SCUOLA E UNIVERSITÀ
Il potere "curativo" dell'IA per chi soffre di Alzheimer: il laboratorio innovativo a Unipa
Dalla coscienza artificiale al primo robot umanoide: ecco il nuovo laboratorio tutto da scoprire, ce lo racconta la docente e promotrice del progetto Arianna Pipitone
A curare il progetto è la professoressa Arianna Pipitone, promotrice di uno spazio di ricerca avanzato dove è possibile esplorare il potenziale delle nuove tecnologie applicate alle scienze umane.
Se avete pensato almeno una volta a come si possa associare l'intelligenza artificiale allo studio umanistico, questa iniziativa risponde ai vostri dubbi.
Il laboratorio di ricerca sull'intelligenza artificiale e robotica è nato proprio al dipartimento di Scienze Umanistiche per abbattere la barriera che da sempre c'è tra le discipline scientifiche e quelle letterarie.
«Ho lavorato 3 anni come ricercatrice all'Università pur avendo una formazione già scientifica e da qualche anno questo dipartimento si sta aprendo alle materie tecniche - racconta a Balarm la professoressa e ricercatrice Arianna Pipitone - e ci sono sempre più corsi che lavorano con l'intelligenza artificiale.
I ragazzi sono entusiasti, soprattutto con il nuovo corso "Digital Humanities"».
Una sfida che le ha permesso di ideare questo progetto nato anche dal confronto e dai consigli con quello che è stato il suo mentore: «Ho avuto l'intuizione per il laboratorio con il professore Chella. Lui mi ha supportato tantissimo, mi ha fornito il primo robot del suo laboratorio.
Molti ragazzi di scienze umanistiche mi hanno chiesto lavori di tesi con il robot psicologo.
È stato dimostrato che i ragazzi si sentono più a loro agio e meno giudicati a parlare con un robot, anche se a un certo punto del "colloquio", il robot suggerirà di parlare con una persona vera per avere un confronto umano.
Stiamo focalizzando la ricerca sulla "coscienza artificiale". Ci sono alcuni aspetti della coscienza umana che abbiamo cercato di riprodurre, per quanto possibile, nell'intelligenza artificiale, ad esempio il discorso interno (il parlare tra sè e sè, ndr).
Vogliamo sfruttare la capacità che ha il robot di indagare, in questo caso però su aspetti della nostra umanità».
Tra gli obiettivi sono in previsione anche la digitalizzazione del patrimonio culturale e l'uso della realtà aumentata.
C'è anche la voglia di sperimentare sfruttando le caratteristiche dell'IA per imparare nuovi approcci per la cura dei pazienti affetti da Alzheimer: «Abbiamo in laboratorio il robot che parla con se stessa. Quando l'essere umano si interfaccia con questa coscienza, seppur rudimentale, ha comunque effetti sull'interazione.
Se il robot parla a voce alta, "sensibilizza" chi sta di fronte a lui. Da lì abbiamo pensato ai caregiver (parente o un membro della famiglia che si prende cura di qualcuno, ndr) con i malati di Alzheimer.
Abbiamo fatto degli esperimenti con gli studenti. I partecipanti sono stati divisi in 2 gruppi. Il primo interagiva con i robot che pensa ad alta voce, mentre il secondo con un robot "normale".
Nel pensare ad alta voce, il robot dà dei consigli suggerendo un approccio per gestire al meglio la persona affetta da questa patologia.
Manca sempre meno: tra una settimana arriva il robot e si comincia».
Il robot Pepper sarà il primo umanoide a disposizione del laboratorio, che farà il suo ingresso all’Edificio 12 del Campus Universitario e si installerà definitivamente presso l’AIRH Lab.
Questo laboratorio è un mix di discipline che vede il coinvolgimento di studenti di qualsiasi facoltà: «Giulia Sciascia è una studentessa di lingue che sta facendo una tesi con me sul rapporto tra l'intelligenza artificiale e le traduzioni.
Si è chiesta se l'intelligenza artificiale possa mantenere il senso della poesia e della letteratura. Il suo titolo è: "Tradurre l’anima di un testo con un traduttore senz’anima: l'utilizzo dell’IA nella traduzione letteraria"».
È stato istituito al Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Palermo il nuovo laboratorio di ricerca “AIRH Lab - Artificial Intelligence, Robotics for Humanities Lab”, che ospiterà – per la prima volta nella storia del Dipartimento – artefatti robotici e attrezzature dell’intelligenza artificiale per studi in contesto prettamente umanistico.
«Il laboratorio – commenta la direttrice del dipartimento di Scienze Umanistiche Concetta Giliberto – contribuirà al rilancio del Dipartimento in un contesto multidisciplinare e altamente innovativo, ma non solo. ampliando e diversificando la nostra offerta formativa, nell’ottica di un allineamento con l’attuale panorama in cui non si può più prescindere dalla tecnologia di alto livello».
AIRH Lab è stato istituito in sinergia con il RoboticsLab del Dipartimento di Ingegneria, diretto dal docente Antonio Chella.
«Lavorare con i robot umanoidi nel contesto delle scienze umane – spiega il professore Chella – offre l’opportunità di esplorare nuove frontiere di ricerca che uniscono linguistica, filosofia, arte, robotica e intelligenza artificiale.
Se fino a ora l’ingegneria ha fatto grandi passi avanti, è il momento per l’umanista di fare la differenza».
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