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La leggenda sulla prima eruzione dell’Etna: perché non sarebbe un "semplice" vulcano

Si racconta che sia diventato così a seguito di uno strano accadimento che include un gigante, Zeus e una lunghissima scala formata da una moltitudine di montagne

Livio Grasso
Archeologo
  • 26 giugno 2023

L'Etna in eruzione (foto di Emilio Messina)

Secondo un’antica leggenda pervenuta, il fantasmagorico Etna non è sempre stato un semplice vulcano. A quanto pare, i più raccontano che lo sia diventato a seguito di uno strano accadimento. A tal proposito si narra che, un tempo, il gigante Encelado decise di spodestare Zeus per ottenere il dominio sul mondo.

Dunque, prestando fede a quanto tramandato, costruì una lunghissima scala formata da una moltitudine di montagne. L’ardua impresa, inoltre, fu portata a compimento insieme all’aiuto degli altri fratelli.

Questi ultimi, infatti, innalzarono una vetta verso il cielo ammassando il Monte Bianco, il Monte Pindo della Grecia e varie montagne del versante asiatico. In più, ulteriori testimonianze riferiscono che furono scrostate dal terreno persino le montagne africane.

In tal maniera, mediante l’aiuto dei suoi consanguinei, l’orribile mostro fu in grado di realizzare il proprio piano d’assalto nel minor tempo possibile. Tuttavia, si vocifera pure che gli altri giganti non erano affatto inclini ad appoggiare l’iniziativa di Encelado. Ciò malgrado, ne assecondarono ugualmente il desiderio per timore di incorrere nella sua furia.
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Difatti, oltre ad essere dotato di una corporatura più prestante, sputava potenti fiamme dalla bocca ogniqualvolta si adirava. Giove, ben presto si accorse di essere minacciato da quella temibile belva. Ad ogni modo, inizialmente preferì temporeggiare piuttosto che reagire bruscamente.

Con grande saggezza e circospezione, attese il momento propizio per intervenire e contrastare l’imminente attacco del suo avversario.

Altri racconti, per di più, riportano che Zeus abbia pazientemente tentato ogni via diplomatica per evitare lo scontro.

Ciononostante, poco tempo dopo, comprese che la diplomazia non era il metodo adeguato per la risoluzione della controversia. Encelado, bramoso ed ostinato ad ottenere lo scettro del potere, non cessava mai di costituire una minaccia costante per l’Olimpo.

Più accanito che mai, agognava con tutto se stesso di annientare il re degli dei ed acquisire il comando supremo. Perciò, un giorno, per scongiurare il rischio di essere sconfitto, Zeus scagliò un potente fulmine contro i numerosi giganti che si inerpicavano per le rocce.

Ognuno di loro ruzzolò per il fondo degli strati rocciosi, schiantandosi violentemente contro il suolo. Nel mezzo della mischia era presente il poderoso Encelado, anch’egli travolto e colpito dallo “strale” di Zeus. Subito dopo quest’ultimo si affrettò a distruggere tutte le vette montagnose che, di lì a poco, piombarono addosso a tutti gli altri nemici. Encelado, per puro caso, si ritrovò sepolto sotto l’Etna.

Bloccato tra gli enormi massi lavici, si dimenò nervosamente emettendo fiamme dal petto. Si narra, a tal riguardo, che i boati furono così portentosi da risalire sino alla sommità del cratere.

A quel punto, non passò molto che la lava si fondesse e scendesse rapidamente per i pendii della montagna. Gli abitanti dell’epoca, scossi dai rombi tonanti del Vulcano, fuggirono in preda al panico per trarsi affannosamente in salvo.

In riferimento a questo episodio mitico, la tradizione mitologico-letteraria associa l’ira funesta di Encelado alla prima eruzione del rinomato Etna.
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