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Il suo cognome ancora lo sbagli, è Beppe di "Mare fuori": l'attore vive (e ama) Palermo

Si racconta uno dei protagonisti della serie amata da milioni di ragazzi, un successo e un caso non solo televisivo. Cosa ci svela l'attore cresciuto "vicino al Politeama"

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 21 marzo 2023

L'attore Vincenzo Ferrera

È stato naturale salutarsi come amici che si sentono con quella quotidianità fatta di affetto e attenzione, Vincenzo Ferrera è così. Diventa normale rivolgersi a lui come a una persona che si conosce da sempre.

È uno dei protagonisti della serie “Mare fuori” amato da milioni di ragazzi. Un successo incredibile, diventato un caso non solo televisivo. I giovani hanno familiarizzato con le storie dei ragazzi reclusi, si sono emozionati partecipando alle loro vicende e in un certo senso si sono ritrovati e proiettati in quei disagi, in quella rabbia e amore.

Collettore di questi sentimenti contrastanti è proprio Ferrera che interpreta l’Educatore "Beppe".

Mi racconta che ogni giorno riceve tantissimi messaggi: gli scrivono i ragazzi “fuori” che seguono la serie; quelli del “mare dentro” gli “IPM”, che per la prima volta escono dal dimenticatoio, scoperti dai coetanei. Scrive chi vorrebbe diventare educatore, e chi già svolge questa professione, ringraziandolo di aver fatto conoscere un lavoro così delicato, importante e “spesso malpagato”.
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Beppe di “Mare fuori”, è l’adulto di cui ci si può fidare, è il padre che non giudica o punisce, ma abbraccia e protegge; questo i ragazzi l’hanno percepito da quello sguardo rassicurante, un feeling empatico per nulla scontato che ha portato gli sceneggiatori a sviluppare il suo personaggio.

Per “Mare fuori”, non si è preparato andando negli Istituiti minorili, ha portato il suo bagaglio di vita: «Dicono che sono affettuoso, simpatico, una persona buona, non ho tutte le qualità del mio personaggio, però mi riconosco in Beppe».

Vincenzo Ferrera è palermitano, «Sono nato vicino al Politeama, in via Principe di Belmonte» aggiunge che è quella la zona che ama di più. Ha vissuto a lungo in altre città, ma è voluto tornare a vivere a Palermo.

«Con la mia città ho un rapporto ottimo. Qui mi sento in pace, ritrovo i miei amici, è una città né troppo piccola né troppo grande. Qualunque collega che è venuto a lavorare qui, si è trovato bene, per me è la città più vivibile d’Italia».

Mi stupisce quest’affermazione così perentoria e appassionata, aggiunge che è consapevole che vi sono tanti problemi, e che può essere a volte faticoso viverci, ma le qualità di Palermo, riescono a far superare disservizi e disagi: «Bisogna vivere lontano per capirla e apprezzarla».

L’attore ha una carriera artistica lunga 30 anni, iniziata subito dopo il liceo, tra vari laboratori teatrali, per approdare poi al “Gruppo della Rocca” fondato da Roberto Guicciardini, Direttore del Teatro Biondo. «dà lì non mi sono più fermato. Io nasco in teatro, la mia casa è il camerino e il palcoscenico».

Solide basi, tante commedie e televisione con grandi colleghi, un excursus che l’ha portato a essere una delle star di una serie televisiva con «105 milioni di visualizzazioni».

Avendo un feeling particolare con i ragazzi gli chiedo qual è il rapporto con suo figlio. Risponde che è spesso lontano ma non assente, condivide con lui passioni e interessi: «So dare qualità e valore al tempo, mi ritaglio degli spazi, e sono tanto affettuoso, appena posso l’abbraccio, vorrei anche baciarlo, ma lui da adolescente, ha quasi 15 anni, non me lo consente più».

Gli intensi abbracci, i baci, le lacrime sono diventati famosi tra i giovani telespettatori, Rossana 16 anni mi dice «è un tenerone, un tesoro». Riporto questa considerazione che Vincenzo accoglie con una bella risata: «Ha ragione questa ragazza, è vero, sono proprio così».

Gli chiedo con chi ha trovato più affinità sul set, mi risponde con tutti, i ragazzi li conosce da 4 anni: «Sono arrivati che erano minorenni accompagnati da nonni e genitori, con loro si è instaurato un rapporto così profondo che per loro sono Beppe e non Vincenzo, sono ragazzi bellissimi e talentuosi».

Grande affinità anche con i colleghi “adulti”, soprattutto con Carolina Crescentini (direttrice dell’IPM nella fiction): «Per me Carolina è un’amica con cui ci sentiamo almeno una volta la settimana, ci consigliamo a vicenda. Quando ha lasciato la serie, è stato un momento commovente per tutti».

Arrivata alla terza stagione, la fiction ha registrato colpi di scena e nuovi ingressi, il suo personaggio si è ulteriormente arricchito, da "padre putativo" ha scoperto di essere il padre naturale di una delle recluse.

Domando qual è stata la reazione a questo inaspettato sviluppo: «Hanno provato simpatia e affetto per quello che è capitato a Beppe…mi hanno assolto».

Terminata la serie con un colpo di scena, che rimanda alla quarta stagione (in lavorazione dalla fine di maggio), Ferrera ora sta girando un film per la Rai a Potenza.

È una produzione sul caso di Elisa Claps, scomparsa e ritrovata morta dopo 15 anni nel sottotetto di una chiesa. L’attore interpreta il padre della povera ragazza, persona rimasta nell’ombra, di cui si sa poco: «Dopo la scomparsa della figlia è caduto in una profonda depressione. Penso che sia giusto ricordare questa terribile storia che ha distrutto una povera famiglia italiana, semplice, semplice…».

Terminiamo questa chiacchierata con il cruccio che da sempre accompagna Vincenzo, essere chiamato “Ferrara” e non Ferrera: «Non so più cosa devo fare, dovrò andare all’anagrafe a farmi cambiare il cognome. Nelle trasmissioni televisive ho sempre il batticuore, quando mi presentano. Persino a lavoro si sbagliano, mi sa tanto che dovrò diventare più famoso…».

È l’augurio che gli faccio, anche se ai ragazzi che guardano “Mare fuori”, poco importa il suo cognome, per loro è, e resterà, “Beppe” l'amico buono, quell’adulto in grado di costruire e attraversare un ponte tra due generazioni.
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