STORIA E TRADIZIONI
L'antica colonia dove i bambini dormivano all'aperto: Palermo ai tempi della "Casa del Sole"
La Casa del Sole "Ignazio e Manfredi Lanza di Trabia" venne aperta nel 1922 con 30 posti letto, ma pochi anni dopo i posti superarono le duecento unità. La sua storia
La signora Serafina attraverso la testimonianza, a dir suo un po' confusa, della madre, mi racconta di una parte dell'infanzia di questa vissuta proprio alla Casa del sole, che si trovava a Roccazzo in contrada Passo di Rigano, e anche di "maltrattamenti" che allora subirono alcuni bambini.
Purtroppo non ho potuto appurare la veridicità della testimonianza e quindi soddisfare la richiesta della nostra lettrice di verificare se le rivelazioni della madre fossero vere, però ho trovato alcune fonti interessanti sull'istituto che sono sicuro leggerà con interesse.
Tuttavia se a qualcuno, leggendo l'articolo, venisse in mente qualcosa di sua conoscenza che possa essere di aiuto alla signora Serafina, mi contatti pure.
Se inizialmente l'intento del CPA era quello di preoccuparsi di allontanare gli infetti, quasi tutti adulti, successivamente rivolge il suo pensiero alla "profilassi della prima infanzia".
A Palermo tra la fine dell'Ottocento e i primi vent'anni del Novecento furono creati: «Ospizi e colonie marine, montane e solari, Ricreatori e scuole all'aperto, Istituzioni di cura.
Tra gli Ospizi e colonie marine e montane vanno citate la Società delle colonie alpine costituita nel 1897; Ospizio marino e Istituto rachitici Enrico Albanese istituito nel 1874; Istituto di Puericoltura Solarium del 1912; Colonia marina della Croce Rossa a Mondello del 1919; Comitato per l'assistenza dei bambini tubercolosi con la Casa del Sole, 1919 [...] il 10 settembre 1919 si riuniva in casa Gangi il comitato promotore per una Stazione climatica campestre.
La ferma volontà della presidente Giulia Alliata Mantegna, Principessa di Gangi, coadiuvata per la parte tecnica dal proponente prof. Giovanni di Cristina riuscì a dare attuazione al programma. Contribuirono alla fondazione il Principe e la Principessa di Trabia con la elargizione di 150.000 lire in memoria dei prodi figli caduti in guerra».
Ovviamente alle spese contribuirono il Comune ed enti locali, sicché nel 1922 veniva aperta la Casa del Sole "Ignazio e Manfredi Lanza di Trabia" «con 30 posti letto situati in padiglioni e baracche», ma già pochi anni dopo i posti superarono le duecento unità.
Nell'Ospizio si accoglievano bambini affetti da "Adenopatie tracheo-bronchiali; adeniti; localizzazioni ossee; cutanee, articolari, alle sierose".
L'Ospizio era aperto anche come Ambulatorio per quei fanciulli che non vi potevano essere trattenuti. Alla Casa del Sole vi si effettuava la "cura solare" che molti pazienti ricordano ancora oggi.
«Per la cura solare non si attiene che in casi speciali alle norme del Rollier, applicando invece in quel clima caldissimo dell'estate, la esposizione graduale di tutto il corpo alla luce diffusa nella penombra, sotto gli alberi, e non lasciando mai i fanciulli fermi al sole, ma in movimento, con giuochi liberi, esercizi ginnastici, lavorucci nei campi».
La madre della signora Serafina era nata nel 1926 e tra i suoi racconti confusi citava la visita della regina Maria Josè di Savoia alla quale avrebbe recitato una poesia, non ricordava bene se alla Casa del Sole, da Padre Messina, oppure a Monreale.
E noi non abbiamo sinora informazioni utili per confermare ora l'uno ora l'altro luogo, ma pare che il principe Umberto di Savoia, futuro marito di Maria Josè sia venuto in visita alla Casa del Sole di Palermo il 12 febbraio 1929, come posso trarre da una foto dell'archivio Luce.
Serafina inoltre mi racconta di aver trovato informazioni sulla visita della regina alla Casa del Sole nei primi anni Trenta, ma secondo lei non coincide col periodo in cui sua madre soggiornò lì.
La madre della signora Serafina, stando a quanto mi racconta quest'ultima, si trovò rinchiusa alla Casa del Sole non tanto perché aveva perso entrambi i genitori, a distanza di poco tempo, affetti da tubercolosi, ma vi era stata costretta per altri motivi, inoltre la madre di Serafina raccontava che la costringessero a dormire all'aperto.
Questo ricordo coincide col vero in quanto tra le terapie della Casa del Sole o di altri istituti vi era proprio quella di far dormire i bambini all'aperto sotto un capannone per respirare sempre aria pulita.
Lo possiamo anche dedurre da antiche fotografie dove sono inquadrati i dormitori in veranda. Posso immaginare però che una bambina costretta al freddo non concepisca questo trattamento come una cura, ma piuttosto come un abuso.
Non so se riuscirò ad aiutare le ricerche della cara Serafina, ma confido in voi che avete una memoria storica importante affinché possiate contribuire con il vostro ricordo.
Per il resto "La Casa del Sole" rimase aperta credo sino agli Settanta del Novecento, prima di cadere, come molte cose della nostra città, in un silente abbandono.
Molti non hanno un buon ricordo della loro permanenza in istituto ed è comprensibile.
Voglio infine riportare come venivano organizzate le estati dei primi bambini che vi furono ospitai affinché si capisca meglio il perché non era piacevole la permanenza in tali istituti.
«Ore 5, sveglia; 5 e 1⁄2 docce, pulizia personale e degli indumenti; 7 e 1⁄2 primo pasto; 8,30 ricreazione in isquadre; 9 lavoro campestre; 10, ambulatorio; 11.30 secondo pasto; 12.15, ricreazione; 12.30, riposo all'ombra; 14.30, terzo pasto; 15, ricreazione; 15.30 ginnastica; 16.30 docce; 18.00 quarto pasto; 19.00, preghiera; 19.45, saluto della sera in piazza; 20.00 in baracca. I bimbi stanno quasi sempre con i calzoncini o in gonnellina».
Immagino che dagli anni Venti agli Settanta qualcosa dovette cambiare nell'organizzazione dell'istituto, ma se penso alla povera mamma di Serafina entrata alla Casa del Sole non appena divenuta orfana, non posso che congiungere le mani e rivolgerle una sincera preghiera.
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