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Il South Working a Palermo diventa realtà: un'occasione per chi vuole lavorare dal Sud

"South Working - Lavorare dal Sud" è diventata un'associazione che promuove un'opportunità, quella di lavorare a distanza da dove si desidera. Ecco come funziona

Balarm
La redazione
  • 8 settembre 2020

Parte del team di "South Working - Lavorare dal Sud"

Non semplicemente lavorare da casa ma lavorare dal sud, dalla Sicilia. Erano le settimane successive al lockdown quando nasceva l'idea del "South working" della giovane ricercatrice palermitana Elena Militello, ne abbiamo parlato qui.

Tantissimi i giovani che da quel momento si sono ritrovati su Facebook e si sono iscritti alla comunità peer-to-peer per la condivisione di esperienze. Tanti anche quelli che hanno risposto a un questionario esplorativo per i lavoratori, l’80% dei quali tra i 25 e i 40 anni, con elevati titoli di studio principalmente nei settori di ingegneria, economia e giurisprudenza e attualmente per il 63% con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

E oggi l'idea di lavorare dal sud comincia a farsi reale. "South Working - Lavorare dal Sud" è diventata un'associazione che promuove con metodi di advocacy la possibilità di lavorare a distanza da dove si desidera, in particolare dalle regioni del Sud, per una maggiore coesione sociale, economica e territoriale e per ridurre il divario attualmente esistente tra le varie regioni europee.
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Il progetto è stato presentato in conferenza stampa a Palazzo delle Aquile in collaborazione con il Comune e la Sispi, Sistema Palermo Innovazione. Il sindaco Leoluca Orlando ha annunciato l'apertura di un co-working pubblico, gestito da SISPI per sostenere l’iniziativa e ridurre le diseguaglianze digitali tramite formazione e alfabetizzazione digitale.

«Intorno a questo tavolo - ha detto il sindaco nel corso della conferenza stampa - c'è l'immagine di una possibile condivisione tra pubblico e privato in nome dell’innovazione. South Working è una tra le tante iniziative che possono sorgere e che l'Amministrazione comunale sostiene, come sostiene tutti coloro che vogliono operare in questo settore.

Il digitale fornisce concretamente l'opportunità di vivere e lavorare a Palermo e consente di dare una via di rientro ai giovani che hanno lasciato la nostra città per motivi di lavoro».

Non sarà la soluzione definitiva allo spopolamento ma può servire da stimolo per l'economia del sud.

«L'iniziativa si inserisce in un percorso che pone le basi per un riequilibrio di cui gioverebbe tutto il sistema-Paese - sostiene l'assessore all'Innovazione, Paolo Petralia Camassa - Ancora una volta Palermo dimostra di avere una visione politica, ma soprattutto di essere una città che si riconosce in una identità digitale. Soggetti e attori pubblici e privati devono necessariamente interloquire per potere immaginare un futuro, ma anche un presente, ben diverso e sempre più forte.

L’innovazione digitale già da tempo è entrata nel percorso dell'Amministrazione e della visione politica palermitana. In questa fase vi è forse un'attenzione ancora maggiore, indotta dal tempo che stiamo vivendo: da un lato drammatico, dall’altro un periodo che ha aperto spiragli per una prospettiva futura di progresso».
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