L'ultimo addio a Pomodoro: il ricordo del maestro delle "Macchine Spettacolari"
Capace attraverso la sua arte fatta di forza vigore e genialità di trasmettere messaggi di Democrazia, Pace e Speranza. Le sue opere sono testimoni del tempo

Parliamo di Arnaldo Pomodoro il creatore di quelle Macchine da lui stesso definite “Spettacolari” che cambiarono l’idea del Teatro e della Scenografia e che diventeranno, anche grazie alla visione illuminata di Ludovico Corrao, un momento in cui tutte le arti, dalla recitazione, al canto, alla danza, alla scultura, pittura, trovano coesione; 360 gradi di quello che Antonella Corrao figlia di Ludovico, identifica come visione di speranza e futuro, non solo per Gibellina.
Gibellina luogo di disperazione, annientamento e dolore diventa con l’opera degli Artisti e con il suo Teatro Sperimentale, una porta, un corridoio dove spostarsi tra passato, presente e futuro.
È un periodo in cui un Circolo di Artisti si ritrovavano con Ludovico Corrao, condividendo progetti e idee che diventavano politica, un’azione per unire popoli e paesi, dando vita ad un sogno Mediterraneo.
Tra Arnaldo Pomodoro e Ludovico Corrao nasce un grandissimo rapporto anche personale , un legame affettivo che li unisce, lo stesso che prova Antonella Corrao, la cui voce s’incrina ed a stento trattiene le lacrime, ricordando il Maestro: «Arnaldo nella sua immensa dolcezza è stato per me, un amico, un padre, ho un dolore profondissimo».
Il suo marchio è il carro di Oreste con i suoi segni astratti che ricordano simboli preistorici , codici di comunicazione allegorica, insieme a quel immaginario alfabeto inteso come lingua comune tra popoli.
Antonella Corrao definisce l’opera di Pomodoro un “Inno alla Democrazia “identificando nell’arte l’unica arma per promuovere la pace, e dove l’Arte del Maestro, conosciuta in tutto il mondo, diventa proiezione che anticipa il tutto e crea una coscienza.
Gibellina distrutta dal terremoto, negli anni 80 con le Orestiadi rinasce; Enzo Fiammetta, Direttore del Museo dove si trovano le Macchine Spettacolari di Pomodoro, mi spiega il valore di queste opere, realizzate nel 82, 83, 84 , per i tre spettacoli che riproposero in una nuova chiave interpretativa e scenica le tragedie di Eschilo: «Sono manufatti straordinari, all’interno ospitavano gli attori, i protagonisti delle tragedie che venivano portati in scena dalle comparse come se fossero dei simulacri, come nelle nostre processioni».
Il Carro di Oreste è il Marchio della Fondazione che, ricordiamo, Pomodoro volle aperta a tutti gli artisti non più e non solo egocentrica espressione. Opere ricche di significati, come l’aratro nella Tragedia di Didone di Marlowe, intesa come macchina di lavoro, misurazione di un luogo ma anche casa.
Gibellina è testimone di una stagione straordinaria del Teatro Italiano. Una sperimentazione che consente agli abitanti di partecipare “dagli artigiani, alle comparse, alle sarte, alla banda musicale, ai bambini, tutti impegnati in questa operazione di ricompattare una Comunità ferita, attraverso un progetto”.
Arnaldo Pomodoro sa che attraverso l’arte si può ricostruire la realtà. «Questo è il senso profondo più importante dell’opera del maestro che diventa azione e mezzo» aggiunge Fiammetta che ribadisce come Siracusa e Gibellina rappresentano due forme complementari di fare teatro e di rappresentare la tragedia Greca, una legata alla tradizione, l’altra proiettata verso la modernità.
Le Macchine Spettacolari del Maestro hanno questo profondo valore trasferiscono il modo di pensare da un periodo all’altro mantenendo però un concetto fondamentale «noi dobbiamo essere testimoni del nostro tempo; il loro è un valore universale ma va’ letto con un linguaggio attuale, e le sue Opere intrepretano questa necessità».
Per i greci il Teatro costituiva il Centro della città, così è per Gibellina che diventa essa stessa parte di una sperimentazione teatrale totale. Riguardo al tema delle Orestiadi sappiamo il grande valore che hanno avuto, che hanno ancora oggi e che avranno anche domani: è la violenza, la vendetta che viene gestita dal potere dello Stato che indica e disciplina i rapporti, capace di guidare le pulsioni orientandole, la democrazia contro il potere assoluto, contro il potere selvaggio e brutale.
Pomodoro ha rappresentato con le sue opere questo viatico verso la Democrazia, ed ora che non c’è più sentiamo la sua mancanza, anche se la sua è stata una vita ricca e lunga capace di trasformare le macerie di una tragedia in un incredibile messaggio di rinascita.
Le Macchine “grandi aloni” come le chiamava, diventano più che mai ora voce, dove anche l’attore è parte fondamentale della stessa macchina.
Venerdì 27, Gibellina renderà omaggio all’altro grande Protagonista di questa incredibile ricerca, Emilio Isgrò, che nell’ambito della presentazione del suo libro dedicato a Ludovico Corrao, ricorderà Arnaldo Pomodoro; sarà un momento per riflettere non solo sulla sua grande Arte ma e soprattutto, per riconnettersi con un periodo di straordinaria sperimentazione e assoluta creatività, dove la Rappresentazione Scenica fu una parte di un messaggio molto più profondo.
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