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Il colosso Heineken investe in Sicilia: rinasce la tradizione dello storico Birrificio Messina

Il Birrificio Messina, cooperativa specializzata nella produzione e confezionamento di birra sicula doc, porta avanti l’arte dei mastri birrai che si tramanda fin dal 1923

  • 25 gennaio 2019

Il birrificio Messina

Il Birrificio Messina è una cooperativa composta da 15 imprenditori operai, produttrice di birra nel messinese, che è stata scelta dal colosso della birra la Heineken Italia per una collaborazione commerciale della durata di almeno 5 anni.

Il Birrificio Messina, cooperativa specializzata nella produzione e confezionamento di birra sicula doc, porta avanti l’arte e la tradizione dei mastri birrai messinesi che si tramanda fin dal 1923.

Il Birrificio nasce dalle ceneri del noto marchio “Birra Messina”, molto caro soprattutto ai messinesi, che nel 2007 è stato acquistato proprio dalla Heineken Italia che lo ha quindi delocalizzato dal territorio siculo.

Sono stati poi proprio 15 lavoratori operai che facevano parte dell’industria “Birra Messina” a fondare nel 2015 il Birrificio Messina e ad essere attivi con la nuova produzione già nel 2016, grazie alla loro maestria.

«Non è la prima volta che ci sediamo al tavolo delle trattative con la Heineken - spiega Domenico Sorrenti presidente della cooperativa Birrificio Messina - avevamo infatti già incontrato la multinazionale nel 2007, in occasione dell’acquisto da parte di Heineken del marchio Birra Messina».
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«I rapporti con la Heineken non si sono mai interrotti - continua - e oggi siamo fieri ed orgogliosi di poter dire che la stretta di mano con la Heineken Italia oltre a segnare il ritorno nella città di Messina di una multinazionale big è un grande riconoscimento per il lavoro e la professionalità che in questi pochi anni di attività ha mostrato il birrificio»

La Heineken Italia e il Birrificio Messina si sono finalmente strette la mano per consacrare un accordo commerciale che legherà il Birrificio alla big internazionale della birra per almeno 5 anni.

La Partnership, che darà l’occasione alla birra sicura di accedere ad un mercato più ampio, prevede sia che il Birrificio Messina ottenga, da parte di Heineken, una commessa per la produzione di una birra speciale che si chiamerà “Cristalli di sale”, sia inoltre che le due birre più importanti prodotte dal Birrificio (doc 15 e birra dello stretto) entrino direttamente nei canali di distribuzione nazionale di Heineken, riuscendo così a proiettarsi in un mercato molto più ampio.

«Nessuna acquisizione da parte di Heineken, ma solo un accordo commerciale, con un range di investimento per noi molto elevato».

«Questa partnership è un importante segnale, che ci gratifica e ci rende orgogliosi dei risultati della nostra azienda, dato che un grande multnazionale come Heineken decide di tornare nuovamente a Messina ed investire su una realtà messinese».

«Con questo accordo il Birrificio Messina ha dimostrato di essere una industria della produzione di birra appetibile anche ai big, e di produrre prodotti di ottima qualità»

Proprio oggi nella sede messinese del Birrificio è andato Alberto Cortese, direttore della distribuzione di Heineken Italia, che ha fatto alcuni test sulle nuova birre che sono già in produzione e che si stima possano essere lanciate sul mercato entro il mese di Marzo 2019.

«Per noi questo è stato un grande riconoscimento di professionalità e qualità, che ha anche un risvolto sociale, soprattutto per le nostre famiglie, molto importante, perché ci consente di guardare al futuro con più serenità anche nel tentativo di creare nuovi posti di lavoro sul territorio e far subentrare in azienda un’altra generazione alla quale tramandare l’antica arte e tradizione dei mastri birrai messinesi».

Quella della birra Messina è stata una storia tortuosa e lunga quasi cento anni che rischiava di arrivare a un punto definitivo. Lo storico stabilimento di via Umberto Bonino a Messina era infatti stato messo all'asta (leggi di più).

Ad annunciarlo è stato lo scorso luglio 2018 il liquidatore giudiziale della società, Gaetano Panzera: una base d'asta di 15 milioni e 256mila euro oltre l'iva, con rilancio minimo di 100mila euro.
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