ITINERARI E LUOGHI
I suoi saloni custodiscono storie e misteri: a Palermo riapre lo storico Hotel delle Palme
Oltre ad essere uno scrigno di bellezza e di opere d’arte l’Hotel delle Palme ha visto passare veramente tante personalità di spicco che hanno lasciato, ognuna, una traccia
Il Grand Hotel et des Palmes a Palermo
Dopo due anni di intensi lavori, che hanno coinvolto esperti e tecnici, non ultima la Soprintendenza, lo storico Grand Hotel et des Palmes, punta di diamante a Palermo in fatto di ospitalità alberghiera, ha finalmente riaperto le sue porte ai turisti e ai tanti curiosi.
A prolungare i tempi di ripristino della storica, ed emblematica, struttura che ha segnato la storia culturale della città, sono stati anche i mesi della pandemia che, al momento, tenendo conto delle prenotazioni già pervenute, sembra non minacciare più la nuova vita dell’Hotel.
Il primo ad avere prenotato, a quanto sembra, è stato un turista americano ma in generale il target dei nuovi ospiti corrisponde a presenze straniere e, soprattutto, facoltose; tra questi americani, francesi ed inglesi (nonostante le pesanti restrizioni in materia di contenimento del Covid, di cui dovranno rispondere al loro rientro in patria) e nord europei.
La spesa media per trascorre una notte in questa splendida struttura, che ha ritrovato molta della sua originale bellezza - considerando che i restauri hanno tenuto conto anche di vecchie foto d’epoca per il ripristino di affreschi e sale - si aggira tra i 300 e i 400 euro.
Per chi invece volesse trascorrere una “notte speciale” in una stanza speciale, la suite numero 124 - quella che ospitò il compositore Richard Wagner e che custodisce anche il pianoforte con cui il musicista compose, proprio a Palermo, il suo Parsifal - si dovranno mettere in conto cifre pari 2.500 euro.
Questa stanza, comunque, per il momento non è ancora fruibile.
La cura e l’attenzione per questo gioiello architettonico, costruito sul finire dell’Ottocento dalla famiglia Ingham, e trasformato in albergo da Enrico Ragusa, con incarico affidato a Ernesto Basile, si vede già dall’esterno, mentre continuamente il personale mette a lucido le ampie strutture in legno che accolgono i turisti.
Entrando si respira quella che sembra essere l’atmosfera dell’epoca, quella che si può immaginare proprio guardando le immagini dell’epoca, come dicevamo, testimonianza fedele che ha fatto da guida alla ventina di esperti che hanno curato i lavori in questi due anni.
Il punto di forza, ritrovato, sembra essere proprio la luce che attraversa tutta la struttura, grazie alla nuova apertura di spazi che, in passato, erano stati chiusi.
Tra recupero degli affreschi originali e la scoperta anche di nuovi bassorilievi, e nuovi impianti (più moderni) e nuovi arredi, spiccano certamente l’ex sala blu - che ha ritrovato l’originale tonalità, il verde - e la galleria, con il giardino d’inverno, con due vasche laterali, che presto sostituirà quello che era un buio salone destinato ai convegni.
L’originale camino è stato sostituito da dei salotti in vimini mentre la sala degli specchi diventerà un ristorante aperto alla città.
Il direttore operativo della struttura è Paolo Gobbetti che ben conosce l’Hotel, avendolo già diretto negli anni ’80 e custodendo, ad ogni angolo della struttura, segreti e piccole curiosità che, va da sé, arricchiscono di fascino lo storico edificio.
Oggi l’Hotel delle Palme è di proprietà del fondo d'investimento Nike real estate (collegato ad Algebris, società di gestione del risparmio fondata da Davide Serra) che lo ha acquistato dopo le disavventure del gruppo Acqua marcia - Caltagirone.
L'attuale gestione fa capo a Mare Resort che ha curato il restauro e riavvio, costato in totale 17 milioni di euro.
Oltre ad essere uno scrigno di bellezza e di opere d’arte l’Hotel delle Palme ha visto passare veramente tante personalità di spicco che hanno lasciato, ognuna, una traccia.
Da Francesco Crispi, eletto deputato nel 1882 a Palermo e divenuto in seguito presidente del Consiglio, a Camilo Josè Enrique Rodò Pineyro, giornalista e filosofo uruguaiano, corrispondente in Europa della rivista argentina "Caras y Caretas”, giunto a Palermo la mattina del 3 Aprile 1917.
Rimase nell’albergo fino alla sua prematura morte, sopraggiunta la mattinata del primo maggio dello stesso anno (ve ne abbiamo raccontato qui).
E poi ancora il barone Agostino La Lomia, originario di Canicattì, che occupava stabilmente la stanza numero 124, o lo scrittore surrealista francese Raymond Roussel che, nella stanza 224, fu trovato morto disteso su un materasso poggiato a terra.
Dopo gli anni ’60 tantissimi furono gli artisti, nazionali e internazionali, che vi soggiornarono: da Renato Guttuso, alla compianta Carla Fracci; da Luchino Visconti e Burt Lancaster durante le riprese del Gattopardo, a Fred Buscaglione.
E poi ancora Maria Callas, Primo Carnera, Patty Pravo, il tenore Giuseppe Di Stefano, Giorgio De Chirico, Tino Buazzelli, Francis Ford Coppola, Al Pacino e Vittorio Gassman.
Il numero di ogni camera, infine, come avrete notato, custodisce per ogni ospite un corollario di storie a parte che, nei decenni, ha fatto incuriosire non solo studiosi e artisti ma anche turisti, appunto, provenienti da tutto il mondo.
A prolungare i tempi di ripristino della storica, ed emblematica, struttura che ha segnato la storia culturale della città, sono stati anche i mesi della pandemia che, al momento, tenendo conto delle prenotazioni già pervenute, sembra non minacciare più la nuova vita dell’Hotel.
Il primo ad avere prenotato, a quanto sembra, è stato un turista americano ma in generale il target dei nuovi ospiti corrisponde a presenze straniere e, soprattutto, facoltose; tra questi americani, francesi ed inglesi (nonostante le pesanti restrizioni in materia di contenimento del Covid, di cui dovranno rispondere al loro rientro in patria) e nord europei.
La spesa media per trascorre una notte in questa splendida struttura, che ha ritrovato molta della sua originale bellezza - considerando che i restauri hanno tenuto conto anche di vecchie foto d’epoca per il ripristino di affreschi e sale - si aggira tra i 300 e i 400 euro.
Per chi invece volesse trascorrere una “notte speciale” in una stanza speciale, la suite numero 124 - quella che ospitò il compositore Richard Wagner e che custodisce anche il pianoforte con cui il musicista compose, proprio a Palermo, il suo Parsifal - si dovranno mettere in conto cifre pari 2.500 euro.
Questa stanza, comunque, per il momento non è ancora fruibile.
La cura e l’attenzione per questo gioiello architettonico, costruito sul finire dell’Ottocento dalla famiglia Ingham, e trasformato in albergo da Enrico Ragusa, con incarico affidato a Ernesto Basile, si vede già dall’esterno, mentre continuamente il personale mette a lucido le ampie strutture in legno che accolgono i turisti.
Entrando si respira quella che sembra essere l’atmosfera dell’epoca, quella che si può immaginare proprio guardando le immagini dell’epoca, come dicevamo, testimonianza fedele che ha fatto da guida alla ventina di esperti che hanno curato i lavori in questi due anni.
Il punto di forza, ritrovato, sembra essere proprio la luce che attraversa tutta la struttura, grazie alla nuova apertura di spazi che, in passato, erano stati chiusi.
Tra recupero degli affreschi originali e la scoperta anche di nuovi bassorilievi, e nuovi impianti (più moderni) e nuovi arredi, spiccano certamente l’ex sala blu - che ha ritrovato l’originale tonalità, il verde - e la galleria, con il giardino d’inverno, con due vasche laterali, che presto sostituirà quello che era un buio salone destinato ai convegni.
L’originale camino è stato sostituito da dei salotti in vimini mentre la sala degli specchi diventerà un ristorante aperto alla città.
Il direttore operativo della struttura è Paolo Gobbetti che ben conosce l’Hotel, avendolo già diretto negli anni ’80 e custodendo, ad ogni angolo della struttura, segreti e piccole curiosità che, va da sé, arricchiscono di fascino lo storico edificio.
Oggi l’Hotel delle Palme è di proprietà del fondo d'investimento Nike real estate (collegato ad Algebris, società di gestione del risparmio fondata da Davide Serra) che lo ha acquistato dopo le disavventure del gruppo Acqua marcia - Caltagirone.
L'attuale gestione fa capo a Mare Resort che ha curato il restauro e riavvio, costato in totale 17 milioni di euro.
Oltre ad essere uno scrigno di bellezza e di opere d’arte l’Hotel delle Palme ha visto passare veramente tante personalità di spicco che hanno lasciato, ognuna, una traccia.
Da Francesco Crispi, eletto deputato nel 1882 a Palermo e divenuto in seguito presidente del Consiglio, a Camilo Josè Enrique Rodò Pineyro, giornalista e filosofo uruguaiano, corrispondente in Europa della rivista argentina "Caras y Caretas”, giunto a Palermo la mattina del 3 Aprile 1917.
Rimase nell’albergo fino alla sua prematura morte, sopraggiunta la mattinata del primo maggio dello stesso anno (ve ne abbiamo raccontato qui).
E poi ancora il barone Agostino La Lomia, originario di Canicattì, che occupava stabilmente la stanza numero 124, o lo scrittore surrealista francese Raymond Roussel che, nella stanza 224, fu trovato morto disteso su un materasso poggiato a terra.
Dopo gli anni ’60 tantissimi furono gli artisti, nazionali e internazionali, che vi soggiornarono: da Renato Guttuso, alla compianta Carla Fracci; da Luchino Visconti e Burt Lancaster durante le riprese del Gattopardo, a Fred Buscaglione.
E poi ancora Maria Callas, Primo Carnera, Patty Pravo, il tenore Giuseppe Di Stefano, Giorgio De Chirico, Tino Buazzelli, Francis Ford Coppola, Al Pacino e Vittorio Gassman.
Il numero di ogni camera, infine, come avrete notato, custodisce per ogni ospite un corollario di storie a parte che, nei decenni, ha fatto incuriosire non solo studiosi e artisti ma anche turisti, appunto, provenienti da tutto il mondo.
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