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I riti autunnali del "turismo lento" in Sicilia: a spasso per i sentieri (montani) degli asini

Visitare borghi e scoprire tradizioni locali culinarie seguendo i percorsi di questi animali dall'aspetto docile è un'esperienza da non perdere in questo periodo

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 9 ottobre 2022

La transumanza degli asini in Sicilia

Cambia la stagione, l’autunno è il tempo dei riti della trasformazione che diventano propedeutici all’inverno, la preparazione alla stagione fredda comprende tutta una serie di prassi della cultura contadina necessari per arrivare alla primavera che oggi sono diventati attrazione turistica, esperienza di viaggio, souvenir da conservare nell’album dei ricordi.

Esistono riti che identificano la memoria di un territorio e rappresentano la comunità le cui usanze vengono custodite e sopravvivono alla modernità che sacrifica molte tradizioni le cui radici affondano nel tempo. Una di queste è la transumanza autunnale uno scorcio di vita sulla cultura rurale che si identifica in quel viaggio necessario ma al contrario, avvenuto mesi prima per nutrire le greggi come le mandrie, una manifestazione del rapporto tra uomo e natura, che si ripete ancora oggi.

Una usanza che è ancora fortemente presente nella comunità contadina in Sicilia che manifesta la tradizione della pastorizia che lega uomini e animali indissolubilmente.
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Le vere protagoniste di questo spettacolo al quale spesso assistiamo quando in automobile andiamo per campagne e svoltando l’angolo ci troviamo di fronte ad una marea ondeggiante e tintinnante di campane che si inseguono una dietro l’altra, spinte del pastore e incitate dai cani di mannara per spostare capre o pecore, oppure mucche lente con grossi occhi e lunghe corna che passano da una sponda all’altra della strada.

Quella autunnale è la transumanza del ritorno a casa, quella che dai pascoli di altura torna a quelli bassi più calorosi e meno freddi con l’avvicinarsi del prossimo inverno.

Eppure esiste una transumanza che porta via altri animali la cui storia è strettamente legata all’uomo, alla ruralità e al viaggio, animali mitici che tocca lo spazio che va dalle favole alle legende, entrati tra i beniamini di grandi e piccoli e che suscitano sempre una grane curiosità, toccando un immaginario collettivo che dalla fiaba di Pinocchio alla storia più bella del Natale.

Sono gli asini, quei quadrupedi dai grandi occhi solo apparentemente assonati, dall’aria quieta e indifferente al mondo, che attraversano anche loro al contrario il territorio, riprendendo la via di casa.

Da tempo seguire a piedi questi percorsi in loro compagnia è una della modalità di fare turismo lento, escursionismo in tandem con un animale che ha una storia millenaria, che identifica la Sicilia nell’iconografia tradizionale, recuperando uno spaccato della vita contadina come veicolo di viaggio.

Non è un percorso a dorso di asino, non è facile cavalcarlo come apparentemente può sembrare, però camminare accanto si, restare aderenti al suo corpo e diventare parte della sua andatura.

Già dal mattino si parte seguendo un sentiero, una mulattiera, una trazzera che attraversa panorami di campi scuri e arati, pronti per la prossima semina, casali antichi, arrivare ai borghi, occasioni per assaporare prodotti tipici, ascoltare storie direttamente dai pastori, o gli agricoltori che si possono incontrare strada facendo.

In particolare quello con le asine che danno latte e che partoriscono è una esperienza particolare perché spesso la loro docilità ben si sposa con questa modalità di viaggio, materne e disponibili al rapporto diretto con le persone, regalano momenti indimenticabili a chi si appresta alla loro compagnia.

Solitamente sono percorsi che vanno dai due ai tre giorni – uno dei più belli è quello con le asine di Stefania Greco che da Gangi arriva a Calascibetta passando per le campagne che uniscono le montagne tra Enna e le Madonie - attraversano un intero territorio e proprio per questo sono l’opportunità di fare autentica esperienza, di entrare nello spirito del tempo, di scoprire lentamente l’identità di una storia millenaria come quella contadina, una relazione atavica che si ripete fino ad oggi.

Nel panorama siciliano, questi itinerari fanno parte di quel nuovo senso del viaggio legato alla lentezza come alla scoperta di autenticità, di valori storici ma anche di arricchimento personale. È questo il periodo nel quale si inizia a pianificare la transumanza d’autunno, si preparano gli animali per il ritorno, si programma seguendo la meteorologia guardando ai prossimi eventi atmosferici.

Usanze che non sono solo tradizioni ma rappresentano realmente una necessità, una gestualità sociale e di coesione.
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