, piccoli fruttini rossi considerati "super food" che, assicurano dal lontano Tibet, sono miracolosi per l’organismo.

In forma essiccata o insieme ai cereali le bacche sono già ampiamente diffuse in commercio ma l’efficacia delle loro proprietà viene assicurata dal consumo del prodotto relativamente fresco.

In Sicilia le bacche di Goji sono prodotte nella zone d’eccellenza di produzione del pomodorino, a Pachino.

Qui vengono coltivate e principalmente trasformate in confetture, rosolio e pasta. La fantasia non si ferma qui ed è entrato in produzione anche il Gojito, un amaro realizzato con le bacche fresche e aromi di dieci erbe naturali, dalle innumerevoli proprietà nutraceutiche.

Nei secoli dunque la nostra Isola continua a dimostrare di essere assolutamente versatile ad ogni forma di coltivazione, ieri come oggi però serve un pizzico di coraggio, o forse di sana incoscienza, per andare oltre alla tradizione e scommettere su nuove colture da naturalizzare.
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