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La Global Sumud Flotilla cambia data in Sicilia: e Lorefice dedica l'acchianata a Gaza

Slitta la partenza delle navi da Catania e Siracusa. Proseguono le iniziative di sostegno. Le parole dell'arcivescovo di Palermo per la missione "straordinaria"

Anna Sampino
Giornalista
  • 4 settembre 2025

L'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice durante l'acchianata del 3 settembre 2025

Cambio di programma: le navi della Global Sumud Flotilla dai porti di Catania e Siracusa partiranno domenica 7 settembre e non più oggi, giovedì 4 settembre, come previsto all'inizio.

A darne notizia è stata la portavoce italiana della missione umanitaria, Maria Elena Delia, durante una conferenza stampa in Senato. La decisione di posticipare la partenza è legata al ritardo delle imbarcazioni spagnole, che a causa del maltempo sono ferme a Minorca, nelle isole Baleari.

Le barche spagnole erano partite inizialmente domenica dal porto di Barcellona, ma erano state costrette a tornare indietro per le condizioni atmosferiche. Ripartite poi il giorno successivo, nelle ore scorse hanno poi riscontrato nuove difficoltà per le condizioni meteo in mare.

Nel frattempo proseguono le mobilitazioni e le iniziative a sostegno della flottiglia, tra Catania, Siracusa e Palermo.

A dare il suo sostegno ufficiale alla missione umanitaria, che via mare cercherà di portare aiuti e farmaci a Gaza, è stato anche l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice che ha definito la Global Sumud Flotilla un "segno di disperata speranza" per dire no alla "spietata violenza", a chi "semina fame e morte".

Anche durante la tradizionale "acchianata" a Monte Pellegrino, di ieri sera (3 settembre) l'arcivescovo ha pregato per la pace a Gaza. «Saliamo - ha detto - anche per chiedere di convertire i cuori di chi sta al governo di Israele perchè fermi questa violenza».

Ma in un messaggio inviato in occasione della conferenza stampa al Senato, Lorefice usa parole ben più chiare e forti, parlando di "genocidio" e "deportazione". Ecco alcuni passi della lettera.

«Quel che sta accadendo a Gaza in questi giorni è solo uno degli episodi di violenza, di guerra, di distruzione, di cancellazione dei volti e dei corpi dei poveri, che funestano il mondo contemporaneo. Si tratta di quella «terza guerra mondiale a pezzi» di cui parlava profeticamente Papa Francesco.

Eppure non possiamo nasconderci l'enorme valore simbolico di Gaza: per l'annosità del conflitto, per le sue radici antiche e recenti, per il livello d'odio, per il ruolo di Israele all'interno dell'Occidente».

«La condanna dell'attentato del 7 ottobre è stata unanime, così come il mio, il nostro rifiuto di ogni forma di antisemitismo - continua l'arcivescovo -. Oggi però siamo di fronte a qualcosa di diverso. L'estrema destra della politica israeliana, che non rappresenta in alcun modo la totalità dei cittadini di Israele, ha trasformato la reazione all'attentato in un progetto dichiarato di genocidio e di deportazione della popolazione palestinese».

«Di fronte a tutto questo io credo che siamo chiamati a reagire», sottolinea Lorefice. «Ecco, in nome del Vangelo a cui è ispirata la vita di tanti credenti sparsi per il mondo, in nome del Vangelo della pace a cui costantemente ci richiama Papa Leone XIV, sento e sentiamo il dovere di dire di no a tutto questo, e di porre segni alternativi di disperata speranza. La Global Sumud Flotilla è uno di questi segni».

«Sono convinto infatti che l'unica via umana ed evangelica per contrastare la guerra in maniera nonviolenta sia l'interposizione, sia cioè lo schieramento di corpi inermi sul fronte dei belligeranti, corpi viventi e disarmati che pongono la loro presenza quale principio e pensiero di un mondo nuovo. Ringrazio di cuore tutti coloro che stanno rendendo possibile e che stanno scommettendo sé stessi in un'azione che ai miei occhi richiama ovviamente le grandi marce nonviolente del Mahatma Gandhi e di Martin Luther King. Ne sono toccato e commosso».

«È straordinariamente eloquente il segno di pace e di solidarietà posto da questa audace rotta. Insieme a quanti prenderanno il largo, diciamo 'no' alla guerra e al genocidio, diciamo 'sì' alla vita e alla pace per tutti, e in primo luogo per il popolo di Palestina, assoggettato a una sofferenza atroce e totalmente ingiustificata.

Infine, conclude l'arcivescovo di Palermo: «Permettetemi di concludere dicendo che il gesto della Sumud Flotilla è anche un segno di amicizia verso tutti i fratelli e le sorelle ebrei. Contro il suicidio di Israele voluto dal suo governo, contro la loro volontà di rendere il futuro di Israele un deserto di odio e di violenza, poiché di questo si tratta».
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