CINEMA E TV
La Sicilia "Sotto le stelle di Roma": l'omaggio a Franco e Ciccio e (un inedito) Toti Mancuso
Da Cerda alla capitale il viaggio non è stato breve, un percorso difficile ma pieno di belle sorprese. Parla Giuseppe Di Giorgio che al Cinema Lux porta il suo nuovo film
Da sinistra Sabrina Nasti, Giuseppe Di Giorgio e Salvatore (Toti) Mancuso
La vita ti porta spesso su strade inattese e a volte stravolge il tuo cammino portandoti laddove non ti aspetteresti di arrivare. Lo sa bene il regista e attore Giuseppe Di Giorgio che da Cerda, in provincia di Palermo, a soli 14 anni si è ritrovato catapultato al Nord per fare un provino nelle giovanili del Milan per poi finire a “farsi le ossa” tra le file dei dilettanti dell'Abbiategrasso.
«Fu Pierino Prati a "scoprirmi" a Marsala nel lontano '93, in occasione di un evento calcistico regionale. Mi convocò a Milano pochi mesi dopo per un provino e così andai spinto dalla grande passione per il calcio. Mi allenò un anno intero, sembrava arrivato il mio momento, ma l’assenza di una famiglia alle spalle è un brutto infortunio posero fine alla mia possibile carriera».
Nel 2018 è la volta di "La scelta impossibile", poi tocca a "Stem Cell" nel 2020, nel 2021 invece esce "Finalmente libera" nel 2022 “Tenebra questa è la mia vendetta" e nel 2024 il corto “Il sospetto". Quest'anno è stata la vota di "Sotto le stelle di Roma", un film che giovedì 27 novembre, alle 21.00, viene presentato al Cineteatro Lux di Palermo.
Anche questa volta Di Giorgio è nella doppia veste di attore e regista e in questo film molte cose sembrano rispecchiare molto il suo passato perché «parla proprio di quanto sia imprevedibile la vita e di come la stessa possa cambiare il tuo percorso, nel bene e nel male, in un solo clic - continua Di Giorgio - Dentro questo film c'è anche parte della mia anima, quella di un siciliano che ha sofferto molto ma soprattutto c’è la fantasia di un autore che ci ha messo dentro l'anima e il cuore Insieme alla speranza che il mondo possa migliorare, aprirsi, eliminare i pregiudizi per permettere all'amore di essere veramente universale, per poter contare e credere che esista ancora la vera amicizia. Diciamo che in ogni personaggio che interpreto, in ogni film che dirigo o scrivo, c’è sempre un po' di Giuseppe».
La Sicilia il regista se la porta dentro e la mette nei suoi lavori chiamando a sé anche interpreti dell'Isola come Salvatore (Toti) Mancuso, celebre attore del duo Toti e Totino. «Toti (Marcello) in questo film è lo specchio della nostra Sicilia - commenta il regista - le recensioni su di lui sono tutte straordinarie. Ha portato con sè 50 anni di arte, comicità e senso dell'ironia ma nel film l'ho voluto in una veste inedita: pur mantenendo la sua verve comica, ci sono momenti di alta drammaturgia, che solo i grandi attori come lui posso avere. Il suo è ruolo che trasmette amore, comprensione e apertura. Un bel personaggio a 360 gradi».
Ma la Sicilia affonda le sue radici ancor di più in "Sotto le stelle di Roma". Il film infatti è tratto dal romanzo di Massimo Benenato, figlio del compianto Franco Franchi. Un duo, quello di Franco e Ciccio che non soltanto rappresenta un pezzo di storia del cinema italiano ma è anche importante per il regista a livello personale. «Franco e Ciccio mi hanno salvato spesso da una possibile depressione, tutti possiamo crollare e loro mi hanno sostenuto grazie ai loro film, alle loro dichiarazione durante le interviste, per me sono stati una vera medicina. Poi, nel 2020 mi sono avvicinato a Massimo tramite i social perché avevo il desiderio di conoscerlo. Quando mi ha dato in omaggio il suo libro ho deciso subito di farne un film grazie anche al suo benestare.
Nel film c'è anche Rosario Terranova, attore siciliano «che è presente in una sola scena ma che ha dimostrato a tutti che non esistono piccole parti se sei un grande attore».
Il film è uscito al cinema il 7 novembre, premiere avvebuta al cinema Alfellini e il 14 novembre a Pavia al Movie Planet. Due eventi entrambi sold out. Durante la realizzazione del film il regista dice di essersi sentito protetto anche dall'alto: «Sono molto credente - racconta - credo che le anime possano fare molto di più delle persone sulla terra, dobbiamo credere che esiste un mondo dove c’è pace, amore e serenità che non sia la terra, perché da lì, dal cielo, riceviamo i doni più grandi della vita. Nel film c'è un omaggio a Franco e Ciccio, ma una dedica particolare va alla memoria di Salvo La Mamma, compagno di mia mamma per quasi 21 anni. Per me è stato come un secondo padre, è morto tre giorni prima dell'inizio delle riprese».
Con discrezione cerchiamo di farci dare qualche dettaglio in più sull'omaggio al celebre al duo comico. «Accanto a me nei momenti salienti del film, c'è un'immagine di Franco e Ciccio che mi segue sempre, loro per me sono un sostegno vero, un legame infinito.
Desidero che il pubblico lo scopra guardando il film».
In generale nei suoi film veste il doppio ruolo di attore e regista ma il prossimo lavoro lo vede fare una scelta. «Vorrei concentrarmi di più sulla regia e magari essere diretto da un altro regista, non sempre si riesce ad essere perfetti in tutto. Io fortunatamente ho Roberto Attolini al mio fianco da oltre 10 anni, ma mi farebbe piacere essere diretto in un film da un regista che possa tirare fuori il meglio di me. Sono tante le tecniche di recitazione, ci sono i vari metodi, Stanislaski, Cechov, Meisner ma per me l'attore deve calarsi dentro il personaggio, mettendo di base sempre e comunque se stesso, per essere più credibile possibile. Spero di poter realizzare tutto quanto sopra detto nel prossimo mio progetto cinematografico, ispirato al romanzo “Volevo la gonna" di Vivian Darkangel, un film, che come il libro, racconta i tabù, i cambiamenti e le difficoltà nel mondo della transessualità. Dovremmo riuscire a girarlo nel 2026 a Bologna e forse in parte anche in Sicilia».
«Fu Pierino Prati a "scoprirmi" a Marsala nel lontano '93, in occasione di un evento calcistico regionale. Mi convocò a Milano pochi mesi dopo per un provino e così andai spinto dalla grande passione per il calcio. Mi allenò un anno intero, sembrava arrivato il mio momento, ma l’assenza di una famiglia alle spalle è un brutto infortunio posero fine alla mia possibile carriera».
Nel 2018 è la volta di "La scelta impossibile", poi tocca a "Stem Cell" nel 2020, nel 2021 invece esce "Finalmente libera" nel 2022 “Tenebra questa è la mia vendetta" e nel 2024 il corto “Il sospetto". Quest'anno è stata la vota di "Sotto le stelle di Roma", un film che giovedì 27 novembre, alle 21.00, viene presentato al Cineteatro Lux di Palermo.
Anche questa volta Di Giorgio è nella doppia veste di attore e regista e in questo film molte cose sembrano rispecchiare molto il suo passato perché «parla proprio di quanto sia imprevedibile la vita e di come la stessa possa cambiare il tuo percorso, nel bene e nel male, in un solo clic - continua Di Giorgio - Dentro questo film c'è anche parte della mia anima, quella di un siciliano che ha sofferto molto ma soprattutto c’è la fantasia di un autore che ci ha messo dentro l'anima e il cuore Insieme alla speranza che il mondo possa migliorare, aprirsi, eliminare i pregiudizi per permettere all'amore di essere veramente universale, per poter contare e credere che esista ancora la vera amicizia. Diciamo che in ogni personaggio che interpreto, in ogni film che dirigo o scrivo, c’è sempre un po' di Giuseppe».
La Sicilia il regista se la porta dentro e la mette nei suoi lavori chiamando a sé anche interpreti dell'Isola come Salvatore (Toti) Mancuso, celebre attore del duo Toti e Totino. «Toti (Marcello) in questo film è lo specchio della nostra Sicilia - commenta il regista - le recensioni su di lui sono tutte straordinarie. Ha portato con sè 50 anni di arte, comicità e senso dell'ironia ma nel film l'ho voluto in una veste inedita: pur mantenendo la sua verve comica, ci sono momenti di alta drammaturgia, che solo i grandi attori come lui posso avere. Il suo è ruolo che trasmette amore, comprensione e apertura. Un bel personaggio a 360 gradi».
Ma la Sicilia affonda le sue radici ancor di più in "Sotto le stelle di Roma". Il film infatti è tratto dal romanzo di Massimo Benenato, figlio del compianto Franco Franchi. Un duo, quello di Franco e Ciccio che non soltanto rappresenta un pezzo di storia del cinema italiano ma è anche importante per il regista a livello personale. «Franco e Ciccio mi hanno salvato spesso da una possibile depressione, tutti possiamo crollare e loro mi hanno sostenuto grazie ai loro film, alle loro dichiarazione durante le interviste, per me sono stati una vera medicina. Poi, nel 2020 mi sono avvicinato a Massimo tramite i social perché avevo il desiderio di conoscerlo. Quando mi ha dato in omaggio il suo libro ho deciso subito di farne un film grazie anche al suo benestare.
Nel film c'è anche Rosario Terranova, attore siciliano «che è presente in una sola scena ma che ha dimostrato a tutti che non esistono piccole parti se sei un grande attore».
Il film è uscito al cinema il 7 novembre, premiere avvebuta al cinema Alfellini e il 14 novembre a Pavia al Movie Planet. Due eventi entrambi sold out. Durante la realizzazione del film il regista dice di essersi sentito protetto anche dall'alto: «Sono molto credente - racconta - credo che le anime possano fare molto di più delle persone sulla terra, dobbiamo credere che esiste un mondo dove c’è pace, amore e serenità che non sia la terra, perché da lì, dal cielo, riceviamo i doni più grandi della vita. Nel film c'è un omaggio a Franco e Ciccio, ma una dedica particolare va alla memoria di Salvo La Mamma, compagno di mia mamma per quasi 21 anni. Per me è stato come un secondo padre, è morto tre giorni prima dell'inizio delle riprese».
Con discrezione cerchiamo di farci dare qualche dettaglio in più sull'omaggio al celebre al duo comico. «Accanto a me nei momenti salienti del film, c'è un'immagine di Franco e Ciccio che mi segue sempre, loro per me sono un sostegno vero, un legame infinito.
Desidero che il pubblico lo scopra guardando il film».
In generale nei suoi film veste il doppio ruolo di attore e regista ma il prossimo lavoro lo vede fare una scelta. «Vorrei concentrarmi di più sulla regia e magari essere diretto da un altro regista, non sempre si riesce ad essere perfetti in tutto. Io fortunatamente ho Roberto Attolini al mio fianco da oltre 10 anni, ma mi farebbe piacere essere diretto in un film da un regista che possa tirare fuori il meglio di me. Sono tante le tecniche di recitazione, ci sono i vari metodi, Stanislaski, Cechov, Meisner ma per me l'attore deve calarsi dentro il personaggio, mettendo di base sempre e comunque se stesso, per essere più credibile possibile. Spero di poter realizzare tutto quanto sopra detto nel prossimo mio progetto cinematografico, ispirato al romanzo “Volevo la gonna" di Vivian Darkangel, un film, che come il libro, racconta i tabù, i cambiamenti e le difficoltà nel mondo della transessualità. Dovremmo riuscire a girarlo nel 2026 a Bologna e forse in parte anche in Sicilia».
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