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La Santuzza di Palermo "perse la testa" almeno tre volte: storie curiose e (quasi) sconosciute

La statua di Santa Rosalia che oggi ammiriamo sulla cima del Monte Pellegrino, non è l'unica statua che fu collocata in quel punto; ve ne fu, prima di questa, un'altra, realizzata in pietra

Antonino Prestigiacomo
Appassionato di storia, arte e folklore di Palermo
  • 22 marzo 2022

La testa di Santa Rosalia (foto Prestigiacomo)

Fin da bambino, tutte le volte che sono entrato nella grotta di Santa Rosalia, a Monte Pellegrino, mi è sempre parso inquietante vedere la sua testa in penombra che fa capolino da un incavo della roccia umida. Forse l'unica nota stonata o eccessiva all'interno della spelonca sacra.

Altrettanto inquietante mi apparve, la prima volta che la vidi, una testa incastonata sul muro di contenimento del belvedere della statua di Santa Rosalia in cima al Monte Pellegrino. Con tutte le storie relativamente recenti che ci ha regalato la nostra città sui muri e su chi c'è rimasto dentro, a vedere quella testa così d'improvviso mi si raggelò il sangue, ma fu solo un pregiudizio che svanì poco dopo grazie alle ricerche che ne conseguirono.

Questa testa si trova proprio sul punto più alto della montagna, dove oggi è collocata la statua di bronzo di Santa Rosalia. Non si può vedere dalla strada, bisogna scendere dalle scale che si trovano sul finire del guardrail, arrivare su una piccola pineta incolta e da lì voltarsi indietro a guardare il muro di contenimento. Sta lì, fidatevi, non provate ad andarci, purtroppo l'accesso è impervio e pericoloso, perciò vietato.
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Ma veniamo a noi. Che ci fa lì quella testa? Ce lo dicono diversi studiosi, da Vittorio Giustolisi a Rosario La Duca. Andiamo con ordine. Intanto dovete sapere che la statua di Santa Rosalia che oggi ammiriamo non è molto antica e che, dove oggi è collocata, anticamente non c'era solo una statua.

Antonio Mongitore ci racconta che «A consolazione de' divoti, sopra un eminente colle, lontano dalla Grotta, oltre un miglio, fu verso tramontana e a vista del mare, a' naviganti eretta da Carlo D'Orlando una loggia con archi a 16 colonne; e sopra di essa un gran colosso della Santa di 24 palmi che da passeggeri viene salutato, e anche da Turchi e invocata sui lor viaggi».

Durante alcune misurazioni effettuate, lo storico e fisico Domenico Scinà nel 1818 ci dice che «Il monte, oltrepassata la grotta, si stende verso tramontana in un piano forse d'un miglio. Sul confine di questo piano trovasi un portico, sul cui tetto la statua è collocata di quella Santa, che in mare si offre da lungi ai naviganti».

Sostanzialmente è quindi noto che la statua di Santa Rosalia che oggi ammiriamo sulla cima del Monte Pellegrino, non è l'unica statua che fu collocata in quel punto; ve ne fu, prima di questa, un'altra, realizzata in pietra e collocata appena sopra un porticato sempre di pietra oggi ovviamente non più esistente.

Ma Rosario La Duca ci ricorda che la prima statua venne realizzata nel 1664, forse da Carlo D'Aprile e «Verso la metà del XIX sec. la statua venne colpita da un fulmine e decapitata. Fu poco dopo restaurata dallo scultore Rosolino Barbera, allievo del Villareale, che provvide ad eseguire una nuova testa, mentre quella originaria fu abbandonata a terra.

Sul finire del secolo, un fulmine decapitò nuovamente la statua, ma, come risulta dalla documentazione fotografica coeva, all'inizio di questo secolo, la testa venne rifatta ancora una volta e ancora una volta venne decapitata sicuramente da un fulmine data la posizione in cui si trovava esposta la statua.

Nel dopoguerra, estremamente compromesso quanto rimaneva della statua e del portico, venne demolito per fare ampliare la spianata e venne collocata nel 1964 la statua in bronzo che conosciamo oggi, scolpita a suo tempo da Benedetto De Lisi. Le teste che di volta in volta venivano decapitate, rimasero sino a prima della spianata abbandonate sul terreno: una di queste, forse la prima e originaria, fu murata con lo sguardo rivolto sempre verso il mare e i naviganti, ignari di tutto ciò, da sempre l'ossequiano.
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