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Il suo nome significa "Cu si la marita?": qui c'è lo scorcio tra i più belli del palermitano

La bellezza del luogo, intensa, alterna tratti sabbiosi e scogliere frastagliate. La limpidezza delle acque "squarcia" l'ambiente creando delle splendide sfumature

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 4 luglio 2023

La spiaggia della "Ciammarita"

A circa 45 km da Palermo si trova una delle spiagge più interessanti dell’intero panorama tirrenico: la Ciammarita. Nonostante rientri nei confini palermitani, è situata a poche decine di chilometri dal territorio trapanese (Alcamo Marina e Castellammare del Golfo).

Una volta entrati nel paesino marittimo di Trappeto, il profumo inebriante del mare accompagna i curiosi verso la baia omonima (Trappeto).

Ogni fetta di arenile ha un nome specifico legato alla tradizione e, anche la "Ciammarita" mantiene vivi gli aspetti siciliani. Qual è il significato? In dialetto siculo Cu si la marita? In italiano assume contesti e forme diverse, uniti naturalmente alla figura femminile del Sud Italia. Una presenza forte, coraggiosa e passionale seppur traspare un carattere schivo e riservato.

Sono elementi che si mescolano con la bellezza del luogo - intensa - in una suggestiva combinazione di tratti sabbiosi e scogliere frastagliate.

La limpidezza delle acque "squarcia" letteralmente l’ambiente e crea delle sfumature tratteggiate. Da un lato, la sabbia dorata diventa l’unica caratteristica principale, morbida e incontrastata.
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A poche centinaia di metri cambia la sceneggiatura e si manifesta una rottura con la prima parte creando ambienti costieri "marcati". Anche il clima è uno dei protagonisti inattesi e difatti, è possibile fare il bagno in "quasi" tutti i periodi dell'anno grazie a una temperatura che varia tra i 16 e i 20 gradi (con notevole attenzione al vento che potrebbe causare delle difficoltà).

Entra in gioco il senso avventuriero degli escursionisti che, in presenza di alcuni punti strategici, possono pianificare una lunga passeggiata per toccare con mano le bellezze dell’area trappetese e raggiungere il confine con le coste terrasinesi.

Si lascia momentaneamente la “Ciammarita” per virare a San Cataldo (da non confondere con la città nissena). Dopo il superamento delle rocce (faticoso ma soddisfacente), si attraversa un luogo dalle mille controversie: la foce Nocella. Rappresenta uno dei momenti bui perché dietro alla presenza di liquami neri c’e’ una lotta che da anni vede impegnata “Goletta Verde” per la salvaguardia dell’ambiente.

La "parte sinistra" conserva il diritto alla balneazione, mentre quella che viene successivamente toccata riserva un divieto ormai stagionato. È possile attraversare gli ultimi tratti di spiaggia ciottolata e salire verso un colle logorato dal tempo. Il percorso è irto, tortuoso, di notevole difficoltà (non per tutti) e dai panorami mozzafiato.

Nasconde un tesoro misterioso, quasi irraggiungibile e dalle architetture scolpite. Vengono superati dei gradini - con attenzione - mentre si osserva uno degli scorci più belli dell’intero territorio palermitano: la Grotta delle Colombe.

Quest’ultima merita un collage di foto. Il ritorno è un mix di riflessioni tra potenzialità effettiva e realtà sfruttata. Grazie alla cooperazione tra enti e gestori di lidi, è stato reso possibile l’accesso ai bagnanti in carrozzina. Un contributo che merita una menzione speciale.

Allo stesso tempo, oltre ad aver abbattuto le barriere architettoniche, negli anni scorsi anche gli amici a quattro zampe si sono ritagliati lo spazio necessario per evitare qualsiasi "forma" di abbandono.

Inoltre, l’ampliamento dei parcheggi insieme ad altri servizi offerti mette nelle condizioni le famiglie di poter trascorrere le vacanze con i confort al completo.

Ogni km dei 1152 che compongono le coste siciliane merita una visita. Un patrimonio fantastico! La "Ciammarita" è un piccolo assaggio delle potenzialità che la Sicilia possiede e spesso, causa burocrazia, vengono persi i margini di crescita. Per migliorare la qualità del turismo bisogna investire molto nel recupero e la valorizzazione dei luoghi.
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