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La tecnologia salverà il mondo: parte da Marsala la rivoluzione digitale di Martina

Martina Ferracane, 30 anni, sogna un mondo in cui le politiche pubbliche possano sfruttare al meglio la rivoluzione digitale per promuovere il benessere di tutti i cittadini

Jana Cardinale
Giornalista
  • 23 marzo 2020

Martina Ferracane, ricercatrice di Marsala

Un talento che inorgoglisce Marsala. Per lei la tecnologia è un’arte, un’essenza senza la quale il mondo si spegne, un impegno che negli ultimi 10 anni l’ha portata a vivere in Svezia, Spagna, Thailandia, Belgio, Brasile, Germania e Stati Uniti.

Martina Ferracane, 30 anni appena compiuti, presidente del FAbLab Western Sicily, un'associazione no profit che ha fondato nel 2015 e che mira a promuovere educazione digitale d'eccellenza nelle scuole siciliane e della provincia di Trapani, sogna un mondo in cui le politiche pubbliche possano sfruttare al meglio la rivoluzione digitale per educare, sostenere e promuovere il benessere di tutti i cittadini.

In questo momento si trova a Boston, dove ha vinto una borsa di studio per un corso di Tecnologia Avanzato da seguire a Milano, offerta dal MIT, la migliore Università al mondo in tema digitale, intitolata a Fiore Basile, un siciliano scomparso qualche mese fa.

Nel 2018 Forbes l’ha inserita nella lista degli under 30 più influenti d’Europa per aver co-fondato Oral3D, una start-up che rende la stampa 3D semplice e intuitiva per i dentisti.
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Martina ha conseguito un dottorato in Diritto Internazionale all’Università di Amburgo e un post-doc in tema di Pedagogia Creativa, e ha appena ricevuto un’altra borsa di studio dell'EUI (European University Institute) per un ulteriore post-doc tra i migliori programmi in tutta Europa in tema di Policy: si chiama Max Weber Fellowship, conta 44 selezionati su 1060 applicanti e lo inizierà a settembre a Firenze.

Nel suo curriculum spicca un’attività di prestigio: è ricercatrice associata per ECIPE e consulente per varie organizzazioni internazionali tra cui ONU, Banca Mondiale e WEF (World Economic Forum). Martina coltiva da tempo la sua idea precisa sull'importanza del digitale, e sostiene che questo momento di trasformazione potrebbe essere finalmente quello buono per ripensare la maniera in cui si misura il benessere della nostra economia.

Il riferimento è al fatto che in una società digitale tanti servizi che sono gratuiti apportano valore sostanziale ai cittadini, ma non sono considerati nel calcolo del PIL, come ad esempio la possibilità di accedere a servizi pubblici online anziché recarsi fisicamente presso certi uffici.

«Ecco cosa potrebbe essere rivisto nella maniera in cui misuriamo il benessere del Paese, con tanti servizi e settori da incoraggiare con investimenti e incentivi», dice Martina.

Un altro dato interessante. «Ci sono ricerche su questo tema ormai da decenni, e alcuni paesi come il Bhutan hanno già implementato una misura alternativa di calcolo del PIL che si chiama FIL: Felicità Interna Lorda. È il momento di riaccendere il dibattito su cosa dà valore alla società, ripensare la maniera in cui si misura il benessere dell’economia, e pensare alle politiche pubbliche necessarie per far sì che la rivoluzione digitale abbia l'impatto che desideriamo per la nostra società secondo la nostra concezione di benessere».

Il suo auspicio oggi, da appassionata di politica pubblica e innovazione tecnologica, da ricercatore e consulente politico, è che si riesca a riportare l’attenzione in Italia su questo dibattito di fondamentale importanza, che può generare cambiamenti positivi in tutti gli angoli del mondo.
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