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In Africa c'è un duomo identico a quello di Cefalù: dov'è la (misteriosa) copia

L'Africa e l'Isola sono più vicine di quanto si possa pensare: geograficamente le nostre terre sono una di fronte all'altra, ma un'incredibile scoperta conferma questa teoria

Balarm
La redazione
  • 6 novembre 2025

Cattedrale in Somalia e duomo di Cefalù

L'Africa e la Sicilia sono più vicine di quanto si possa immaginare: geograficamente si sa, le nostre terre sono una di fronte all'altra, ma anche culturalmente la somiglianza è tangibile e questa scoperta incredibile lo conferma senza ombra di dubbio. In particolare in Somalia esiste la cattedrale in rovina di Mogadiscio costruita negli anni '20 e le macerie ne svelano le origini: è una copia esatta della nostra amata Cattedrale di Cefalù.

Quest’anno ricorre anche il centenario dell’inizio della costruzione del duomo in Africa. Secondo uno studio portato avanti dalla ricercatrice dell'Università della Columbia Claire Dillon inviato a Balarm, non si trattava di un semplice edificio religioso: «Al contrario, faceva parte di un tentativo calcolato di ridefinire l’imperialismo italiano come una “conquista pacifica” - scrive Claire Dillon - distorcendo l’architettura siciliana in stile medievale e l’eredità normanna per giustificare l’occupazione coloniale».

Alla metà degli anni venti Mogadiscio era capoluogo della Somalia italiana. La chiesa è stata costruita sul modello del duomo di Cefalù, in stile gotico normanno, secondo il progetto dell'ingegner Antonio Vandone di Cortemilia ed è stata inaugurata il 1 marzo 1928. Il 9 luglio 1989, la cattedrale fu teatro dell’assassinio dell’ultimo vescovo di Somalia, Salvatore Pietro Colombo, ucciso al termine di una funzione religiosa. Dal 1991 in poi la cattedrale non è stata più utilizzata regolarmente.

Nel corso della fase più acuta della guerra civile somala l'edificio è stata saccheggiata, fino alla sua parziale distruzione nel 2008. «Un tempo era considerata la chiesa più grande dell’Africa e dell’Oceano Indiano, la sua altezza si è ridotta al frammento frastagliato di un campanile che sporge sopra la facciata, che porta ancora una grande croce - ci racconta nel suo studio Claire Dillon -. La cattedrale fu consacrata ed elevata a basilica minore nel 1928, in seguito alla promozione di Mogadiscio a vicariato apostolico.

Nonostante la sua importanza come manifestazione dell’ambizione coloniale italiana in Africa orientale e la sua impronta sulla città di Mogadiscio, l’edificio è menzionato solo brevemente nelle storie della colonia e dei suoi progetti architettonici. Questo articolo offre la prima analisi dell’edificio neomedievale come appropriazione dell’architettura “arabo-normanna” della Sicilia, e rivela la storia della cattedrale attraverso fonti d’archivio inedite, che la descrivono come il simbolo della dominazione cristiana durante il periodo dell’occupazione italiana».

E da qui, il legame con la nostra Isola: «La cattedrale fu un prodotto improbabile del governatorato di Cesare Maria De Vecchi (1923–1928) - continua la ricercatrice - data la sua insolita ispirazione alla Cattedrale di Cefalù del XII secolo in Sicilia e le gravi difficoltà finanziarie e logistiche che quasi ne impedirono il completamento.

Come si vedrà, De Vecchi era determinato a lasciare un segno nella Somalia italiana, e non è da escludere che il richiamo eccezionale ai Normanni della Sicilia medievale volesse dare l'idea di una conquista pacifica, mascherando così la violenza della sua amministrazione.

La cattedrale rimane un simbolo doloroso nella capitale indipendente. Dopo l’amministrazione italiana della Somalia attraverso l'amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite, il monumento mantenne la sua funzione religiosa».

Ad oggi nonostante le macerie rimangano, raccontano comunque una storia che intreccia l'Africa e la nostra Sicilia.
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