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"L'acchianata" a Palermo si fa (anche) a febbraio: i segreti del Gorgo di Santa Rosalia

Vicino al santuario di Santa Rosalia c'è un luogo importante dal punto di vista naturalistico e religioso ha anche un comprovato valore storico poco conosciuto

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 1 febbraio 2023

Il gorgo di Santa Rosalia su Monte Pellegrino

Il Gorgo di Santa Rosalia si mostra poco lontano dall’ingresso della grotta in cui, secondo la leggenda, furono ritrovate le ossa della patrona di Palermo e custodisce molti segreti che per decenni la cittadinanza ha ignorato.

In occasione della prossima “Giornata Mondiale delle Zone Umide” sarà possibile visitarlo a Palermo, insieme ai Rangers che hanno in gestione la riserva naturale orientata Monte Pellegrino e l’associazione Legambiente Sicilia, il Gorgo situato nei pressi del santuario di Santa Rosalia, che oltre ad avere un’importanza naturalistica e religiosa ha anche un comprovato valore storico spesso poco riconosciuto in città.

Ora però, con il contributo dei volontari e di diversi naturalisti siciliani, il luogo sembra aver riacceso l’interesse di molte persone.

Scopriamo perché. Il promontorio più bello del mondo che rivoluzionò l’ecologia C’è una ragione se da circa settanta anni monte Pellegrino è famoso in tutto il mondo all’interno della comunità scientifica degli ecologi.
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Oltre ad essere infatti uno dei pochi bacini d’acqua dolce presente nel monte che Goethe stesso definì, nel suo diario di viaggio, "il promontorio più bello del mondo", il gorgo infatti fu protagonista nel 1958 di una grande rivoluzione scientifica che si dipanò interamente a Palermo.

In quell’anno infatti fece visita all’università del capoluogo uno dei più importanti ecologi del tempo, da molti considerato il padre della biologia evoluzionistica moderna: George Evelyn Hutchinson. In quell’occasione, i colleghi del dipartimento di biologia invitarono il luminare inglese a fare una visita presso monte Pellegrino, convinti che potesse divertirsi nello studiare la fauna ivi presente.

Hutchinson infatti era famoso per essere un appassionato escursionista e spesso era stato visto in giro per il mondo, intento con il suo retino a campionare e studiare tutte le forme di vita, dalle alghe agli insetti. Proprio sul promontorio, Hutchinson fu attirato dal contenuto del laghetto, che invero era già all’epoca un piccolo invaso artificiale, considerato utile solo per abbeverare le mucche.

Qui però lo scienziato fu colpito dall’elevata presenza di specie e della presenza di alcuni emitteri acquatici, che in quella fase erano il suo principale argomento di studio. Ripetutamente, per molti giorni, il professore ritornò nel gorgo, intento a campionare principalmente due specie di Corixidae, ovvero C. punctata e C. affinis.

Ritornato in patria, le scoperte che aveva compiuto a Palermo furono per lui fondamentali per scrivere l’articolo spartiacque “Homage to Santa Rosalia or Why are There So Many Kinds of Animals?”, dove presentava due concetti importanti dell’ecologia moderna, ovvero il concetto di nicchia ecologica e di biodiversità.

Dalla data di pubblicazione dell’articolo nel 1959 presso la prestigiosa rivista The American Naturalist, tali concetti avrebbero rivoluzionato l’intero mondo scientifico delle scienze naturali e fatto conoscere Palermo in tutte le università.

Per quanto però il gorgo sia storicamente importante e presenti ancora oggi una notevole presenza di specie animali, il degrado dei decenni successivi ha messo in pericolo l’esistenza stessa di questo scrigno prestigioso a livello internazionale.

Almeno fino a qualche anno fa, quando l’ente gestore della riserva, insieme a tante altre associazioni e a professori, si è mosso per ristabilire dignità – non senza difficoltà – all’intera area, proponendo occasioni di aggregazione sociale e divulgazione per difendere anche in futuro questo bene.

Come ogni anno, all’inizio di febbraio la comunità internazionale infatti festeggia le zone umide, considerate dall’ONU fra gli ecosistemi più sensibili e a rischio di estinzione del mondo.

Si festeggia solitamente durante la settimana del 2 febbraio perché in questa data è stata firmata la Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale, firmata a Ramsar nel 1971.

Proprio per sensibilizzare la cittadinanza alla tutela della natura siciliana, a partire da alcuni anni si celebra la data anche a Palermo, tramite “l’acchianata” verso il Gorgo, che si riempie dell’acqua che sgorga dalla grotta della santa.

Da segnalare quest’anno c’è anche però il processo già in parte approvato di rinaturalizzazione dell’area, da parte del protocollo d’intesa fra la riserva, il comune di Palermo e l’assessorato regionale territorio ed ambiente, utile per difendere il gorgo come tipico stagno temporaneo mediterraneo e per garantire il benessere della fauna ivi presente.

Tale progetto partirà con l’abbattimento del muro che per adesso è presente nei pressi del gorgo. Solitamente l’acchianata avviene seguendo i classici sentieri utilizzati dagli escursionisti, seguendo il percorso panoramico che ha inizio da Largo Sellerio.

Per questa occasione la salita sarà accompagnata dalla presenza di diverse guide naturalistiche, che illustreranno le peculiarità naturalistiche e storiche della riserva e il valore della conservazione della Natura, mentre alcuni ricercatori si occuperanno del monitoraggio delle specie locali e aliene presenti nella riserva, oltre che nello spiegare al pubblico come la scienza intende studiare ed affrontare gli effetti del cambiamento climatico sugli ecosistemi siciliani.

Quest’anno la manifestazione si terrà il 5 febbraio e gli organizzatori hanno appena creato un evento Facebook per comunicare al pubblico tutte le info.
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